Molière: il teatro come commedia che rappresenta una società

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Molière: il teatro come commedia che rappresenta una società

Commediografo di una delle più splendide e raffinate corti dell'epoca, Molière non dimenticò mai il lungo apprendistato in provincia e il valore degli effetti comici. Continuò a produrre farse fino al termine della sua carriera, sfruttando la comicità anche all'interno delle commedie più ambiziose. Non si lasciò mai intralciare da considerazioni teoriche, mantenendosi fedele sempre a un profondo istinto teatrale.
Attore egli stesso, che "recitava come parlava", secondo la testimonianza dei contemporanei, quando fu costretto a rispondere ai suoi nemici, lo fece attraverso il teatro. Uomo di teatro, ma anche moralista. Considerò i vizi degli uomini come deroghe alla naturalezza, autoinganni. Il ridicolo è la forma sensibile di questi vizi: Molière rise del borghese che vuol diventare gentiluomo, del gentiluomo tronfio e insolente, della donna che si atteggia a intellettuale. Diede un modello di opera teatrale chiusa, perfetta, classica, origine per secoli di una comicità esilarante ma anche intrisa di drammatica amarezza, consapevole del ridicolo, del patetico e del tragico delle debolezze umane.




© Antenati, 1995-6



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