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W l’Italia e pure la nuova libreria Mondadori

E i rapporti con il governo? Tutto bene. Infatti la Marina di Segrate (oltre che di Arcore) stima «l’ispirazione europeista e atlantista dell’esecutivo» ma, nello stesso tempo, è contraria «a ogni tassa sugli extraprofitti delle banche».

di Adriano Todaro - mercoledì 30 ottobre 2024 - 476 letture

IL FATTO – Marina Berlusconi inaugura alla Galleria Sordi di Roma una nuova libreria. Parla del suo futuro ed è d’accordo con Giorgia Meloni. Invitati e vip pendono dalle sue labbra fra tartine, camerieri in livrea crespelle e champagne. Polemica fra Corrado Formigli e direttore approfondimenti Paolo Corsini. W l’Italia.

IL COMMENTO – Quando si aprono nuove librerie, soprattutto piccole, noi siamo sempre contenti. Di solito, almeno quelle che frequentiamo noi, non ci sono camerieri in livrea e champagne ma il viso del proprietario/a raggiante per essere riuscito/a ad aprire una libreria. E anche però preoccupati perché, nel nostro Paese, non si leggono libri o, meglio, se ne leggono molto pochi. Alla Galleria Sordi, invece, erano tutti raggianti. La nuova libreria Mondadori, è grande, si sviluppa su due piani e Marina, figlia di cotanto padre, non poteva non attaccare i giudici, le famose toghe più o meno rosse. O, meglio, quando le toghe danno ragione ai Berlusconi, allora va tutto bene. Quando, invece, danno torto e, addirittura, condannano Silvio, allora… Ma torniamo all’inaugurazione perché la Marina di Arcore ha detto cose interessante. Sul suo futuro politico? No. Sul futuro politico di Pier Silvio? No. Ha detto, con chiarezza, che non tutte le toghe sono cattive. Meno male. «Alcune di loro – afferma – non sono nemiche di Giorgia Meloni o Silvio Berlusconi, ma di tutto il Paese». Forse pensava ad alcuni giudici del bel tempo che fu, tipo Metta e compagnia, quelli che hanno fatto guadagnare alla sua famiglia un sacco di soldi, quelli corrotti. Non quelli che hanno condannato il padre Silvio, quelli che in una sentenza hanno scritto che Berlusconi ha «una naturale capacità a delinquere». E i rapporti con il governo? Tutto bene. Infatti la Marina di Segrate (oltre che di Arcore) stima «l’ispirazione europeista e atlantista dell’esecutivo» ma, nello stesso tempo, è contraria «a ogni tassa sugli extraprofitti delle banche». Perché c’è di mezzo Mediolanum? Ma cosa avete capito? È contraria perché la tassa è «demagogica e dannosa per il mercato». Ecco, ora è tutto chiaro. Si preoccupa del mercato. Chissà se è lo stesso che frequento io quando faccio la spesa. E fra una crespella e una coppa di champagne le facce degli invitati erano tutte in adorazione della Marina bionda. C’erano ministri, parlamentari, giornalisti, direttori di giornali. C’era, non poteva certo mancare, Bruno Vespa che, ovviamente, si fregava le mani, c’era la vice del Senato Maria Elisabetta Casellati Vien Dal Mare, il ministro Nordio e tanti altri. Ed è arrivata anche suor Letizia Moratti che non solo è, incredibilmente, parlamentare europea ma anche presidente della Consulta di Forza Italia (boh!). E poi c’erano due illustri personaggi: Gianni Letta e Marcello dell’Utri nonché Fedele Confalonieri. Il primo prescritto per finanziamento illecito e il secondo pregiudicato per mafia. Sottosegretari, giornalisti, parlamentari tutti attorno a loro. Tutti che si baciavano, tutti amiconi, amici degli amici mentre Dell’Utri faceva una limpida riflessione, una riflessione di grande spessore intellettuale e umano: «Sono tornate le toghe rosse? Ma quando se ne sono andate?». Domanda da togliere il sonno. Massì ha ragione il siciliano imprigionato: le toghe rosse sono ancora vicino a noi e lottano con noi. Lui (il siciliano) ama e ha nostalgia dell’altro Lui così come aveva affermato tempo addietro: «Mussolini ha perso la guerra perché era troppo buono. Non era affatto un dittatore spietato e sanguinario come poteva essere Stalin». Non solo. A un certo punto, fra una fuga a Beirut per non andare in carcere e processi per mafia ha deciso di aver intenzione di avviare la revisione dei libri di storia, «ancora oggi condizionati dalla retorica della Resistenza». W l’Italia, l’Italia derubata e colpita al cuore …

Mentre Nordio sbevazza, c’è una polemica fra il direttore Approfondimento Rai, Paolo Corsini e il conduttore di “Piazzapulita”, Corrado Formigli. All’uscita della festa del quotidiano il Tempo, Corsini ha affrontato l’inviata di Piazzapulita con queste parole: «Voi di Piazzapulita siete… no comment». Dite all’amico Formigli che si guardasse un pochino nella coscienza, va… infame». Subito è arrivata la risposta di Formigli: «Io non ho il piacere di conoscere questo Corsini ma lui mi insulta dandomi dell’infame senza che ci fossimo mai incontrati, non ci siamo mai parlati nella nostra vita. Da noi non ha mai ricevuto insulti. Capisco che il direttore dell’Approfondimento Rai sia molto nervoso per la serie impressionante di flop editoriali che ha inanellato, di cui è chiaramente corresponsabile. Io la coscienza ce l’ho pulitissima caro Paolo Corsini, anche perché sono sempre stato alla larga dai partiti e dai palchi elettorali». Ma Formigli ha capito male. Sentite come contro risponde il direttore dell’Approfondimento Rai: «Ho specificato, come si sente chiaramente in onda, che mi riferivo al gradino. Sono giorni che zoppico per un problema al ginocchio, tanto che faccio magnetoterapia tutti i giorni, anche in Rai come tutti sanno e vedono. Se poi a lui piace attribuirsi certi epiteti…». Ah, ecco, tutto chiarito. Povera stella! Tutta colpa di un maledetto gradino. Dimenticavo. Corsini è militante di Fratelli d’Italia. Anzi. W l’Italia. L’Italia assassinata dai giornali e dal cemento.


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