Montalbano, Maigret di Sicilia

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Montalbano, Maigret di Sicilia

Una caso letterario : i gialli di Camilleri- La sua fama cresce, gli editori e la TV lo corteggiano. Ha creato un commissario solitario che legge Bufalino-
di Stefano Malatesta, Repubblica, 10-06-1997

“La Sellerio è una ca Editrice che non fornisce mai i dati anagrafici dei suoi autori. E questo perché chi la dirige è una donna e non trova elegante parlare di anni.”
Il suo primo romanzo, “Il corso delle cose”, risale al 1978. Sono seguiti “Un filo di fumo”, “La stagione della caccia” e “Il birraio di Preston”, ambientati tra l’’800 e il ‘900, in una immaginaria cittadina della Sicilia, Vigata, che è poi una riconoscibilissima Porto Empedocle. I siciliani, gli scrittori in particolare, sono ossessionati dalla loro isola-continente : si portano dietro quella che Denis Mack Smith ha chiamato “A terrific Insularity of Mind”, una straordinaria insularità di testa e i rapporti con la loro terra sono di genere complicatissimo e spesso insondabile. Sciascia detestava la Sicilia nella stessa misura con cui l’amava, perché non corrispondeva al tipo d’amore che le avrebbe voluto portare : come molti siciliani intellettuali, si sentiva sicilianissimo e nello stesso tempo estraneo, sentendo la sua terra come luogo della non-ragione. Camilleri, forse perché vive a Roma da molti anni, ha un atteggiamento più bonario, tra l’ironico e il nostalgico.
Tutti i suoi libri, prima della serie del commissario Montalbano, nascono da storie vere o da documenti, che possono essere volantini anonimi sui maneggi di un commissario di zolfo disonesto. O due battute trovate nella famosa inchiesta sulle condizioni della Sicilia, quella ufficiale del 1875-76. “Il presidente della commissione d’inchiesta chiede al sindaco di Caltanissetta se gli risulta che nella usa zona ci siano stati fatti di sangue. E il sindaco risponde, testualmente : no. C’è stato solo un farmacista che per amore ha ammazzato sette persone. Gli pareva cosa normale”.
La popolarità gli è venuta con i tre “gialli”, un genere connaturato alla Sicilia anche nella letteratura non di consumo : “La forma dell’acqua”, ”Il cane di terracotta” e “Il ladro di merendine”. Saro Montalbano è uno sbirro anomalo. Scapolo, lettore di Bufalino, fidanzato con una ragazza genovese che vede di sfuggita, vive in una villetta davanti al mare. Quando torna dal lavoro fa lunghe nuotate e poi passeggia sulla spiaggia ponzando sui casi delittuosi, anche se “futtiri adritta e caminari na rina portano l’omu a la rovina”.. .
In Camilleri l’impasto siculo-italiano non serve solo a verniciare le storie di colore locale. E’ l’unico modo per rendere la saggezza e la scaltrezza contadine e nello stesso tempo a infondere vigore e brio ad una prosa che nei gialli è di solito inerte e convenzionale.
“Le storie si svolgono oggi, ma la Vigata di Montalbano è quella del primo dopoguerra, quando le speranze non erano ancora morte : una Sicilia più arcaica, più generosa, le casuzze imbiancate, il mare pulito” E gli eroi sono i poliziotti, testardi e intelligenti come Saro, ottusi in modo esilarante come l’agente Catarella...

Contesto

Andrea Camilleri

 


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