Cinema: Le repubbliche sovietiche

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Cinema: Le repubbliche sovietiche

Fin quando è esistita l'URSS, la politica culturale del governo sovietico, nonostante censure e distorsioni, ha attuato il principio dello sviluppo di scuole regionali cinematografiche all'interno delle nazioni componenti l'unione politica. Il poter realizzare films al di fuori dei limiti della redditività economica ha permesso a molti giovani registi di poter realizzare proprie opere che si occupassero delle proprie regioni di origine cosa che non sempre è stato possibile in occidente. Il limite di gran parte di queste pellicole è l'ottica politica che spesso è esplicita e grava sulle storie e sui 'messaggi'.
In occidente si sono viste alcune pellicole molto interessanti, provenienti soprattutto dall'equivalente cinematografico del 'dissenso'.

Molto interessante il regista armeno Sergej Paradzanov. Si chiamava in realtà Sarkis Paradjanian, nacque a Tblisi nel 1924 [Georgia] (morì nel 1990). Fu in galera per diversi anni. Esponente di prim'ordine del 'cinema di poesia', fu grande amico di Andrej Tarkovskij. Fu condannato nel 1974 ai lavori forzati sotto l'accusa di contrabbando di opere d'arte e di omosessualità . Solo grazie a una campagna di solidarietà internazionale tornò libero nel 1978, ma il suo lavoro fu ostacolato di continuo negli anni seguenti. Le opere di Paradzanov affondano le origini nell'antichissima cultura armena: L'ombra degli avi dimenticati, Il colore del melograno, La leggenda della fortezza di Suram. Paradzanov usa molto i quadri fissi, da leggere come dipinti, giochi di colori, simbologie misteriose e affascinanti.


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