Luigi Pirandello: poesia e narrativa

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Luigi Pirandello: poesia e narrativa


Pirandello pubblicò a partire dal primo novecento poesie saggi romanzi, novelle che a partire dal 1909 furono pubblicate sul «Corriere della sera». Si affermò però soprattutto come autore drammatico, nel periodo successivo alla prima guerra mondiale.
Pirandello esordì con le raccolte liriche Mal giocondo (1889), Pasqua di Gea (1891), Elegie renane (1895), cui seguì una tradu zione delle "Elegie romane" di Goethe (1896). Poco dopo il suo ritorno a Roma, su incoraggiamento di Capuana, si dedicò alla narrativa: passò dal classicismo convenzionale delle raccolte in versi, al naturalismo ( L'esclusa , 1901) con trassegnato da un gusto soggettivistico e derisorio, grottesco ( Il turno , 1895) che cancellano il determinismo e danno risalto all'imprevedibilità dei fatti e del destino, che sarà tema domi nante in Pirandello In queste stesse opere emergono altri motivi che caratterizzano la produzione successiva: l'illusorietà degli ideali, nel quadro dell'involuzione della vita politica italica; la solitudine dell'uomo; l'incoerenza e l'instabilità dei rapporti dei rapporti sociali; gli inganni della coscienza e la necessità di una maschera; la disgregazione del mondo oggettivo; l'ironia lucidissima, spesso alternata a pietà. Nelle opere successive Pirandello approfondisce questi motivi, venendo a un superamento dei confini sociologici del suo mondo.
Nel romanzo Il fu Mattia Pascal (1904) è la nascita del "personaggio" pirandelliano sulle ceneri della "persona". Il problema è quello dell'autentica identità esistenziale. Protagonista del romanzo è Mattia Pascal che, allontanatosi dalla famiglia per un litigio, a Montecarlo vince una notevole somma; da una notizia di cronaca apprende che è stato ritrovato il cadavere di uno sconosciuto suicida che è stato scambiato per lui. Ufficialmente dunque Mattia è morto, e ne approfitta per evadere dalla vita sociale. Diventato Adriano Meis, la società inevitabilmente tende la sua rete: Mattia scopre che la vera identità è quella che conferisce lo stato civile, così com'è lui praticamente non esiste, non può fare una denuncia, non può sposarsi. Deluso, simula il suicidio di Adriano Meis. Tornato a casa, scopre che la moglie si è risposata e non può riprenderlo con sé. Gli resta solo il vec chio impiego nella polverosa biblioteca della città, dove rievoca la sua vicenda.
I vecchi e i giovani (1913) è amara denuncia delle illusioni risorgimentali e delle speranze tradite dallo stato unitario. Il saggio L'umorismo (1908) enuncia l'avvento di un'arte umo ristica, scomposta, antigerarchica, espressione di una "vita nu da", irriducibile all'ordine e fermentante nel "sentimento": il "sentimento del contrario" proprio dell'umorismo, unica realtà nella caduta delle tradizionali certezze.
Il patetico, il comico, il tragico quotidiano sono la materia di questo periodo della produzione novellistica, che verrà orga nicamente raccolta nel 1922 in Novelle per un anno .
Suo marito (1911) è un romanzo a chiave d'ambientazione letteraria. Si gira (1915, poi rintitolato Quaderni di Serafino Gubbio operatore ) è il diario di un uomo-macchina che si identifica con l'occhio cinematografico. In queste opere si accentua la visione di un mondo dominato da condizioni sociali e psicologiche di inautenticità, dal continuo scambio tra realtà e finzione. E' una visione che si rivela dialetticamente, con logica paradossale e acutamente demistificatoria, soprattutto nelle opere teatrali.



[1997]


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