Teresa d'Avila

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Teresa d'Avila


Teresa de Cepeda y Ahumada nacque a Avila nel 1515. Nel 1522, a sette anni, fuggì di casa con il fratello: lettori di libri santi, di trattati devoti e di libri di cavalleria, volevano andare "interra di mori" a cercare il martirio e la santità. A 19 anni entrò nell'ordine delle carmelitane (vestì l'abito carmelitano nel convento dell'Incarnazione di Ávila nel 1536, e l'anno dopo, nel 1537, abbracciò la professione). Dopo una prima visione avuta nel 1542, la sua attività mistica e ascetica divenne sempre più frenetica. I biografi fissano al 1555 l'anno in cui passa da uno stato di crisi e malattia spirituale permanente allo stato di misticismo visionario, vere e proprie cristofanie. Nel 1562 fondò il primo dei 32 conventi di carmelitane scalze (con la collaborazione di Giovanni della Croce, anche di carmelitani scalzi), in cui restaurava la primitiva regola di stretta clausura e povertà (nel 1452 l'ordine delle carmelitane aveva mitigato le sue regole), con l'autorizzazione di Pius IV. Il suo lavoro organizzativo a favore di una concezione evangelica e apostolica, di preghiera e povertà, fu contrastato dagli ambienti ecclesiastici. Teresa fu più volte denunciata all'Inquisizione, e alcuni dei suoi libri si salvarono a stento dall'essere bruciati (tra i suoi oppositori: il nunzio Filippo Sega, il generale dell'ordine dei carmelitani, i carmelitani "mitigati" ecc.). Visitò tutta la Spagna. Morì a Peñaranda (Alba de Tormes) nel 1582, durante uno dei suoi viaggi. Nel 1622 fu canonizzata, e proclamata nel 1627 compatrona della Spagna (insieme a s. Giacomo).
Nel 1562-1565 scrisse la prima opera a carattere autobiografico, il Libro della sua vita o Libro delle misericordie di dio (Libro de su vida o Libro de las misericordias de dios). Tra le altre sue opere dottrinali è Libro delle sette stanze o Castello interiore (Libro de las siete moradas o Castillo interior, 1576-1577), uno delle opere più alte della mistica spagnola: vi descrive il progresso dell'anima at traverso le sette stanze di un castello. All'esterno sono le tenebre più fitte, mentre all'interno l'itinerario dell'anima è inondato di luce sempre più sfolgorante. Nella settima stanza si compie il matrimonio spirituale e l'anima diventa una cosa sola con dio. Notevole le Fondazioni (Libro de las Fundaciones, 1582) in cui Teresa narra con arguzia e partecipazione le vicende delle fondazioni dei suoi monasteri: è il libro più gradevole e stilisticamente controllato. Da segnalare anche circa 400 lettere, raccolte in gran parte nell'Epistolario. E alcune Poesie (Poesias). Ad eccezione delle poesie, quasi tutte le opere di Teresa furono scritte su richiesta, dei confessori e direttori spirituali, o per l'insegnamento alle monache. Hanno un carattere di improvvisazione ma anche spontanea vivacità, un modo espressivo diretto e impetuoso, in una prosa castigliana spontanea e popolare. Per questo riesce a essere molto personale, piacevole e candida.



© Antenati - 1994-1997


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