Pietro Sforza Pallavicino

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Pietro Sforza Pallavicino

Nato a Roma nel 1607 (morì nel 1667), Pietro Sforza Pallavicino proveniva da una illustre famiglia parmense. Fu gesuita, cardinale (1659), nel 1652 ebbe l'incarico dalla curia di scrivere una "Storia del concilio di Trento" che doveva rispondere all'anticuriale "Storia" di Sarpi, che era molto diffusa in ambiente protestante. L'opera fu pubblicata nel 1656-57, ed è una giustificazione della politica temporale della chiesa cattolica. Usò documenti rimasti sconosciuti a Sarpi. Fu molto apprezzata dai puristi per lo stile. Pallavicino scrisse anche opere di fiction e letterarie. Poema in ottave sono i Fasti cristiani (1636), mentre una tragedia è Ermenegildo (1644). Diversi anche i trattati, di ispirazione barocchista moderata: "Del bene" (1644) in cui la poesia è ricondotta a facoltà psicologiche, sottolineando la funzione delle immagini e delle metafore; le "Considerazioni sopra l'arte dello stile e del dialogo" (1646) fu ripreso e ampliato nel "Trattato dell'arte e dello stile del dialogo" (1662).



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