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Ypsig Report 2010

Cronache dall’Ypsigrock: il festival più interessante d’agosto raccontato da Girodivite.

di Serena Maiorana - mercoledì 25 agosto 2010 - 5066 letture

Quattro giorni per ascoltare dal vivo la migliore musica indipendente della scena contemporanea nella splendida cornice di Castelbuono, incantevole paesino nel cuore delle Madonie che ha fatto innamorare il mondo quando Tornatore lo scelse come ambientazione del suo “Nuovo cinema Paradiso”. Questo e molto altro ancora è Ypsigrock, uno dei più interessanti festival di musica indipendente del Bel Paese, giunto quest’anno alla sua quattordicesima edizione (dal 5 all’8 agosto 2010), con un’offerta musicale ancora più ricca di quella degli anni precedenti.

La formula è sempre la stessa: le luci sul palco di Piazza Castello si accendono intorno alle 21:30 e le band emergenti aprono la serata prima dei grandi nomi in programma. Con “Avanti il prossimo” la rassegna del festival dedicata a proposte nuove ricercate e sempre di qualità, L’Ypsig si è confermato negli anni come uno dei palcoscenici più interessanti per conoscere le nuove tendenze della scena musicale contemporanea.

Quest’anno inoltre l’offerta musicale è stata ancora più grande: quattro serate e non più tre, e dunque più musica ma, ahimè, anche un prezzo più salato da pagare (a differenza degli anni passati quest’anno nessun concerto gratuito, ingresso minimo 10 euro a serata).

Ma vediamo come sono andate le serate, una per una.

Attesissimi la prima sera i Dinosaur Jr, il trio americano che ha scritto la storia del rock indie americano insieme ai Sonic Youth a partire dai primi anni ‘80 e ispirato tutta la generazione successiva. Attesissimi dicevamo, eppure hanno deluso il pubblico ypsino, proponendo uno spettacolo pallido e poco convincente, basando l’intera perfomance più sull’effetto revival che sui leggendari assoli della chitarra di J Mascis. Peccato, perché la serata si era aperta bene con la musica dei Zenerwoon e di Herself, scrittore e folk singer palermitano dalle splendide atmosfere.

Assolutamente da ricordare la serata numero due all’Ypsig. Ad aprirla i Pocket Chesnut con i loro stile giocoso e naif. Subito dopo è stata la volta di The Second Grace, nome in arte di Fabrizio Cammarata, talentuoso palermitano ormai al secondo album, dopo che con il primo ha guadagnato la meritata approvazione di critica e pubblico. Concerto di punta della serata i Gang of Four, famosa band post punk britannica datata 1977-1984 e tornata insieme dal 2004, che ha messo in scena sul palco dell’Ypsigrock uno spettacolo potentissimo e ironico, selle cui note tutta Piazza Castello ha ballato e fatto festa.

La terza serata si è aperta con le note fatate di “Business is a Sentiment”, album d’esordio dei Music For Eleven Instruments, neonata band della scena catanese che si è già fatta notare per la sua musica incantevolmente sospesa in chissà quale luogo spensierato. Sul palco subito dopo è stata la volta di Cameramia, quartetto friulano quasi tutto al femminile che ha proposto il suo originale sound violento e romantico insieme, arricchendo la performance con l’uso delle maschere realizzate per i loro spettacoli dall’artista Anna Pontel. Dopo di loro Piazza Castello si è lasciata travolgere da una inaspettata svolta disco, con i live set del duo made in England tutto al femminile Telepathe e dello svedese The Field, considerato una delle più alte espressioni della tecno minimale.

Ma la sua perla l’Ypsigrock 2010 l’ha riservata per la serata conclusiva. Domenica 8 agosto, ultima esibizione del festival, va in scena il polistrumentista canadese Caribou, nome di spicco della scena indietronica mondiale che, con la sua musica liquida e potentissima, ha entusiasmato il pubblico per un finale in grandissimo stile. Prima di lui a riscaldare il pubblico avrebbero dovuto pensarci i Too Young To Love, ma qualche problema tecnico di troppo li fa scendere troppo presto dal palco per poter lasciare il segno. Dopo di loro il giovane quartetto di art rock inglese dei These New Puritans ha messo in scena le sue sonorità fortemente suggestive, il suo post punk sinfonico erudito, ben confezionato e dalle atmosfere gotiche.

Anche quest’anno, e forse stavolta ancor più dei precedenti, l’Ypsigrock ha saputo riconfermare la sua fama di festival musicale di qualità, per dirla con il depliant dell’iniziativa “la sicilia che non ti aspetti”. Un’iniziativa di grande valore e grande richiamo, il cui merito va all’associazione culturale Glenn Gould, che la organizza e promuove da ormai 14 anni, anche se non senza pecche. Diverse infatti le carenze organizzative che andrebbero segnalate, prima tra tutte l’assenza di servizi nel campeggio organizzato per accogliere il pubblico del festival (dato che definire servizi quelle docce e quei bagni è davvero difficile), seguita da una presenza delle forze dell’ordine (ci dispiace doverlo ammettere) a tratti gratuitamente ostile nei confronti del pubblico del festival come degli artisti partecipanti. O almeno così ci è parso, dato che di multe per ubriachezza manifesta (praticamente ti multano se si vede che sei ubriaco, anche se sei a piedi, fermo, zitto e tranquillo) prima di mettere piede a Castelbuono per L’Ypsigrock non avevamo mai sentito parlare.


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