Voglio un premio giornalistico

Fca e problemi personali. Onorevoli barricadieri e nuovi quotidiani

di Adriano Todaro - mercoledì 27 maggio 2020 - 2395 letture



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IL FATTO

Orlando: “Garanzie pubbliche solo per le attività in Italia” (Agenzia AGI, 16 maggio 2020)

IL COMMENTO

Debbo confessare che dopo aver letto le cronache di questi giorni che riguardano Stampubblica – soldi dati alla Fca, attacchi del barricadiero Orlando e rotture del Cdr di Repubblica – mi sono accorto di come sia stato poco previdente scegliere di lavorare per girodivite.

La paga è buona, certo. Ma mia moglie Ninetta, come al solito molto pratica e molto tagliata nel fare i conti, mi ha fatto aprire gli occhi: “Guarda che a Repubblica, ogni settimana, all’autore del migliore articolo vanno una “R” stilizzata e 600 euro lordi in busta paga. E invece voi, a girodivite, un cazzo di niente”. Ninetta quando ci sono di mezzo i soldi spesso è scurrile, ma non ha tutti i torti.

Anche girodivite potrebbe istituire un premio del genere. E già mi vedo consegnare dal direttore una “G” stilizzata e, soprattutto non 600 euro lordi ma mille euro perché 600 sono pochini e poi è meglio non apparire tirchi ai lettori.

Ninetta ha ragione perché, lo confesso, mi sono stancato di girare le viti “a gratis”. La professionalità va premiata e se a Repubblica l’assemblea del Comitato di redazione si è spaccata in tre tronconi – quelli a “sinistra”, fedeli a Verdelli defenestrato dopo solo 14 mesi; i “moderati” che vogliono dare fiducia alla nuova direzione; gli “attendisti” che stanno alla finestra per vedere come va – lo stesso potrebbe avvenire a girodivite. Il problema è con chi stare, con chi schierarsi. Scelta non facile. Appoggio (rigorosamente in ordine alfabetico), Piero Buscemi, Giuseppe Castiglia oppure Sergio Failla?

Chi mi darà più piccioli così da far contenta Ninetta? Attendo fiducioso offerte dai tre dell’Ave Maria e, intanto, mi guardo attorno e rifletto sulla situazione che si è creata nella settimana appena trascorsa.

Intanto dico W la Fca perché alla Fiat Chrysler Automobiles sono stati molto furbi. Mentre i loro giornali, liberi giornali, sparavano contro il terribile governo Conte, con la mano libera si prendevano un assegno di 6,3 miliardi garantiti dalla Stato cioè da noi, grazie ad un Decreto legge dell’orripilante governo Conte. E la questione della residenza fiscale in Olanda? Superata. Tanto che Repubblica ha subito difeso la Fca e ha titolato: “Una formula innovativa che aiuterà migliaia di imprese”.

Hai capito il Molinari detto il Sambuca? La Fca prende i soldi ma migliaia di imprese ne beneficeranno. In che modo? Boh! Non è dato sapere. Però è una “formula innovativa”. Talmente innovativa che già veniva applicata dal senatore del Regno d’Italia Giovanni Francesco Luigi Edoardo Aniceto Lorenzo Agnelli e poi dal fido ragioniere Vittorio Valletta.

In questo frangente s’inserisce, nel profondo dibattito politico, nientepopodimenoche, il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando che diventa, immediatamente, il paladino della “sinistra”. Cosa ha detto di tanto sinistrorso lo spezzino? Il minimo sindacale, ovvero vincolare il prestito garantito alla Fca con impegni precisi per quanto riguarda occupazione, sede legale e fiscale.

Orlando, che ormai gira con un fazzoletto rosso al collo e un Kalašnikov sulle spalle, ha parlato anche di “gruppi editoriali e centri di potere che tenteranno di buttare giù il governo”. E uno di questi centri è il nuovo corso di Repubblica. Singolare questa durezza verbale del giacobino di La Spezia il quale, nel passato, si è ben guardato di criticare Repubblica anche quando non scriveva nulla sul fatto che l’allora giubilato Renzi soffiava all’orecchio di De Benedetti di come sarebbe stato il Decreto legge sulle Banche. E non solo.

Il problema non è il nuovo corso di Repubblica. Il problema c’era anche prima quando il giornale appoggiava, comunque e sempre, il Pd.

Un altro incendiario, il caustico e simpatico Bersani, chiedeva di dare aiuti solo a chi paga le tasse in Italia; il ministro Gualtieri dà parere negativo e Orlando imbraccia il lanciafiamme. Ci sarebbe da ridere se non fosse una cosa seria oppure bisognerebbe entrare nel profondo dell’animo umano per capire cosa passa nella testa dell’ex giovane turco, di solito alquanto scialbo. Io non ne ho la capacità e rinuncio. Siccome, però, quel Sant’Uomo di Giulio disse che: “a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso s’indovina” (In realtà questa frase la disse papa Pio XI), allora io faccio un peccato – veniale, neh! – e penso che Orlandino nostro ha bisogno o sogna un posticino nel governo, questo o futuro.

Ambizione lecita come quella, del resto, dell’altro Andrea. il capogruppo Pd in Senato Andrea Marcucci. A quanto si legge sembra che anch’egli, ex partito liberale ed ex renziano, voglia un posticino ed ecco, allora, una dichiarazione importante a proposito del prestito Fca: “Il prestito chiesto a una banca privata da Fca serve a garantire lo stipendio dei dipendenti e dei fornitori di tutta la filiera”.

Pensiero profondo per un metodo che però non viene applicato a tutte le aziende italiane. Soprattutto non si applica alle piccole aziende.

Vabbè non stiamo a sottilizzare anche perché il mio problema non l’ho ancora risolto e Ninetta incombe. Sapete cosa faccio? Faccio domanda d’assunzione al nuovo quotidiano in gestazione di De Benedetti. Lì i soldi ci saranno senza dubbio. E poi mi piace il nome scelto per la nuova testata: Domani. Mi piace perché è una testata positiva e anche se “del doman non v’è certezza” come scriveva Lorenzo il Magnifico, è necessario guardare con ottimismo al domani perché, come risaputo, grazie a Rossella O’Hara, “Dopotutto, domani è un altro giorno!”.

E chissà se il nuovo giorno mi porterà la lieta novella dell’aumento di stipendio e della “G” stilizzata. Sì, perché, come scrivevo all’inizio, sono stanco di girare le viti a girodivite.

P.S. – Il Furioso Orlando diceva tutto ciò il 16 maggio scorso. Il 20 maggio, invece, su Repubblica ha posato il Kalašnikov e ripiegato il fazzoletto rosso. Ci ha ripensato e noi ne siamo contenti perché, dopotutto, domani è veramente un altro giorno. E a proposito di giornali, il Corriere, riportando la cronaca delle critiche del grillino Riccardo Ricciardi alla gestione lombarda della Lega sulla pandemia, ha così titolato “Il M5S attacca la Lombardia”. Fate attenzione: non la Lega, ma la Lombardia! Naturalmente Mentana è sulla stessa onda. Infatti, La7 e il Corriere appartengono a Umberto Cairo. È la stampa libera e indipendente.


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