Saverio Bettinelli

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Saverio Bettinelli

Saverio Bettinelli, nato a Mantova nel 1718, gesuita, insegnò a Brescia Bologna Venezia. Nel 1752-1758 insegnò a Parma. Nel 1758 fece un lungo viaggio in Italia e europa, di cui parlò nelle "Lettere a Lesbia Cidonia" (1792), in cui parla anche dell'incontro con Voltaire a Ginevra. Dopo lo scioglimento della Compagnia di Gesł (1773) si stabilì a Mantova, dove rimase fino alla morte (avvenuta il 13 settembre 1808).

Fu lo stesso Bettinelli a ordinare le sue Opere, uscite in otto volumi nel 1780-1782, e poi in 24 volumi nel 1799-1801. Scrisse tragedie nella tradizione del teatro gesuitico: Gionata (1744), Demetrio Poliorcete (1758), Serse (1764). Ma anche epistole in versi sciolti, poemetti vari, operette in forma epistolare di gusto conversevole e mondano. Tra i saggi storiografici è un "Risorgimento d'Italia negli studi, nelle arti e nei costumi dopo il Mille" (1775) dove è la prospettiva volterriana di una storia in cui sono protagonisti non i conquistatori ma gli uomini che hanno contribuito con le scienze e le arti al progresso umano. Le cose migliori di Bettinelli sono però gli scritti critici e estetici. Soprattutto le "Lettere virgiliane" pubblicate nel 1758 come premessa alla celebre raccolta di Versi sciolti di tre eccellenti moderni autori, in cui erano Algarotti, Frugoni e lo stesso Bettinelli. Le "Lettere virgiliane" sono chiamate così perché si immaginano scritte da Virgilius e indirizzate dall'Eliso ai legislatori dell'Arcadia di Roma. Il tono è giornalistico e battagliero: accusa di rozzezza e oscurità la "Commedia" di Alighieri, polemizza contro la rimeria arcadica, l'antiquato culto cruscante per la lingua trecentesca, la pedissequa imitazione degli antichi. Sono posizioni illuministiche poi riprese nelle meno impetuose "Lettere inglesi" (1766). Nel saggio "Dell'entusiasmo delle belle arti" (1769), all'interno di premesse sensistiche, Bettinelli indica nell'entusiasmo la fonte della poesia, e sembra cogliere motivi del già diffuso gusto sentimentale. Sono aperture che Bettinelli progressivamente ridusse nell'ultimo periodo della sua vita, opponendosi al "tragico furibondo ed orrendo" dei testi pre-romanticisti europei, e stroncando la nuova poesia di Alfieri e Foscolo.  

Contesto

Italia nel Settecento illuminista



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