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Porka miseria... Giorno da cani: speciale I Gialli di Alicia

Alicia Giménez-Bartlett, Giorno da cani, Sellerio, 2000 Tit. orig. (1997): Dìa de perros, trad. di Maria Nicola

Quando Alicia scrive un giallo con Petra Delicado si documenta puntigliosamente sull'ambiente in cui lo svolge. E l'impressione che ne viene fuori è che l'ispettore a ogni nuova indagine viva una parentesi della sua vita, una nuova avventura, con amici, incontri nuovi, un pezzo di Barcellona, meglio, della Spagna, da scoprire e soprattutto vivere. In Un giorno da cani, l'ambiente è quello che ruota attorno ai cani: negozi, librerie, addestratori, canili, venditori, cliniche, fino al delitto, allo sfruttamento. Il caso nasce al Carmelo, che è un quartiere proletario di Barcellona. Un uomo viene ammazzato di botte. Qualche giorno dopo denunciano la presenza di un cane abbandonato in una casa di un altro quartiere, questa volta un quartiere di immigrati, case fatiscenti, emarginazione. "Donnette abbandonate, giovani tossici, neri immigrati illegalmente, miserrime famiglie arabe, alcolizzati senza lavoro e vecchi con diecimila pesetas di pensione. Non conoscevano nessuno e nessuno li conosceva. Non parlavano né sorridevano, prossimi all'animalità a forza di vedersi privati di tutto ciò che è umano. Quanto di più lontano poteva esserci dalle allegre massaie che avevamo interrogato giorni prima al Carmelo. Donne felici che parlavano a ruota libera, lustravano le loro case con prodotti odorosi di pino, portavano grembiuli dai colori vivaci e tenevano sul televisore una foto dei figli sotto le armi. Era la distanza sostanziale che separa il proletariato dall'emarginazione."

Come sempre Petra e Garzòn procedono a tentoni, ma sempre sulla base di un'intuizione strana da parte di Petra. Stavolta si è fissata sul cane che apparteneva all'uomo malmenato. Il fatto è che gli si affeziona, anche. Perché sul suo valore nelle indagine anche lei ha qualche dubbio. Però lo tiene. Vive l'esperienza di avere un cane che fa compagnia, è fedele, non giudica, non pone problemi (Petra ha avuto due divorzi) e le consente di conoscere e frequentare un bel veterinario dagli occhi verdi. Garzòn addirittura si è innamorato di due donne, la libraia e l'addestratrice, e non riesce a risolversi. Petra ha una spiegazione per questo atteggiamento. Garzòn è vedovo, è un uomo più vicino ai sessanta che ai cinquanta, ha il corpo a forma di palla e si veste in una maniera impossibile, ma sta vivendo l'emozione di un ragazzino. "Povero Garzòn! L'eterno gioco dei ruoli sessuali lo aveva trasformato in un imbranato, in un essere così incapace di organizzare le cose minime della vita che doveva chiedere aiuto perfino per l'essenziale. I tempi d'oro erano stati duri per le donne, ma anche per gli uomini. Ora le cose erano cambiate, e molti si ritrovavano impreparati dinanzi a quel che gli toccava. Uno scherzo pesante, povero Garzòn! Anche quei suoi amori così tardivi, così folgoranti e infantili, erano il risultato della sua inadeguatezza. Non gli era mai passato per la testa di separarsi da quella moglie che l'aveva reso così infelice. Certo, ora eccolo lì, divertito e lusingato, ad assaporare come una manna caduta dal cielo quello che avrebbe dovuto essere il suo pane quotidiano."


 
 
 

 

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