Aree extraeuropee nel XV secolo

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Aree extraeuropee nel XV secolo


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In Etiopia, sotto il re Zar'a Ya'qob (1433\1468), è l'epoca d'oro dell'agiografia etiopica. Tra le opere pił caratteristiche: il Libro etiopico dei miracoli di Maria, la Porta della fede di Enbakom, e il romanzo a larga diffusione Barlaam e Iosafat. Le guerre contro l'islam costringono i sovrani etiopi a cercare aiuto in occidente. Si ebbero così nei secoli successivi i primi contatti con i portoghesi e i primi missionari gesuiti, ciò che diede il via a traduzioni dall'arabo cristiano e dal greco e a una notevole produzione poetica e teologica originale.

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In Persia, l'opera di Giami (1414\1492), il pił prolifico tra i poeti persiani e il pił popolare grazie al suo stile semplice. Nur al Din al-Rahman Giami era nato a Giam [Khorasan] nel 1414. Trascorse la maggior parte della vita a Herat (dove morì, nel 1492), presso la corte timuride, acquistandosi fama di grande dotto. Vastissima la sua produzione, dall'enigmistica alla grammatica, dalla mistica alla lirica, al romanzo in versi. Lui stesso, in età avanzata, ordinò la sua produzione lirica, caratterizzata da una estrema sapienza e preziosità linguistica, in tre raccolte (datate rispettivamente al 1479, 1489, 1491). Analogamente raccolse, probabilmente lui stesso, i suoi sette poemi mistico-romanzeschi sotto il nome di I sette troni o "Settetto". Il pił famoso di questi, imitatissimo in tutta la letteratura musulmana, è Giuseppe e Zulaykha ispirato al racconto del "Corano", di derivazione biblica, reinterpretato da G. in chiave allegorica e con forti tendenze neoplatonizzanti. Nei secoli successivi, le guerre civili con i connessi massacri provocarono un'emigrazione degli intellettuali verso l'India.

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In Giappone si afferma in questo secolo il teatro no, che assume la sua definitiva struttura, con l'opera di Zeami Motokiyo (c.1363\1443). Nel XVII secolo si affermeranno il kabuki e il joruri. Zeami Motokiyo fu critico, drammaturgo, attore. La sua opera di canonizzazione del teatro no, che fino ad allora consisteva in semplici rappresentazioni comiche o musicali, la fece in collaborazione con il padre, Kanami Kiyotsugu (1333\1384). Zeami fondò la pił illustra scuola di teatro no, la Kanze, il cui nome deriva dalla fusione delle sue iniziali con quelle del padre. Le sue idee critiche sono raccolte principalmente nel Libro della trasmissione del fiore. Zeami compose pił di duecento drammi, un centinaio dei quali figura ancora nel repertorio del teatro no. L'opera di Zeami diede una decisiva svolta alla lenta evoluzione del saragaku, un genere teatrale a carattere mimico-musicale con parti recitate di natura comica. La forma canonica stabilita nei trattati di Zeami rimase da allora immutata. Tre i princìpi fondamentali: 1) "mono-mane", l'imitazione delle cose, cioè l'adeguazione alla realtà del personaggio; 2) "hana" (fiore), cioè la carica attrattiva, il fascino personale dell'attore, indispensabile per avvincere il pubblico; 3) "yugen", la perfezione estetica del gesto e dell'immagine, da cui debbono emanare grazia e suggestione. Gli elementi costitutivi rimasero il canto, il recitativo, la danza e la musica. Gli attori principali sono due: lo "shite" (il protagonista) e il "waki" (il deuteragonista). A essi si affiancano attori secondari, detti "tsure" (accompagnatori) e "tomo" (compagni). Il coro "ji" è formato da otto a dieci componenti disposti su due file: commenta l'azione e evoca il paesaggio. L'accompagnamento musicale è dato da tre tamburi di grandezza diversa, e da un flauto. Le donne non sono ammesse sulla scena. Le parti femminili sono sostenute da uomini adeguatamente mascherati. Le maschere, di cui si conoscono una settantina di tipi, hanno grande importanza anche dal punto di vista artistico. Le vesti sono sontuose. La scenografia, densa di valori simbolici, è invece ridotta all'essenziale. Sono giunti fino a noi 500 no, in prosa e in versi, pregevoli anche per l'elevato tono letterario e filosofico. Di questi, solo c.250 costituiscono il repertorio classico ancora in uso. Della durata ciascuno di 45 minuti, sono solitamente rappresentati tutt'oggi in numero di cinque (ma in passato anche sette), intercalati da una farsa classica, detta "kyogen". In origine il no era destinato al raffinato ambiente dell'aristocrazia militare; si allontanò poi sempre pił dal gusto corrente, diventando via via pił incomprensibile. Oggi è seguito solo da un pubblico ristretto o turistico. Quella del teatro no è una rappresentazione fortemente simbolica e idealizzata, una specie di evocazione astratta della realtà, che trae spunti dall'antico patrimonio eroico e feudale giapponese, permeata di spirito buddhista. Con il tempo, accanto alla scuola di Keami, si affiancarono altre tre illustri scuole.

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Al 1482 risale un testo importantissimo del buddhismo siamese e della letteratura thai, La grande esistenza o Grande incarnazione, narrazione mitica dell'ultima vita di Buddha, precedente il Buddha storico.

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