Michail Afanas'evic Bulgakov

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Michail Afanas'evic Bulgakov


Nato a Kiev nel 1891 (morì a Mosca nel 1940), laureatosi in medicina nella sua città natale, dopo la rivoluzione si stabilì a Mosca dove cominciò a scrivere sui giornali. Nel 1925 la rivista «Rossija» iniziò la pubblicazione del romanzo La guardia bianca ma fu costretta a sospenderla. L'anno seguente, nel 1926, andò in scena la riduzione teatrale del romanzo, intitolata I giorni dei Turbiny : lo spettacolo fu aspramente attaccato dalla critica uf ficiale: protagonisti sono alcuni ufficiali bianchi, con il tra gico sgretolarsi della loro famiglia con la guerra civile; il potere vide in questo spettacolo una esaltazione dei nemici del regime sovietico.

Scrisse: Le uova fatali (1925), Diavoleide (1925), Cuore di cane (1925).

Dopo molti tentativi riuscì a lavorare come assistente regista e poi come regista al Teatro dell'Arte, dove nel 1936 andò di scena la sua commedia Molière , acuta satira dei rapporti arte/potere. La sua esperienza nel mondo teatrale è rievocata nel brioso e ironico Romanzo teatrale (pubblicato solo nel 1965).

Morendo lasciò incompiuto il suo romanzo migliore, Il Maestro e Margherita , che come altre sue opere fu pubblicato in URSS solo dopo il 1965 (ma in occidente apparve già nel 1940). Ne "Il Maestro e Margherita" le qualità satiriche delle altre opere di Bulgakov si innestano su un disegno romanzesco di ampio respiro. La narrazione si sviluppa su tre piani: la Mosca buro cratica degli anni '20-30, l'apparizione di Woland-Satana che mette in subbuglio la città, e il racconto su Cristo e Pilato (un romanzo nel romanzo). Woland capita nella capitale corrotta e piena di intrighi: con interventi magici, dove fantasia e comicità si intrecciano, sconvolge gli ambienti teatrali e letterari, smaschera soprusi e favoritismi. Aiuta soprattutto il Maestro, scrittore vittima della censura di partito per un romanzo su Pilato, di cui sono riportati i capitoli relativi alla condanna a morte di Cristo. Rinchiuso in manicomio come indesiderabile, il Maestro è liberato grazie all'intervento di Margherita, la donna da lui amata, che accetta di diventare strega e per una notte di guidare il gran sabba di Satana-Woland.

In questo romanzo si crea, tra realtà fantasia e metafisica, un complesso meccanismo di intrecci che dà al racconto un intenso spessore di significati e coinvolge, insieme al problema della creazione artistica presente nell'evocazione in falsetto del "Faust" goethiano, il problema del bene e del male e dell'estrema salvezza dell'uomo.

Attento agli aspetti meno conformistici e eroici dell'era post-rivoluzionaria, e per questo messo all'indice in epoca stalinista, Bulgakov tiene a modello costante la prosa di Gogol', riuscendo a creare uno stile originalissimo, calibrato sul doppio registro della fantasia grottesca e della fantasia romantica, su un'ironia sempre pronta a risolversi in angosciosa interrogazione.



[1997]


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