Il Wu Ming project

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Il Wu Ming project
di ugo giansiracusa

Nel panorama della cultura e della letteratura italiana, ma non solo, il progetto Luther Blisset, prima, e Wu Ming, poi, assume un’importanza rilevante sia per il valore intrinseco del progetto sia per il modo di concepire la letteratura e l’arte sia per il modo di realizzare un rapporto dinamico con i lettori e con le loro stesse opere.
Nato dall’incontro degli autori che avevano dato vita al Luther Blisset project con cui avevano firmato, nel ’99, il romanzo “Q” (Roberto Bui, Giovanni Cattabriga, Luca Di Meo, Federico Guglielmi) con Riccardo Pedrini il Wu Ming project si adopera, contemporanemante, alla riscoperta del ruolo della narrazione all’interno della comunità e alla demistificazione del ruolo dell’autore. “Il narratore ha il dovere di non credersi superiore ai suoi simili. E’ illegittima qualsiasi concessione all’ immagine idealistica e romantica del narratore come creatura presuntamente più “sensibile”, in contatto con dimensioni dell’essere più elevate, anche quando scrive di assolute banalità quotidiane”, recita la loro “Dichiarazione dei diritti (e doveri) dei narratori”. Non è un caso che Wu Ming, in cantonese, significhi “nessun nome”. Perchè ha poca importanza il nome dell’autore rispetto al valore comunicativo dell’opera e del collettivo.
Dall’importanza che attribuiscono alle infinite pratiche della comunicazione deriva che l’attività del Wu Ming project si manifesta in un’infinità di piani. A partire dai loro romanzi “Q”, “Asce di guerra”, “Nemici dello stato”, “Havana Glam” e l’ultimo, in ordine di tempo “54”, al loro sito http://www.wumingfoundation.com/ da cui sono scaricabili, gratuitamente, tutti i loro scritti e i loro romanzi, editi e non, ai loro interventi sui vari mezzi di comunicazione. Perchè uno dei principi su cui si fonda l’esperienza di Wu Ming è proprio quella della libera circolazione delle idee e dei mezzi espressivi in parallelo con le esperienze del “software libero” praticata da tempo in campo telematico.
Wu Ming è quindi un’atelier della narrazione in cui i diversi elementi che lo compongono si confrontano esprimendosi attraverso i loro racconti su una base di concetti chiavi accettati e condivisi.
Dalla “Dichiarazione d’intenti” del Wu Ming Project: : “non esiste più l'"impegno" come scelta o ipotesi praticabile o meno da parte di "coloro che creano": il lavoro mentale, in  tutti i suoi aspetti, è completamente dentro le reti dell'impresa, ne è anzi la principale forza ri/produttiva. Chi crea non può in alcun modo astrarsi, evitare di intervenire.” La comunicazione e la narrazione, quindi, come forma di lavoro intellettuale, iscindibile dalle implicazioni politiche ed etiche che ne derivano.

Contesto: Da Luther Blisset a Wu Ming



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