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Web Radio: una realtà in espansione

In Italia, le prime web radio comparvero nel 1998 e da allora sino ad oggi erano rimaste senza una vera e propria regolamentazione giuridica.

di Anna Colia - martedì 29 marzo 2011 - 3411 letture

Dopo mesi di lavoro che hanno portato dapprima alle bozze di regolamento, pochi mesi fa sono state finalmente stabilite dall’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) le delibere utili a regolare la nascita e la vita delle web radio e delle web tv (n. 606/10/CONS Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 1 del 03/01/2011 Suppl. Ordinario n. 3 [errata corrige inserimento allegato Serie generale - n. 24 del 31-1-2011] e n. 607/10/CONS Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 1 del 03/01/2011 Suppl. Ordinario n. 3 [errata corrige inserimento allegato Serie generale - n. 25 del 1-2-2011]).

Attenzione, però, per la normativa sono da intendersi web tv e web radio solo i siti centrati su queste attività, escludendo quindi siti o blog che pubblicano file multimediali occasionalmente o usano internet come supporto di un’attività iniziata in maniera tradizionale (si pensi alle testate on line, appendici di quelle stampate).

La normativa, ed è questa la vera novità, stabilisce che quelle che fatturano più di 100 mila euro dovranno organizzare la propria piattaforma tecnica e lo staff interno per soddisfare gli stessi obblighi cui sono sottoposte le radio e le tv tradizionali (tetti pubblicitari, obbligo di rettifica, tutela dei minori, iscrizione a un registro, registrazione dei programmi, ecc.).

A parte alcune incertezze di applicazione della normativa in ambito di community (dovrebbero infatti rientrare solo quelle aventi una responsabilità editoriale nel pubblicare audio/video e che fanno concorrenza alla tv tradizionale, ma tutto ciò è di difficile valutazione), soffermiamoci sulla web radio, che, nata negli Stati Uniti nel 1995 dopo il rilascio della prima versione di RealAudio da parte di Rob Glaser, è una radio digitale in cui le trasmissioni vengono mandate in streaming, cioè attraverso un meccanismo per cui il flusso di dati audio viene compresso e poi decodificato da un lettore multimediale.

In Italia, le prime web radio comparvero nel 1998 e da allora sino ad oggi erano rimaste senza una vera e propria regolamentazione giuridica. Nonostante i nuovi obblighi, oggi come ieri chiunque può aprire una web radio: basterà, in caso di attività non commerciale, che si costituisca un’Associazione e che ci si iscriva al R.O.C. (Registro unico degli Operatori di comunicazione) e quelle on demand potranno cominciare subito a trasmettere, mentre quelle con palinsesto dovranno aspettare 30 giorni. Il costo iniziale è di 150 euro.

In seguito, per regolarizzare l’attività di webcasting (simile a quella delle tradizionali emittenti radiofoniche, per la presenza di un palinsesto e l’assenza di interattività) è necessario sottoscrivere, come web radio personale, istituzionale o commerciale, la specifica Autorizzazione della SIAE (Società Italiana Artisti ed Editori), che prevede tariffe diversificate in relazione alla quantità di musica presente all’interno del palinsesto della web radio e a criteri soggettivi relativi al soggetto titolare del sito.

Nel caso di diffusione in pubblico di musica registrata si dovrà provvedere a pagare anche la SFC (Società Consortile Fonografici). Per gestire la programmazione, poi, basterà affidarsi a un software di regia automatica, e ce ne sono tanti, anche facilmente ritrovabili on line. In tutto ciò un piccolo appunto, però, vien da farlo: la delibera degli scorsi mesi stabilisce degli obblighi, ma di un supporto a queste piccole realtà chi se ne occupa?

Proprio con l’intento di diffondere e tutelare le "internet radio", nel 2005 è nata l´associazione W.R.A. (Web Radio Associate), dal cui sito (www.wra.it) non si ricavano notizie confortanti circa la salute delle web radio italiane, che, però, nonostante tutto, continuano ad aumentare. Soltanto quelle associate alla W.R.A. sono 272 e tutto ciò sembra evidenziare la voglia di una comunicazione diversa, sicuramente meno commerciale e commercializzata.

Per capire come si fa e come vive una web radio siamo entrati nello studio di una delle tante in espansione: Quanta Radio. Nata nel web il 22 marzo 2010, è un progetto realizzato dall’Associazione Culturale Jaisha, fondata nel 2005 a Roma, la quale si batte e fa dibattere per la difesa dell’infanzia e dell’adolescenza, ma anche per creare uno stimolo culturale negli adulti che spesso sottovalutano i bambini e le loro esigenze.

L’idea della web radio, partorita nel 2009, è stata del direttore Antonio Persia, appassionato di musica e già cantautore; il progetto è stato abbracciato da musicisti, attori di teatro, doppiatori, dj e da giovani tecnici provenienti da esperienze formative e lavorative nella già affermata radiofonia in FM, mentre il nome è stato suggerito dall’attore, regista e doppiatore Giorgio Lopez.

Sita in uno scantinato di un comune palazzo dell’Eur a Roma, interamente "apparecchiata" da Antonio Persia, che la dirige, oggi conta 200 ascoltatori che si stanno espandendo anche grazie al più importante social network, Facebook, e al sito www.quantaradio.it che a breve verrà rinnovato. Una volta scesi in questi magazzini, il silenzio sembra squarciato da qualcosa, seguiamo i suoni, apriamo la porta di ferro pesante ed eccoci arrivati a Quanta Radio, ed è proprio da lì, dal basso, che vengono musiche e parole di molti nuovi gruppi musicali, giovani aspiranti dj o semplici appassionati, che amano la radio e vogliono farne una carica di contenuti forti, potenzialmente trasmissibili ovunque nel mondo 24/7.

Alla domanda: che radio vuole essere Quanta Radio? Il direttore afferma: «Legalmente è una radio comunitaria generalista, che offre un palinsesto adatto a tutte le età, privilegiando etica e legalità, come punti fermi della sua filosofia di produzione. I temi trattati, attraverso le nostre circa 20 trasmissioni in diretta e in differita, sono stati tutti di rilevante importanza sociale e politica e seguite da un pubblico dai 13 ai 90».

Ai progetti di Quanta Radio sono interessate e già collaborano, anche altre realtà che lavorano stabilmente in diversi settori dei media e nel web, come Libera.tv, piattaforma web tv; Radio 100 Passi di Palermo ed il nascente Network nazionale ed europeo; Radio Bombay della provincia di Cosenza, che promuove attività socio-culturali, musicali nello specifico ed organizza spettacoli e rassegne artistiche, ecc. Quanta Radio ha iniziato anche una collaborazione stretta con l’Associazione “Poesia Totale” di Torino che si avvale della collaborazione del “Club del Libro” di Bruxelles, per la realizzazione della trasmissione di letteratura, editoria ed arti visive “Ondivago” del poeta Max Ponte.

La radio, primo vero importante strumento di comunicazione, grazie ad internet, dunque, diventa ancora più libera e possibile e, nonostante, come afferma Persia, «tanti siano i sacrifici da fare per poterla realizzare e trasmettere completamente autofinanziandosi, fino a quando si avrà qualcosa da esprimere e da voler condividere, qualcosa per cui battersi, ne vale pur sempre la pena».


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