Ivan Della Mea

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Ivan Della Mea

Ivan Della Mea (il suo vero nome era Luigi Della Mea), nato a Lucca il 16 ottobre 1940 e poi trapiantato a Milano (morto la notte del 14 giugno 2009 all'Ospedale San Paolo di Milano), è stato uno dei più attivi autori nel campo della nuova canzone sociale, prendendo spunto dagli argomenti quotidiani. In O cara moglie (1965), il cui modello musicale si riallaccia a quello dei cantastorie, dà voce a un operaio della Fiat Lingotto di Torino, licenziato per aver partecipato a uno sciopero. In Io so che un giorno (1966) è la voce di un 'illuso di libertà', che proprio per questo sa che verrà un giorno rinchiuso in manicomio. Ma:

«La libertà | - dirò - è un fatto | voi mi legate | ma essa resiste» | Sorrideranno | «Mio caro amico tu sei matto | la libertà | la libertà più non esiste» || Io riderò | «Il mondo è bello | tutto ha un prezzo | anche il cervello | vendilo amico | con la tua libertà | e un posto avrai | in questa società» || Viva la vita | pagata a rate | con la Seicento | la lavatrice | viva il sistema | che rende eguale e fa felice | chi ha il potere | e chi invece non ce l'ha».

Ivan Della Mea fu con Giovanni Bosio fondatore del Nuovo Canzoniere Italiano. Scrisse canzoni per Milly. Le sue prime incisioni compaiono nel 1962, nell'antologia musicale Canti e Inni Socialisti, prodotta per il 70° anniversario del Partito Socialista Italiano. Si è poi dedicato al folk e al recupero della tradizione popolare di protesta e politica. Negli anni Sessanta e nei primi anni Settanta le sue canzoni sono state edite dai Dischi del Sole (si pensi a: Ballate della piccola e della grande violenza). Del 1972 è la canzone Ballata per Ciriaco Saldutto, dedicata a uno studente torinese morto suicida dopo essere stato bocciato. Ha scritto anche canzoni in lingua regionale (una delle più famose è El me Gatt).
Si ricordano ancora: "Rosso è diventato giallo", "Se qualcuno ti fa morto", "La nave dei folli", "La piccola ragione di allegria".

Negli anni Novanta è stato direttore dell'Istituto Ernesto De Martino, a Sesto Fiorentino.

Tra le attività extra musicali, si ricorda la scrittura della sceneggiatura di Tepepa (1969) assieme a Franco Solanas, western spaghetti con Orson Welles e Thomas Milian. Con Roberto Benigni partecipò come attore nel 1979 a I giorni cantati di Paolo Pietrangeli, con Mariangela Melato e Giovanna Marini.
Ha scritto: Il sasso dentro (1990), Se nasco un'altra volta ci rinuncio (1992), Sveglia nel buio (1997). Nel 2009 poco prima della morte è uscita la sua autobiografia: Se la vita ti dà uno schiaffo.
Come giornalista ha scritto per i quotidiani L'Unità, Liberazione e Il Manifesto.

Iscritto per la prima volta al Pci nel 1956, Della Mea aveva sempre seguito con attenzione il dibattito interno alla sinistra italiana. Nel luglio 2007 (una lettera pubblicata su Il Manifesto), in una dura requisitoria contro l'allora presidente della Camera Fausto Bertinotti, aveva scritto: "Noi, noi classe noi massa noi icchè ti pare, noi siamo stati l’etica della sinistra, quella che è stata distrutta nel nome della ragione di partito sempre più coincidente con la ragione di potere, spesso, sempre quasi, molto personale. E questo, caro Fausto, fu a mio avviso l’errore più grave che non abbiamo saputo o voluto vedere" [1]. In una delle ultime interviste, rilasciata a Liberazione il 15 maggio 2009, Della Mea aveva svolto una riflessione sugli obiettivi comuni della sinistra italiana: "Credo sia molto importante combattere a fondo contro il berlusconismo, perché è trasversale, tocca tutti, sia a destra che a sinistra. C'è bisogno di politica vera, fatta per strada, che venga fuori dalle proprie stanze" [2].

« Quando la lotta è di tutti per tutti, / il tuo padrone, vedrai, cederà; / se invece vince è perchè i crumiri / gli dan la forza che lui non ha »
(Ivan Della Mea, O cara moglie)

« Lui ha quindici anni, cognome Saldutto, / alunno alle medie, scuola Pacinotti, / venuto di Puglia, "terrone" immigrato: / Torino lo boccia e lui s'è impiccato »
(Ivan Della Mea, Ballata per Ciriaco Saldutto)

Con lo steso titolo di una delle sue canzoni più note, "A quel omm", Isabella Ciarchi ha realizzato un documentario intervista, con interventi di amici e colleghi, ricostruendo il ritratto di un artista e di un intellettuale impegnato, senza dimenticare il suo lato umano [1].

Fonte:
[1] http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200906articoli/44615girata.asp
[2] http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/spettacoli_e_cultura/ivan-della-mea/ivan-della-mea/ivan-della-mea.html




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