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Alicia Giménez-Bartlett, Serpenti nel paradiso,
Sellerio, collana La memoria, 2003 Tit. orig.: Serpientes
en el paraìso (2002), trad. di Maria Nicola

"E' facile tirare un calcio in una pozza maleodorante,
ma avvicinare la punta del piede al laghetto dei
cigni è un'altra cosa". Pedra Delicado
e il suo vice Fermìn Garzòn, della
policìa nacional di Barcellona non si trovano
esattamente nel loro ambiente vicino al laghetto
dei cigni.[...] Stavolta, invece, al loro quinto
caso, devono risolvere un crimine che matura in
un sobborgo ricco della città, il quartiere
"Paradìs": ville rasserenate da
giardini di ombrosa geometria, coppie molto per
bene con servitù filippina,carriere dorate,bambini
radiosi, e salde tradizioni di famiglia. Nella sua
piscina, colpito alla testa, galleggia il corpo
di Juan Luis Espinet, marito virtuoso, giovane padre
di famiglia, uomo elegante e bellissimo, avvocato
del famoso studio di famiglia, ma ancor più
bravo del padre: "era il numero uno in tutto",
giurano le due coppie dei suoi amici più
cari. Non c'è ombra sulla sua vita. Come
non ce ne sono in quelle degli amici".
Non nascondono la loro insofferenza, i due investigatori,
a girare per un quartiere senza un bar e senza un
posto dove mangiare. La freddezza dell'ambiente sembra
abbia spento anche la voglia di litigare e confrontarsi
fra i due protagonisti. Sono d'accordo nel giudicare
malissimo, prima ancora di conoscere gli sviluppi
del caso., l'ambiente in cui si sono venuti a trovare.
Forse è per questo che quest'ultimo giallo
di Alicia appare più stanco?
Il rapporto di Alicia con Agatha Christie si fa,
mi sembra, più chiaro. A parte il fatto che
li leggo allo stesso modo, cioé non riesco
a posare il libro in entrambi i casi, altra analogie
sono emerse. Il groviglio di passioni, per esempio,
legate al male che uomini e donne si fanno reciprocamente.
Tema presente anche negli altri gialli, ma che qui
appare nella sua essenzialità, non mischiato
con altri.
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