Il romanticismo

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Il romanticismo

Tra la fine del XVIII secolo e la prima metà del XIX secolo l'europa è interessata dal movimento ideologico e culturale del romanticismo. Il romanticismo fu un insieme di interessi e di attenzioni, anche contraddittori, ebbe centri di irradiazione e effetti di risonanza anche a distanza di tempo. A questa cultura fecero riferimento intellettuali appartenenti all'é lite aristocratica, e giovani intellettuali "arrabbiati" e non integrati alla ricerca del nuovo del diverso del differente. Messa in primo piano di alcuni dei nuovi valori borghesi dopo che i valori della rivoluzione francese non erano più riproponibili, certo: contro "la fredda ragione" il "calore del sentimento", l'individualismo contrapposto al protagonismo delle masse sui campi di battaglia. Nelle regioni che avevano conosciuto la contrapposizione verso il giacobinismo francese, e la vittoria successiva, il romanticismo si sviluppa in forme di contrapposizione culturale all'illuminismo francese; nelle regioni in cui cominciano a prodursi i fermenti nazionalistici di liberazione dal dominio di "stranieri", il romanticismo diventa il vessillo e si riempie di contenuti e riferimenti "rivoluzionari" o irredentistici. Nel romanticismo confluisce l'individualismo borghese insieme all'altrettanto borghese istanza sociale. Ideali comunitari di libertà e esigenze di affermazione del singolo; atteggiamenti aristocratici e democratici, pessimismo e ricerca di rifugio nella natura sacralizzata o nell'introspezione contro il mondo delle macchine e delle masse, consapevolezza del divario tra teoria e prassi, tra arte e realtà. La sensazione è che il romanticismo diventa un contenitore che nei vari ambienti culturali e intellettuali europei si riempie di ciò che in quel momento bolle in pentola con maggiore urgenza. Ma ovunque mantenendo una caratteristica: di movimento di giovani intellettuali, che si contrappongono a una società in mano a vecchie generazioni. E' un "movimento generazionale", variamente articolato, ma con questa caratteristica pulsiva, con manifestazioni anche visiva, che produce moda e mutamento per esempio nel modo di vestire e nell'uso del linguaggio, che "fa scandalo" tra i gruppi sociali di "benpensanti". Non è certo il primo movimento di questo genere che la storia ricordi, ma oggi è alle forme del romanticismo che pensiamo quando vediamo le forme odierne di contrapposizione giovanile nella nostra società: la linea della contrapposizione generazionale deriva dal romanticismo di fine Settecento e di inizio Ottocento, secondo forme e modi non molto diversi a livello sociologico, perché la società in cui questo avviene continua una medesima linea dinamica, e si tratta della società borghese basata sulle strutture economiche del capitalismo.
Caratteristica del romanticismo non è solo l'individualismo, una forma accentuata di egocentrismo, la contrapposizione di un "io del poeta" contro il mondo reale. Né solo la ricerca fantastica e fantasmagorica o il gusto esotico, tutti elementi che sono compresenti e che si sviluppano o che vengono accentuati nei vari scrittori. Una delle "conquiste" del romanticismo è un certo senso della storia, con il riesame del passato il rinvenimento di un filo di "progresso" nella storia umana e europea in particolare. In questa storia, acquistano rilievo non solo i grandi individui, la storia fatta dalle personalità di genio (grandi condottieri, grandi poeti, grandi manigoldi ecc.) ciò che rimanda al fondo aristocratico della società del tempo; ma anche l'accorgersi che in certi momenti della storia le masse hanno avuto una grande importanza, e in queste masse soprattutto "gli umili", la "gente comune". Per la prima volta in età moderna quella che era la figura letteraria dello "zotico" o del "rustico", del "campagnolo" non è più preso in chiave comica, ma posto nella linea di una assunzione e una attenzione seria, consapevole. Ciò soprattutto appare nel secondo Ottocento, con i movimenti letterari realistici, ma già nel primo Ottocento sono gettati i semi.
Il termine romantic apparve per la prima volta in Inghilterra verso la metà del XVII secolo, per designare spregiativamente l'elemento fantastico, irreale e falso dei romanzi cavallereschi e pastorali allora in voga. Il significato negativo fu mantenuto nel XVIII secolo razionalista. Il vocabolo penetrò in Francia, e fu adottato da Rousseau, prima come sinonimo di 'pittoresco' per indicare gli aspetti bucolici e malinconici di un paesaggio, poi per esprimere l'indefinito stato d'animo che un certo paesaggio suscita. Furono alcuni gruppi intellettuali tedeschi a darne per primi una accezione totalmente positiva. Scrisse Novalis: «In quanto conferisco al volgare un alto significato, al comune un aspetto enigmatico, al noto la dignità dell'ignoto, al finito un'apparenza infinita, io lo rendo romantico». Fu Novalis a assimilare 'romantico' a 'poetico': «Tutto in lontananza diventa poesia: monti lontani, uomini lontani, eventi lontani, tutto diventa romantico». Dopo le precisazioni teoriche dei fratelli August e Friedrich Schlegel, che lo diffusero soprattutto in polemica contro il classicismo, il termine fu adottato dal nuovo movimento letterario, riunificando le varie correnti sentimentali e irrazionaliste del XVIII secolo europeo.
I primi anni del XIX secolo si apre, in Europa, davanti ad avvenimenti politici e sociali di vasta portata. La rivoluzione francese del 1789 con gli effetti su tutti gli stati europei, compresa la vicenda napoleonica; la fase della restaurazione e l'emergere delle classi borghesi al potere a partire dalla metà del secolo a seguito dei tentativi del 1848. Si tratta di rivolgimenti che si accompagnano e sono preparati da una poderosa produzione di opuscoli, libelli, discorsi, canzoni ecc. Oltre che riflessioni più complesse. Un ruolo centrale, dal punto di vista culturale, assume la Germania, pur spezzettata politicamente in stati. Qui alla fine del XVIII secolo nasce il movimento dello sturm-und-drang, e soprattutto si affermano due personalità determinanti come Goethe e Schiller. Ma quel che è la caratteristica del movimento non sono tanto le grandi singole personalità quanto proprio il carattere diffuso, l'apporto corale (ognuno con la propria voce, ma in accordo generale). Il romanticismo tedesco ebbe importanti apporti teorici, nel 1798- 1804 dal gruppo di Jena, raccolto attorno alla rivista «Athenäum» (che era stata fondata nel 1797): qui a Jena operarono i poeti Novalis e Tieck, gli esteti fratelli Schlegel, i filosofi Fichte e Schelling, il teologo Schleiermacher. Una seconda scuola romanticista si ebbe a Heidelberg, nel 1804-1806, con Achim von Arnim e Brentano.

Con le loro discussioni e con le loro opere, furono tracciate e linee fondamentali del romanticismo europeo. In filosofia è l'opposizione dell'idealismo al sensismo. Il sentimento, l'effusione del cuore, la fantasia alla ragione fredda e astratta degli illuministi. Rispetto agli illuministi ci si pose in contrapposizione, ma anche, per alcuni, come continuatori: ciò rende il movimento complesso e variegato, non riducibile alla sola contrapposizione al movimento precedente: alcune istanze dell'illuminismo furono anzi riprese. La religiosità , per lo più confessionale, si sostituì all'ateismo e al deismo. Cosmopolitismo e universalismo cedettero il posto (in alcuni) ai princì pi democratici, agli ideali di riscatto dei popoli oppressi, alla coscienza della nazionalità, alla religione della patria. Fu rivalutata la funzione illuminante e formativa della storia; il medioevo (V-XIV secolo) non fu più considerato un periodo di oscurantismo e barbarie, ma l'età in cui era sorta la civiltà europea moderna e cristiana, con i suoi valori e le differenziazioni etniche e nazionali. In campo letterario ci si volle liberare dalla soggezione all'autorità dei classici, dai canoni dell'imitazione. Si affermò che la poesia vera è sempre nuova, spontanea, aurorale. La sehnsucht (irrequietezza eterna) fu contrapposta alla stille (la quiete profonda, l'imperturbata se- renità dell'anima). Nel pensiero di Friedrich Schlegel la nostalgia diviene ironia, desiderio di cogliere nell'opera poetica l'infinito, ma anche la coscienza del fatale distacco implicito in questo sforzo. Ogni opera d'arte è quindi insufficiente rispetto alla meta, gradino necessario ma necessariamente superato (e perciò ironizzato) nel cammino poetico che è quello della «poesia universale progressiva». La poesia unisce sentimento e riflessione. E' canto che riassume la coscienza critica nei confronti della stessa poesia. Il romanzo, che è anche teoria del romanzo, è la mescoanza di tutti i generi letterari: esso narra, calandola nella concretezza sensibile, questa avventura trascendentale della coscienza moderna che si sente lacerata e separata dalla totalità. La poesia è essenzialmente aurorale, dunque il massimo di poeticità è raggiunto dall'anonimo popolo, che esprime i suoi sentimenti ignorando estetiche e letterature. Perciò vera poesia è quella che sorge dal popolo ed è destinata al popolo, ne rispecchia sentimenti bisogni speranze. Di qui la raccolta e lo studio dei tesori della poesia popolare: nasce con i fratelli Grimm il folklore.

Altro motivo dominante del romanticismo è la coscienza della propria infelicità, ciò che distingue l'uomo dai bruti e lo induce alla malinconia, alla noia, alla disperazione. Il dolore nasce dal mistero che ci circonda, di fronte al quale si è vittime martiri vinti o ribelli eroi titani. Si può anche tentare la fuga, rifugiandosi in luoghi sconosciuti, lontani dalla civiltà: nell'esotismo. Vittimismo e titanismo sono i due poli di una stessa tensione esistenziale. Altre coppie tipiche sono il realismo e il pathos, la tendenza al massimo di concretezza (che porterà al naturalismo) e l'assottigliamento struggente della parola fino alla pura immagine sonora (che porterà al decadentismo). Tutto questo si esprime in forme letterarie nuove e rinnovate: il poema filosofico e morale, il poema cosmico, epico o idillico; il romanzo storico, quello contemporaneo, psicologico; la memoria e il diario; il dramma storico; la ballata epico-lirica, la romanza, la novella sentimentale in versi e in prosa.
Dalla Germania il romanticismo si diffuse in tutta europa, assumendo caratteri diversi.
In Inghilterra, rispetto alla Germania, furono perse le punte mistico- speculative, adattandosi alla tradizione psicologico-realistica. Data d'inizio ufficiale è considerata quella della pubblicazione delle "Ballate liriche" (Lyrical ballads, 1798) di Wordsworth e Coleridge. Insieme a Southey, essi sono i massimi esponenti dei 'laghisti', poeti attratti dalla bellezza della regione dei laghi, ai confini nord- occidentali della Scozia. Il filone della poesia inglese che maggiormente influì l'europa però fu quello della passionalità erotica e eroica, data dalle opere di Byron, Shelley, Keats. Nello stesso tempo Walter Scott creava la narrativa storico-nazionalistica, che invase l'europa del primo trentennio del XIX secolo.
In Francia funzione divulgatrice fondamentale ebbe Madame de Staël: il suo "Sulla Germania" (De l'Allemagne, 1813) fu importantissimo per tutto il romanticismo dell'area latina. Preannunciato dal tormentoso Chateaubriand , si ebbe all'inizio il cenacolo di Charles Nodier, nel 1823, frequentato da Deschamps, Sainte-Beuve, De Musset, Chênedollé, Hugo. Più tardi fu fondata un'altra scuola, di cui fu riconosciuto come capo Hugo che nella prefazione al "Cromwell" (1827) diede una sintesi delle nuove idee. Attorno a lui furono Vigny, Sainte-Beuve, Dumas, Lamartine, De Musset, Gautier, insieme a diversi pittori e scultori.
In Spagna il romanticismo si divise in due filoni: storico- nazionalistico con il duca de Rivas; e soggettivo-byroniano, di cui fu massimo esponente Espronceda.
In Russia il romanticismo ebbe spazio nei primi quattro decenni del secolo, grazie a tre autori fondamentali. Puskin riuscì a porsi al di sopra di qualsiasi scuola, pur risentendo dell'atmosfera romanticistica europea, soprattutto byroniana, nei poemi e in qualche punto del romanzo in versi "Evgenij Onegin" (1823- 1830). Purezza di linguaggio, sottile ironia, appassionata dolcezza fanno delle sue liriche un superamento del romanticismo in direzione di un realismo cristallino. In Lermontov è più evidente il contatto con il romanticismo europeo: satanismo, nostalgia per un mondo perduto per sempre, costante infelicità degli amori; esuberanza verbale, gusto esotico nel paesaggio e nelle tinte. Cantore del ripiegamento su sé stesso fu Baratynskij: la sua lirica filosofica è pacata e profonda, in sintonia inquieta con la natura, un mondo interiore tormentato dalle grandi questioni esistenziali.

Il libro

Elemento di diffusione della cultura romanticistica, e della cultura tout court, rimangono alcuni degli strumenti consolidati: le riviste, le pubblicazioni cartacee sotto forma di opuscolo, volantino, libro.
Il libro e la pubblicazione illustrate tendono sempre più a affermarsi, in parallelo con il continuo studio di nuove tecniche di riproduzione.

Tra gli illustratori più famosi dell' "era romanticista" è sicuramente Gustave Doré, che consegna alle generazioni successive un intero immaginario visivo di opere e personaggi (dalla Commedia di Dante Alighieri alla Ballata del vecchio Marinaio di Coleridge ecc.).


Dal salotto al circolo

Tra i fenomeni sociali più interessanti, segno di un mutamento d'epoca rispetto alla socialità del secolo precedente, è quella del "circolo". Luogo di riunione per eccellenza degli intellettuali aristocratici del XVIII secolo era stato il salotto. Nel XIX secolo diventa il circolo, e la società è ormai quella borghese. I circoli iniziano a sorgere verso la fine dell'ancient-ré gime, abbattendo progressivamente gli ostacoli e le resistenze opposte da regimi politici fortemente sospettosi della libertà di associazione. I salotti avevano avuto una impronta ari- stocratica e una configurazione fortemente gerarchica e selettiva; i circoli ebbero carattere borghese, di associazioni egualitarie, volontarie e sostanzialmente democratiche. Essi derivavano più dai club inglesi che dalle associazioni rivoluzionarie e giacobine, e anche questo è estremamente indicativo. Una variante più povera fu il caffè.
Le caratteristiche dei circoli portavano con sé la disposizione alla discussione libera. Costituiti spesso in gabinetti di lettura, con disponibilità di riviste e giornali, essi ebbero effetti non irrilevanti nel campo della diffusione della cultura. Una funzione progressista che in Francia i circoli tennero per tutta la prima metà del secolo, perdendolo poi nella seconda metà(dopo il 1848).



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