La Letteratura Russa contemporanea

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La Letteratura Russa contemporanea

di Angela Tropea


Non è facile parlare di letteratura russa contemporanea, perché soprattutto nell’ultimo decennio essa rappresenta più che mai quella situazione di disagio , di difficoltà e di incertezza che va ben al di là della sfera letteraria, riguardando invece l’intera società russa attuale, una società in crisi.
Tale crisi è da far risalire a circa tre anni prima del crollo dell’impero sovietico, avvenuto all’inizio degli Anni Novanta, quando sulle pagine delle riviste della perestrojka, diversi racconti di giovani autori iniziarono ad essere pubblicati, con tirature enormi (sino a venti milioni di copie).
I racconti della fine degli Anni Ottanta descrivono per lo più la storia e la biografia dell’anima - ma non di un’anima grande e nobile, “umiliata e offesa” come potevano essere i personaggi di Dostoevskij , ad esempio – ma di un’anima che ha bisogno di esternare la sua crisi, le sue debolezze, e di poter dare finalmente “voce” ai suoi pensieri.
Alcuni critici hanno voluto racchiudere questo fenomeno nella definizione di “letteratura delle macerie”, dei detriti, degli sfaceli, una letteratura che, però, nello stesso tempo è divenuta espressione letteraria dell’uomo vivo e vero in tutte le sue mutilazioni, perché i suoi personaggi sono esseri umani doloranti e smarriti, alla ricerca del proprio rapporto con la realtà, una realtà in crisi che prelude alle trasformazioni che hanno segnato l’inizio degli Anni Novanta.

Si è accennato poc’anzi alla Perestrojka , fenomeno che, assieme alla Glasnost’, fa parte dei provvedimenti attuati verso la seconda metà degli Anni Ottanta, dal premier Michail Gorbacev e che contribuirono al processo che condusse nel giro di pochissimi anni alla trasformazione prima e al crollo poi del regime sovietico.
Glasnost’ in russo “trasparenza”) indica l’ampia riforma politica a favore di un nuovo metodo di selezione dei rappresentanti del PCUS (Partito Comunista Sovietico) e della libertà di espressione e di informazione (che nei precedenti settanta anni di regime totalitario era stata negata).
E’ grazie alla Glasnost’ che notizie prima celate – come il disastro nucleare del 1986 a Cernobyl – vennero divulgate.
La Perestrojka in russo “ristrutturazione”) aveva l’intento di modernizzare il sistema economico, politico e sociale del paese. Essa avrebbe dovuto promuovere lo sviluppo dell’ Urss con un programma di intervento in tutti i campi del sistema sovietico: scienza e tecnica, riorganizzazione della struttura economica, politica degli investimenti. L’obiettivo era passare da una direzione economica molto centralizzata ad un sistema più decentrato, basato sull’autonomia delle imprese statali, sulla diretta responsabilità degli amministratori, sull’incoraggiamento dell’iniziativa privata.
La Perestrojka e la Glasnost’ incontrarono, però, l’opposizione sia dei sostenitori di riforme più radicali in senso capitalistico, sia dei nostalgici del vecchio regime.
Anche il tentativo messo in atto da Gorbacev di uscire dal totalitarismo e dall’economia centralizzata evitando il tracollo del sistema fallì. Nell’agosto del 1991 viene perpetrato a Mosca un golpe anti- Gorbacev che avrebbe portato l’ascesa al potere di Eltsin e che avrebbe segnato definitivamente il crollo dell’Urss e la nascita della Russia.
La crisi politica, sociale, economica che si manifestò nel corso degli anni appena accennati e che trova ripercussioni nell’ultimo decennio ha trovato voce in diversi romanzi di giovani autori appartenenti a quella generazione (la generazione dei nati negli Anni Sessanta) che Viktor Pelevin (uno dei maggiori scrittori russi contemporanei, assieme a Sergej Bolmat, a Bakin, a Sorokin, a B. Akunin …) ha definito in un suo romanzo “ Generazione P “, ovvero la generazione della Pepsi-Cola , cresciuta negli anni Ottanta, quando incominciavano ad affiorare le crepe della società di regime, quando ufficialmente i prodotti occidentali erano vietati, mentre di fatto circolavano senza nessun problema: simboli, miti, musica, romanzi che si infiltravano in un sistema in decomposizione.

La narrativa post - sovietica odierna - frutto di quella generazione “P” - rappresenta un senso di assoluto sradicamento, di perdita di identità, di frammentazione e di disorientamento.
Questi sentimenti vengono espressi con una graffiante e cinica voglia di stupire, con storie spesso ricche di humor nero, storie ironiche e talvolta brutali e dissacranti, con personaggi che parlano spesso in slang, il linguaggio gergale di cui fanno largo uso i teen- agers della Russia odierna e che fa capo al più recente fenomeno di massa virtuale, il personaggio di animazione Masyanya .

Il senso di sradicamento cui si è accennato è ampiamente riscontrabile anche ne I Ragazzi di San Pietroburgo di Sergej Bolmat.
Il romanzo, il cui titolo originale è molto eloquente: Sami po Sebe (Soli con sé stessi), è stato inizialmente pubblicato a puntate su Internet e successivamente da una piccola casa editrice russa specializzata in libri di filosofia moderna.
Il successo fu talmente clamoroso che i suoi lettori più affezionati arrivarono persino ad appendersi al collo un cd con i file delle puntate del romanzo apparso in rete…
L’azione si svolge a San Pietroburgo nel decennio scorso. I protagonisti sono un gruppo di ragazzi che per sopravvivere fanno (o talvolta si inventano) i lavori più disparati , come ad esempio, si adattano a sistemare le salme all’obitorio e le ragazze, di tanto in tanto, si prostituiscono . Tra queste c’è Marina, una bellissima ragazza innamorata di uno sbandato che l’ ha messa incinta.
Un giorno Marina si trova in mezzo ad una sparatoria tra clan mafiosi.
Sulla strada, tra i cadaveri, un cellulare si mette a squillare. Marina lo afferra e risponde. Un tale le propone un contratto da killer da 15.000 dollari. Marina accetta, ma per gioco.
La vittima designata è un capomafia che si innamorerà immediatamente di lei…
Il tutto è raccontato a tinte forti con una atmosfera che richiama inevitabilmente
all’ ironia dissacrante di alcuni personaggi dei films di Quentin Tarantino (primo tra tutti Pulp Fiction).

Contesto

P come post-: nuovi scenari della letteratura russa

 


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