Juan Ruiz

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Juan Ruiz

Juan Ruiz è autore de Il libro del buon amore (El libro de buen amor), un poema di 7 mila versi assortiti divisi in 1728 strofe, con forme che rimandano alla poesia devota, alla lirica, all'allegoria, alla satira, e personaggi molto realistici (come la mezzana Trotaconventos, e come doñ a Endrina). Ruiz è noto anche con la qualifica di "arciprete di Hita": nome e qualifica ecclesiastica non hanno attestazioni al di fuori dell'opera. Il titolo dell'opera è stato derivato dal testo. Incerte il resto delle notizie biografiche desumibili sempre dal testo: potrebbe essere nato a Alcalá de Henares (la stessa patria di Cervantes) nel c.1280; nel prologo si allude a una prigionia: una didascalia di un amanuense la dice ordinata dal cardinale Gil Albornoz. Il "buen amor" del titolo, cioè l'amore divino, si contrappone al "loco amor", l'amore folle e terreno. L'opera è uno dei libri più singolari e significativi delle origini della produzione in spagnolo, collocabile per molti aspetti tra Boccaccio e Chaucer.
Gran parte del poema è scritto in "cuaderna ví a", un verso in sedici sillabe, usato soprattutto nella parte narrativa, ma sono presenti anche altri tipi di versi. Con la pretesa/pretesto di svelare i sottili inganni dell'amor mondano, attraverso una concreta varietà di 'exempla', il "Libro" si muove tra digressioni e divagazioni di ogni genere, presentando una serie di esperienze galanti e sensuali in cui la seduzione si conclude sempre in uno scacco, tranne una sola eccezione. Alla costruzione del poema pseudo-autobiografico confluiscono dati e toni disparati: avventure immaginarie e esperienze reali, schemi dottrinali e atteggiamenti goliardici e giullareschi, l'invettiva e il tradizionalismo; fonti classico-latine e cristiane, influenze francesi e orientali sono inserite nel flusso della vita quotidiana. Quest'ultima è deformata caricaturalmente da un irrefrenabile umorismo fantastico. E' un vitalismo che si mescola con pressanti preoccupazioni didascaliche, di edificazione etico- religiosa.


Contesto storico: la produzione iberica nel XIV secolo

[1996]


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