Marcel L'Herbier

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Marcel L'Herbier

Marcel L'Herbier, nato a Paris nel 1888 (morì nel 1979), la sua fama di regista e realizzatore è legata soprattutto al cinema muto. Aveva una laurea in legge e una in lettere. Proveniva da una famiglia della buona borghesia. Durante la prima guerra mondiale è assegnato al servizio cinematografico dell'esercito. Negli anni Venti partecipò alle sperimentazioni del gruppo di Delluc, Dulac, Clair, Gance, Autant-Lara.
Esordì con "Rose France" (1918) cui seguì "Carnevale delle verità" (Carnaval des vérités, 1920). L'uomo d'alto mare (L'homme du large, 1920) deriva da un romanzo di Balzac, ed è tutto giocato sul rapporto tra uomo e mare: è il film più impressionista tra quanti girati da L'Herbier. Seguì "Villa Destin" (1921), e il famoso El Dorado (1921). In questo film, situazioni e ambienti tipici della produzione letteraria mondana alla Dekobra e alla Paul Bourget si uniscono a una ricercatezza visiva che spesso sfocia nell'estetismo. La vicenda melodrammatica di una ballerina spagnola è espressa in immagini accuratissime e ricercate, anche leziose.

Con "Eldorado" L'Herbier ruppe il suo sodalizio estetico con Louis Delluc, e con la Gaumont. Fondò una propria casa di produzione, la Cinégraphic. Con la sua nuova casa di produzione realizza L'inumano (L'inhumaine, 1924), una storia fantastica piena di innovazioni tecniche e di strepitose scenografie art-dé co e cubiste disegnate dall'architetto Robert Mallet-Stevens e dal pittore e cineasta Fernand Léger. Il film suscitò dibattiti e contestazioni. Alcuni lo considerarono la risposta francese all'espressionismo tedesco. In Italia uscì con il titolo "Futurismo". Nel complesso non fu un film che ebbe successo tra il pubblico: oggi se ne apprezza la ricchezza figurativa.

Il fu Mathias Pascal (Feu Mathias Pascal, 1925), dal romanzo di Pirandello, interpretato da Ivan Mousukin. Film solido e pieno di situazioni paradossali e di humour, rivela fin dalle scelte figurative una lettura ironica e astratta delle pagine pirandelliane. L'ambientazione - a Roma e a San Gimignano - e la recitazione partono da dati realistici e giungono all'astrazione e al simbolismo, grazie anche alla fotografia di Jean Letort e Guichard Bourgassof, e al parossismo controllato di Mousukin. Per molti critici, questa di L'Herbier fu la riduzione più fedele e ricca al testo di Pirandello.
Seguirono: "La vertige" (1926), "Le diable au coeur" (1927).

Il denaro (L'argent, 1928) esce muto nel 1929 quando ormai il cinema sonoro nordamericano dominava il mercato. L'Herbier si ispira all'omonimo romanzo di Zola, riletto in senso art-déco, e moderno (la trasvolata aerea, la radio che segue l'impresa passo per passo ecc.). Le ambientazioni imponenti sono di Lazare Meerson coadiuvato da André Barsacq. Sontuosità di realizzazione ma anche sperimentazioni tecniche: la macchina da presa posta su una paittaforma che scende per 22 metri dall'alto della cupola della Borsa fino alla 'corbeille'. "Il denaro" è la storia del finanziere Saccard che specula sull'impresa dell'aviatore Hamelin e tenta di ottenere con la forza i favori della moglie dell'aviatore, Line, durante la festa data in onore di lei. Finisce in carcere; l'innocenza dell'aviatore viene riconosciuta grazie all'intervento del nemico di saccard, il finanziere Gunderman. Tra gli interpreti erano: Pierre Alcover, la diva tedesca Brigitte Helm, Antonin Artaud. L'Herbier tentò invano di salvare l'opera sonorizzandola.

La successiva produzione mostra tutta la debolezza che era nei maggiori film precedenti, accentuando alcune caratteristiche melodrammatiche e confusionarie. Ancora al cinema muto appartengono: "Le mystère de la chambre jaune" (1930), "Le parfum de la dame en noir" (1931). Con l'avvento del sonoro dirige: "Veillée d'armes" (1936), "La brigade sauvage" (1939). "Ecco la felicità" (1940) è una commedia (dialoghi di Cocteau; tra gli interpreti è Michel Simon e Micheline Presle): la storia di un riccone rinchiuso in manicomio dai suoi eredi che deruba la banca e distribuisce i suoi soldi a chi vuole. "Histoire de rire" (1941), La notte fantastica (La nuit fantastique, 1942) forse il suo miglior film sonoro, "La révoltée" (1947), "Les derniers jours de Pompéi" (1949). Nel 1941 ha fondato l'Institut des hautes études cinématographiques (IDHEC); fu presidente nel 1937-45 dell'Association des auteurs de films.

Filmografia: Marcel L'Herbier

El Dorado (1921)
Rose France (1918)
Carnaval des vérités (1920)
Villa Destin (1921)
L'inhumaine (1923)
Feu Mathias Pascal (1925)
La vertige (1926)
Le diable au coeur (1927)
L'argent (1928)
Le mystère de la chambre jaune (1930)
Le parfum de la dame en noir (1931)
Veillée d'armes (1936)
La brigade sauvage (1939)
Histoire de rire (1941)
La nuit fantastique (1942)
La révoltée (1947)
Les derniers jours de Pompéi (1949)

Contesto

Cinema d'avanguardia tra le due guerre


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