Cinema
dopo il 1945: la science-fiction
Cinema dopo il 1945: la science-fiction
Il genere di fantascienza in cinema è dominato dalla produzione
statunitense, che può avvalersi di buone storie e soprattutto
della capacità degli "effetti speciali" che spettacolarizzano
e rendono il film congruo rispetto al genere. La cinematografia
europea gioca di rimessa, con alcuni buoni prodotti, realizzati
tuttavia senza continuità. Le cose migliori vengono da un
filone che potremmo definire "umanista", capace di utilizzare i
pochi mezzi a disposizione per narrare storie allucinate o altamente
simboliche: si pensi alla favola "Il ragazzo dai capelli verdi"
(1948) di Losey, a "Fahrenheit 451" di François Truffaut
(1966), o a "Alphaville" di Godard.
Al filone cronenbergiano, inquietante e in cui scienza e psiche
si intrecciano, rimanda uno dei pochi prodotti "internazionali"
della fantascienza europea degli anni Novanta, Nirvana
di Salvadores. Al filone "blade-runner"
appartiene "Il quinto elemento" di Besson.
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