L'illuminismo

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L'illuminismo


Fenomeno centrale dal punto di vista storico, anche se non esclusivo e non generalizzato in tutta europa ma solo in certi ambienti, l'illuminismo fu soprattutto una grande spinta riformatrice, un orientamento culturale. Esso è comunemente datato nel periodo compreso tra la rivoluzione inglese (1688) e la rivoluzione francese (1789).
Centro principale di diffusione fu la Francia dei "philosophes" e degli encicolpedisti (Rousseau, Voltaire, Diderot, Alembert), ma le sue origini derivano dall'empirismo inglese, e in particolare dalla filosofia di J. Locke, G. Berkeley, D. Hume. Esso ebbe in Germania approfondimenti e sviluppi filosofici (con Lessing, Herder, Kant) aprendo la strada al romanticismo. Aspetti fondamentali dell'illuminismo sono:
1) esaltazione della ragione, il cui campo d'indagine deve però restringersi alla realtà scientificamente accertabile, tralasciando qualsiasi tipo di speculazione metafisica o religiosa;
2) il riesame critico della storia, il rifiuto dell'autorità della tradizione considerata fonte di pregiudizi e avvallo di istituzioni prive di fondamento razionale;
3) il vagheggiamento dello stato naturale e il mito del "buon selvaggio" (Rousseau), la proposta di un ritorno a una sana natura al di fuori di ogni sovrastruttura sociale. Di qui l'interesse per le società primitive e le culture esotiche (esotismo);
4) l'allargamento dell'esperienza individuale oltre i fittizi confini nazionali (cosmopolitismo);
5) la radicale trasformazione della cultura che, uscendo dal suo aristocratico isolamento deve rendersi utile alla società , diffondere il sapere, istruire il popolo.
A una svolta importante giungono le teorie linguistiche, grazie soprattutto al sensismo di Condillac (Saggio sull'origine delle conoscenze, 1746). Poiché la ragione non è pił una sostanza separata e indipendente dalla sensibilità , il linguaggio non può pił essere lo strumento passivo su cui si proiettano i concetti elaborati autonomamente dal pensiero, come appariva dal testo capitale della linguistica cartesiana, la "Grammatica di Port-Royal" di Arnaud e Lancelot, ma diventa la mediazione indispensabile per la formazione dei concetti e della stessa ragione. La tesi presuppone uno sviluppo contemporaneo di linguaggio e pensiero. Si apre la strada all'approfondimento dei valori espressivi e poetici: le figure retoriche non sono pił "variazioni" del linguaggio comune o oscuri e leziosi ornamenti del linguaggio colto, ma sono connaturate all'essenza stessa del linguaggio. Agli sviluppi della linguistica sono connessi i nuovi orientamenti dell'estetica. Le leggi del "bello" non sono pił cercate nell'oggetto sensibile, ma al rapporto tra soggetto e oggetto, e nel "piacere" che da tale rapporto scaturisce. Si afferma a poco a poco un relativismo estetico per cui al giudizio di valore si sostituisce un giudizio di gusto, si scopre che possono procurare piacere non solo il "bello" ma anche il "sublime", il "brutto", il "pittoresco": l'arte della rappresentazione, se è perfetta, suscita in ogni caso sensazioni piacevoli. Altra conseguenza: i princì pi estetici, trasferiti dall'oggetto al soggetto, non sono pił fuori del tempo: nuovi tempi esigono nuova arte. Così Diderot contrappone al pathos degli eroi tragici del "siècle classique" una nuova "tragedia domestica".


La fisionomia del letterato illuminista è quella di un cosmopolita, viaggiatore, filosofo, esperto di problemi sociali e economici, curioso di scienze fisiche e naturali; consigliere di prì ncipi e sovrani, frequenta corti e salotti, parla e scrive pił lingue. Affida il proprio pensiero a forme letterarie agili e antiretoriche che assicurino un contatto immediato con il pubblico, come l'articolo di giornale, il breve saggio, il capitolo in versi, la relazione di viaggio, il pamphlet. E' l'immagine di sé che i letterati illuministi tennero a tramandare.


L'attuazione dei princì pi illuministici variò da paese a paese. In Inghilterra l'antica tradizione parlamentare assorbì le nuove istanze sociali placandone i pił inquieti fermenti in organici programmi di riforme economiche moderate. La letteratura espresse le sue esigenze di moralità naturalezza e concretezza nella satira di Swift e Fielding, nell'umorismo di Sterne, nel giornalismo di Addison, nella critica di Samuel Johnson. Proveniente dall'Inghilterra, le istanze illuministiche avranno uno sbocco nelle colonie nordamericane con la guerra di indipendenza.
In Francia lo scontro frontale con la monarchia assoluta e feudale diventa inevitabile. Consapevoli o no, gli enciclopedisti con la loro battaglia culturale, furono i padri della rivoluzione. Rousseau e Voltaire con la loro vasta opera filosofica e letteraria esaltano emblematicamente il nuovo tipo di intellettuale. Implicazioni rilevanti hanno anche la "comé die larmoyante" di Diderot, il teatro a sfondo morale e sociale di Marivaux e Beaumarchais, il filone libertino rappresentato da Laclos, Restif de la Bretonne, Sade. Attraverso la mediazione francese l'illuminismo penetrò anche in Italia, dove ebbe i suoi centri a Napoli e Milano.
In Germania l'illuminismo fu legato al pietismo. Le corti mecenatesche di Friedrich II, Maria Teresa e di Joseph II, incarnarono il mito dell'assolutismo illuminato. In quest'area, pił che altrove, la letteratura sostituì ben presto ai valori della razionalità illuministica (pericolosi per il potere perché riformistici), quelli della sensibilità e della fantasia, producendo il sentimentalismo di Gessner, la solennità religiosa di Klopstock, l'elegante e fiabesco rococò di Wieland.
In Russia l'illuminismo si diffuse durante il regno di Caterina II, riflettendosi sul giornalismo di Movikov e sul teatro di Fonvizin.
In Italia i principali centri dell'illuminismo, con forte influenza francese, sono Napoli e Milano. Il movimento napoletano, con Giannone, Genovesi, Galiani, Filangieri, Pagano, risentì della lezione di Vico. Portò la sua lotta sul terreno religioso, e su quello economico e giuridico: ci si ribellò al potere ecclesiastico, si proposero riforme commerciali, monetarie, agrarie. Gli illuministi lombardi, con Beccaria, i fratelli Verri ecc, riuniti intorno al «Caffè », rielaborarono la filosofia sensistica di Condillac, si occuparono di problemi scientifici, filantropici, economici. Essi favorirono una letteratura socialmente utile. Si pronunciarono contro il purismo linguistico. Con minore vigore la ventata del riformismo investì anche altri centri: Venezia, Piemonte, Toscana, Stato pontificio. Al clima illuministico sono riconducibili il brillante enciclopedismo di Algarotti, la satira sociale di Parini, la polemica antiaccademica di Baretti e Bettinelli, la commedia borghese di Goldoni, la poesia didascalica di Betti, Passeroni, Spolverini, Mascheroni, le memorie di Casanova, Gorani, Da Ponte, i libri di viaggio di Angiolini, Spallanzani, Renzonico ecc. L'illuminismo italico non espresse una vera e propria letteratura. Esso fu il terreno ideologico su cui maturarono movimenti artistici e letterari come l'arcadismo, il rococò , il neoclassicismo, il preromanticismo (su influenze asburgiche).





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