Bruno Schulz

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Bruno Schulz


Nato a Drohobycz (Galizia) nel 1892, insegnante di disegno al ginnasio di Drohobycz, fu amico di S.I. Witkiewicz e di W. Gombrowicz. Di famiglia ebraica, fu internato nel 1941 nel ghetto. Nel 1942 fu assassinato per la strada da un soldato nazista. E' autore di due brevi raccolte di racconti, Le botteghe color cannella (1937) e Il sanatorio all'insegna della clessidra (1937). Ha scritto anche schizzi critici e interessanti lettere (pubblicate nel 1975).
I suoi racconti hanno l'andamento di un'autobiografia fantastica e mitica, incentrata attorno alla gigantesca e allucinata figura del padre, sognatore eccentrico e a tratti demoniaco, impegnato in una lotta patetica e grottesca con la piattezza della vita. In questo ciclo di ricordi d'infanzia, dove gli avvenimenti sono rimescolati come nei sogni, tutto è pretesto per funambolismi metafisici, favole, apparizioni, tutto è volto al grottesco anche le reminiscenze bibliche.
Non lontano da Kafka di cui tradusse in polacco "Il processo", per le metamorfosi di cui pullulano i suoi racconti e la centralità del tema del padre, Schulz se ne differenzia per il linguaggio ricco di metafore e iperboli, che dalle esperienze figurative della secessione deriva la sua pittoricità e il suo acceso liri smo.



[1997]


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