La cinematografia francese tra le due guerre

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La cinematografia francese tra le due guerre



In Francia l'industria nazionale cerca di porre argini alla dominanza hollywoodiana. Nell'ambito delle cinematografie internazionali è il paese in cui maggiormente si riesce a tenere la concorrenza, e ad elaborare un proprio mercato, con film aventi caratteristiche peculiari. Ciò grazie soprattutto alla vivacità interna dei propri autori, in gran parte provenienti dalla scuderia degli sperimentalisti, più che per una reale forza dell'industria. E per la capacità che ha Paris di attrarre cineasti provenienti dal resto dell'europa, l'ambiente culturale ancora abbastanza vivace. Rispetto ai primi anni del secolo tuttavia, la produzione cinematografica è chiaramente in crisi (se vedano soprattutto le case produttrici Pathé e Gaumont): la guerra ha mutato definitivamente i rapporti nell'ambito della produzione mondiale. Negli anni '20 la produzione cinematografica francese è interessata da una parte dalle sperimentazione del gruppo degli "impressionisti". Dall'altro dalla produzione del cinema commerciale. Nell'ambito di quest'ultima produzione da segnalare la produzione della Socié té des Films de France (SFF), filiale della Socié té des Ciné romans; questa era diretta da Jean Sapène, e aveva stipulato un accordo con la stampa quotidiana (Sapène era stato direttore di giornali) per la pubblicazione di feuilleton in contemporanea con la distribuzione dei films. Si potevano realizzare così film popolari ma di qualità. L'iniziativa introdusse nuovi criteri nella produzione francese. Tra i films prodotti dalla SFF sono alcuni che ebbero grandissimo successo, diretti da Henri Fescourt: Mathias Sandorf (1920) tratto da Jules Verne, Les misé rables (1925) da Victor Hugo, Monte-Cristo (1929) da Dumas. Nell'ambito di questa produzione, che ha alle origini dei testi letterari o teatrali è anche L'Atlantide (1921) di Jacques Feyder, proiettato nelle sale Parisne per più di un anno, di cui sette mesi in prima visione. Si tratta di un adattamento cinematografico da un romanzo di Pierre Benoit, uno dei primi kolossal francesi in risposta a "Cabiria" (1914) di Pastrone. Grande successo nelle sale hanno alcuni films che oggi hanno solo un interesse sociologico: L'abbé Constantin (1925), Poil de carotte (1925), L'homme à l'Hispano (1925) di Julien Duvivier; Les mystères de Paris (1922) una serie di Charles Burguet avente come protagonista il giovane Pierre Fresnay; L'agonie des aigles (1921) di Bernard-Deschamps; Les Trois Mousquetaires (1921) di Diamant-Berger; La bataille (1923) di Edouard- Emile Violet; Violettes impé riales (1924) di Henry Roussel; Le miracle des loups (1924) di Raymond Bernard, kolossal medievale; La Chatelaine du Liban (1925) di Marco de Gastyne tratto da Pierre Benoit; Belphé gor (1926) di Henri Desfontaines, tratto da Arthur Bernède già autore di un serial famoso ("Judex"); La Madone des sleepings, di Maurice Gleize tratto da Maurice Dekobra. Tra i registi del cinema commerciale, un posto di rilievo ha nella produzione francese di questi anni Ferdinand Zecca .
Appaiono negli anni '20 una serie di giovani registi che diventeranno famosi negli anni successivi: si pensi a Duvivier, Carné , Jean Renoir. Altri cortometraggi rivelano altri giovani registi: Claude Autant-Lara (Fait-divers, 1924), Alberto Cavalcanti (Rien que les heures, 1925), Jean Gré millon (Tour au large, 1927), Marc Allé gret (Voyage au Congo, 1927), Georges Lacombe (La Zone, 1928). Sono opere che si muovono tra realismo e avanguardia.

Il realismo poetico degli anni '30

Negli anni '20 si producono in Francia più di 1000 films, nonostante l'invasione dei produttori americani. Nei primi anni '30 all'aumento della produzione corrisponde un calo della qualità, in gran parte derivato dagli alti costi del sonoro e per la crisi economica. Nel 1929 si producevano 52 films, nel 1932 157. Nei primi anni '30 nasce e si afferma "la tragedia contemporanea" (le tragique contemporain), una tragedia ambientata in epoca contemporanea in cui la lezione dei naturalisti ottocenteschi si traduce in uno sguardo rivolto al presente e alle classi più sfavorite.
Protagonista del realismo poetico degli anni '30 del cinema poetico, incarnato dall'attore Jean Gabin, è l'uomo innocente schiacciato da un destino, contro cui la lotta è vana e fatale. Nei films di Marcel Carné e sceneggiati da Jacques Pré vert, in alcuni films di Duvivier - come La bandera (La bandé ra, 1935) dove Jean Gabin per la prima volta interpreta il personaggio-simbolo della nuova tendenza, Il bel gruppo (La belle é quipe, 1936) e soprattutto in Pé pé le Moko (1936) -, in alcuni films di Jean Renoir come Il delitto di Monsieur Lange (Le crime de Monsieur Lange, 1936) sceneggiato da Pré vert, in due films di Jean Gré millon - Lo strano monsieur Victor (L'é trange Monsieur Victor, 1938) e Rimorchi (Remorques, 1940) su sceneggiatura di Pré vert - è possibile riconoscere alcuni tratti comuni:
  1. l'approccio realistico, erede del naturalismo ottocentesco, della scuola letteraria populistica e dell'influenza culturale sovietica;
  2. l'ambientazione in fasce sociali di diseredati, emarginati, fuorilegge;
  3. il pessimismo di fondo, la presenza di grandi crudeltà accoppiata a momenti di grande tenerezza e pietà umana.
Al nuovo clima cinematografico non è estranea la vittoria delle sinistre alle elezioni del 1936, con tutte le contraddizioni e le debolezze del nuovo governo di Lé on Blum e del Fronte Popolare. I legami tra Fronte Popolare e cinema del realismo poetico sono però indiretti: due sole sono le opere che sicuramente si possono far risalire a finanziamenti politici, e sicuramente si tratta di opere di propaganda marginali: il mediometraggio La vita è nostra (La vie est à nous, 1936) commissionato dal PCF, e La marsigliese (La marseillaise, 1937) prodotto grazie alla CGT, la maggiore confederazione sindacale di sinistra, per la regia di Jean Renoir.
Tra i maggiori registi europei di questo periodo sono da considerare René Clair, Julien Duvivier , Marcel Carné , Jean Renoir.
La produzione cinematografica degli anni '30 francese non si esaurisce naturalmente nella produzione di questi grandi, né solo nel realismo poetico. Tra le centinaia di registi e autori francesi minori, sono da ricordare Jacques Feyder, Marc Allégret, Pierre Chenal, Jean Dreville, Georges Lacombe, Léon Mathot ecc.
Tra gli interpreti, si ridordano: Dita Parlo, Michel Simon.


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