Émile Zola: l'ambizione della realtà

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Émile Zola: l'ambizione della realtà

L'ambizione di Zola fu di essere lo storico della vita privata della sua epoca, cioè del secondo impero e della terza repubbli ca, così come Balzac lo era stato dell'età della restaurazione e della monarchia di luglio. Balzac gli suggerì il disegno e le di mensioni dell'opera, ma peculiare di Zola fu il tentativo di interpretare i fenomeni morali e sociali attraverso le dottrine un po' semplificate di Taine (determinismo) e di Darwin (ereditarietà). Suo anche il tentativo di trasferire alla letteratura il metodo sperimentale delle scienze (Claude Bernard).

La vitalità della sua opera deriva dalla felice contrapposizione tra lo schematismo ingenuo del metodo e della "filosofia", e il suo temperamento, la sua immaginazione, la sua indisciplina emotiva e stilistica. La sensibilità sociale e l'onestà intellettuale di Zola gli permisero di superare spesso i limiti del naturalismo positivistico e il facile culto del progresso. Mentre le correnti estetizzanti che ormai dominavano la letteratura sembra vano non accorgersi neppure del problema sociale, Zola affrontò il conflitto fondamentale della sua epoca, la lotta tra classe proprietaria e proletariato, dandone una rappresentazione potente veritiera e impietosa.

Contesto

Emile Zola

© Antenati - 1994-1997


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