Miklós Radnóti

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Miklós Radnóti


Miklós Radnóti nacque a Budapest nel 1909, perseguitato per le sue origini ebraiche, fu mobilitato dopo il 1941 nel servizio obbligatorio di lavoro e destinato prima in Ucraina poi alle miniere di rame di Bor in Iugoslavia: fu ucciso dalle SS a Abda [Györ] nel 1944, durante una marcia di trasferimento da un campo di deportazione a un altro. La sua prima antologia poetica Saluto pagano (1930) è dominata da un tumultuoso senso di ribellione, con echi frequenti del surrealismo francese. Canti di pastore di nuova foggia (1931) fu subito sequestrata perché ritenuta sobillatoria e irreligiosa. Dal 1936 le note ricorrenti di una morte presentita (significativo il titolo di un volume di quell'anno: Cammina, condannato a morte) fanno da contrappunto drammatico alla costante aspirazione all'idillio, nelle sue molteplici forme di ricordo, nostalgia, sete o speranza di vivere. Durante gli anni più duri della guerra, nel dilagare delle persecuzioni e degli orrori Radnóti compose liriche che sono testimonianze uniche di dolore e di sofferenza. Scrisse in una delle sue liriche: ĢIl vento soffia sopra i sogni. Gli uomini | brontolano, si girano e rigirano, | poi, di colpo, si svegliano e stupiscono che tu | sia già sveglio, seduto eretto nel fugace tuono. | Il suono delle future fragorose battaglie | già in agguato. In alto splendido il vento | parla di tempesta, così le nubi. E' il tempo questo | di avvolgere l'amata nel caldo del tuo amoreģ. Il suo ultimo taccuino di versi gli fu trovato addosso quando il suo corpo fu riesumato dalla fossa comune.



[1997]


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