Franz Hessel

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Franz Hessel


Franz Hessel nacque a Stettino nel 1880. Frequentò a Monaco la bohème di Schwabing, ebbe una relazione con Franziska zu Rewentlow (che parlerà poi di Hessel in romanzi e diari); frequentò il circolo di George. A Paris nei primi anni del secolo frequentò i gruppi di avanguardia, tra Apollinaire e Picasso. Alternò poi soggiorni tra Berlin e Paris. Qui conobbe Herni-Pierre Roché e, con lui, la pittura di Helen Grund che divenne poi sua moglie. Redattore di Rowohlt, per lui curò la rivista «Vers und Prosa». Continuò a scrivere e tradurre fino al 1933, collaborando con Walter Benjamin alla traduzione delle opere di Proust. Internato come ebreo in un lager, morì in Francia nel 1941. Hessel ha lasciato alcuni testi minori: Passeggiate berlinesi, Epilogo, Ro manza Parisna : carte di un disperso (1920) ecc.. *Benjamin recensendolo parlò della sua propensione a essere un "flâneur", costruendo attorno a questa propensione una vera e propria arte (da Hessel ebbe Benjamin l'idea dei suoi "Passages" incompiuti): arte che non ha niente a che fare con il bighellonare o il semplice passeggiare, ma che si lega invece alla storia e all'arte della memoria come per una ricostruzione in negativo dell'universo. In frammenti, schizzi, rapidi bozzetti, la sua attenzione allo scor cio illuminante, il gusto dell'ironia: nella favola rovesciata, i ritratti femminili, la divertita registrazione di eventi, l'ab bandonarsi dello scrittore allo spettacolo ininterrotto della strada. Manca in Hessel la vena espressionista della deformazio ne, unica concessione all'estetismo dell'epoca è il costante ri chiamo al volto della maschera greca che appare e scompare, nelle sue pagine, con intenso lirismo e senza affettazione. Hessel era un dandy per vocazione, ma capace di trasformare il presente in memoria. La sua struggente "Romanza Parisna : carte di un dispero", è una dichiarazione di poetica e di stile. Scritta in forma di lettere all'amico Claude (= Roché) dalle trincee di una guerra dolorosa che ha reso ormai impossibile una fratellanza appena sperimentata, la "Romanza" è una cronaca del passato, di avvenimenti mai a voce raccontati. L'ambiente internazionale, l'immersione totale nel presente, la felicità della giovinezza, la rievocazione di un mondo incontaminato che nella figura e nel volto della giovanissima Lotte (l'impronta consueta della misteriosa divinità) trova il suo emblema. E la nostalgia della città, percorsa più tardi nel Diario Parisno, sotto le finte spoglie del giornalista senza vocazione, che si lamenta di non poter più conoscere ma solo riconoscere. Neppure un gesto intacca nella "Romanza" la perlacea trasparenza da acquario della vita in farsi. Hessel si ritaglia sempre la parte a lui congeniale dello spettatore.



[1997]


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