Elenio,
di Maria Gabriella Canfarelli
Elenio, di Maria Gabriella Canfarelli
Dal fusto a cui si avvita
e si rinsalda - sì da lasciargli
in cambio cicatrici -
prendi la foglia e le radici agguanta
se sulle labbra l’erpete fiorisce
e ti si attacca e abbarbica tenace.
Cola del vino estratto e sii sicura
che ti risana dalla malattia
che a belle donne arreca nocumento
come regina spartana ci insegna
che con la pianta ripuliva il morso
se andava a segno attacco
di serpente. Quando fuggiasca
per infausto amore in altra patria Elena
il provvido rimedio a sé condusse
si radicò la pianta e prese vita
quando lacrime amare alla vista del fuoco
e per lo scempio di troiani
(e per rovine sparse l’invaghita)
(da: L'erborista, raccolta inedita)(anticipata
su: Girodivite 104/2003)
Contesto
|
|
[Up] Inizio pagina | [Send]
Invia a un amico | [Print] Stampa | [Email] Mandaci
una email | [Indietro]
Europa - Antenati - la storia della letteratura europea online
-
© Antenati 1984-
, an open content
project