Salman
Rushdie
Salman Rushdie
Nato a Bombay nel 1947, Salman Rushdie si trasferì a
14 anni in Inghilterra.
Ha esordito con il romanzo Grimus (1979).
Il complesso romanzo I figli di mezzanotte (Midnight's children,
1980) è costruito a incastro attorno alle vicende di Saleem
Sinai e al tri mille personaggi nati attorno alla mezzanotte del
15 agosto 1947, giorno della dichiarazione dell'indipendenza dell'India.
La storia di Saleem e quella dell'India si intrecciano strettamente.
Il romanzo Vergogna (Shame, 1983) percorre invece, in un impianto
mitologico di ispirazione indiana, le avventure di 'Omar Khayyam
e la storia del Pakistan.
Romanzo di alto livello e che ebbe un vasto
impatto, fu Versetti satanici . Il romanzo è diviso in
nove capitoli, in cui si alternano il racconto delle vicende di
Gi breel e Saladin (capitoli 1, 3, 5, 7, 9), e la rivisitazione
ro manzesca di alcuni aspetti della cultura islamica, riconducibili
al nucleo tematico dei legami e conflitti tra mondo laico e reli-
giosità: la religione rivelata e istituzionalizzata (i
capitoli 2 e 4 sul businessman e profeta Mahund), il sentimento
religioso come forza trascinante e totalizzante (i capitoli 6
e 8 su Aye sha, la fanciulla vestita di un manto di farfalle).
In questi ca pitoli pari, il racconto scorre in una dimensione
epico-fiabesca: così la vicenda senza luogo e senza tempo
di Mahund, e così il pellegrinaggio dei giorni nostri verso
Mecca dei fedeli di Ayesha decisi a attraversare a piedi il Mare
Arabico perché lei ha pro messo che le acque si apriranno
al loro passaggio. Veri protago nisti però sono Gibreel
e Saladin, che planano sulle coste ingle si (il narratore "ha
visto tutto") in seguito all'esplosione in volo di un aereo dirottato
da un gruppo di terroristi sikh. Gibreel è un famoso attore
cinematografico indiano che dopo una malattia misteriosa perde
la fede, si innamora di Alleluia Cone, scalatrice dell'Everest,
e prende l'aereo per raggiungerla a London. Saladin invece è
speaker radiofonico e televisivo, musulmano di Bombay recatosi
giovanissimo in Inghilterra dove "si è fatto" inglese,
ha sposato l'inglese Pamela, tornato a Bombay per una fallita
riconciliazione con il padre. Le loro avventure in Inghilterra
sono stupefacenti, anche se sempre ancorate alla quotidianità
dell'Inghilterra liberticida della Thatcher. Vi è la progressiva
trasformazione di Saladin in un uomo- caprone, e di Gi breel in
una specie di angelo. Rushdie interviene continuamente con le
sue anticipazioni, le informazioni parziali che fanno in tuire
ciò che solo in seguito sarà spiegato dal narratore
onni sciente. E' un gioco di realtà sovrapposte, i fatti
sono raccontati nella versione magica con cui li vivono i personaggi
(poi c'è la rapida spiegazione realistica dell'accaduto).
Una serie di coincidenze (vera passione della cultura indiana)
segnano le vi cende dei protagonisti e dei comprimari, in un intreccio
pirotec nico di destini incrociati. Alla fine Saladin tornerà
in India, sarà capace di cominciare una nuova vita dopo
aver ritrovato le proprie radici, accettandole ma anche lasciandole
dietro di sé, superandole (come quel panorama alla finestra
che non è "che una vecchia eco sentimentale"). Scelta diversa
invece per Mishal Su fyan, la giovane indiana musulmana trapiantata
piccolissima a London, che rifiuta il vecchio mondo perché
ormai fa parte inte grale del mondo dei blacks londinesi alla
conquista di una digni tà negata. Sia Saladin che Mishal
sono premiate dal racconto per la capacità di superare
il retaggio del passato.
Il romanzo gli suscitò una condanna
a morte in contumacia da parte del regime islamico integralista
iraniano per il contenuto del romanzo ritenuto "blasfemo", ciò
per cui Rushdie fu costretto a vivere in clandestinità
per anni nel timore che la sentenza fosse eseguita dai vari "fedeli"
islamici sguinzagliati allo sco po. Il suo divenne un caso internazionale,
emblematico dell'in tolleranza religiosa della fine del millennio.
Rushdie non so stiene un'altra verità né rispetto
al Corano né sul Corano: egli, semplicemente, lo affabula,
trasforma la "rivelazione" in un rac conto. Dio non è mai
in scena, c'è però Gibreel (Gabriele) che sogna
di essere l'angelo apparso a Muhammed. Gibreel si accorge in sogno
di essere anche Satana. Versetti angelici e "controver setti"
demoniaci escono dalla stessa bocca. La "parola divina" si rivela
così al tempo stesso antiparola satanica. Il contenuto
del messaggio divino non è più frutto di un incontro
perfetto e puro tra Angelo e Profeta (come invece nella teologia
musulmana) ma il risultato di continui compromessi con la realtà
profana: il Messaggio si modifica opportunisticamente secondo
gli appetiti carnali di Muhammed, le sue distrazioni, i suoi interessi
politici, la sua mentalità da commerciante ecc. Alle spalle
del "profeta" è un anti- Muhammed, un poeta che si fa chiamare
come lui, insieme a 12 mogli con gli stessi nomi delle mogli di
Muhammed. Essi vivono in un bordello, una anti-moschea dove la
poesia ha la funzione di anti- Corano: esaltazione della poesia
e della donna come autenti ca vitale alternativa a un Muhammed
tetro e sbeffeggiato. Rushdie mette in scena il sogno di un sogno
sull'islam, porta la metafora dentro l'islam: ciò per cui
è intollerabile per gli integralisti che non ammettono
né metafora né possibilità di interpretazione
alla parola- veritàintangibile. A un certo punto del romanzo,
il Profeta dice al suo scrivano ingannatore: «La tua bestemmia,
Sal man, non può essere perdonata. Pensavi che non l'avrei
scoperta? Contrapporre le tue parole alle Parole di Dio!». Siamo
nel pieno delle funzioni della scrittura e dell'arte.
Dopo "Versetti satanici" è il libro
"per ragazzi" Haroun e il libro delle storie .
Rushdie eredita gli splendori dell'ex impero,
rinnovandoli nel crogiolo della tradizione europea. Scrittore
internazionale, ma con profonde radici nel confine tra più
culture. Straordinario inventore di storie, in cui mescola l'affabulazione
degli "story tellers" indiani, capaci di raccontare storie che
durano intere giornate, piene di digressioni e riprese, percorse
da una una ve na fantastica che ingigantisce il reale pur restando
ancorata a esso, e una padronanza letteraria sterneiana: ciò
che gli permet te di muoversi all'interno della forma letteraria
romanzesca ri velandone gli artifici, i trucchi, le trovate, avvertendo
il let tore della natura fictional del racconto. Ciò permette
di scardi nare i criteri della verosimiglianza, ponendo sullo
stesso piano realtà e sogno, narrazione realistica e invenzione
mitica.
Bibliografia: Salman Rushdie
Midnight's children (1980)
Shame (1983)
-Versetti satanici
-Haroun e il libro delle storie
© Antenati - 1994-1997
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