"Voglia di Mafia", il nuovo libro di Bellavia e Palazzolo
Per la prima volta, un libro sulla mafia offre un punto di vista diverso: non parla dei mafiosi, ma di coloro che li cercano. "Voglia di mafia" è il titolo del libro-inchiesta dei giornalisti di "Repubblica" Enrico Bellavia e Salvo Palazzolo.
Al capo di Cosa nostra, Bernardo Provenzano, ormai latitante da 41 anni, scrivono proprio tutti: un commerciante di Alcamo gli ha chiesto di difenderlo dalla sua ragioniera che faceva trucchi nelle fatture ("Perché voi sapete della mia onestà"), una nobildonna della provincia di Messina continuava a lamentarsi del proprio amministratore e voleva a tutti i costi liberarsene, un condominio della Palermo bene ha sollecitato la mediazione criminale perché non si trovava un accordo sul rifacimento della facciata. Per la prima volta, un libro sulla mafia offre un punto di vista diverso: non parla dei mafiosi, ma di coloro che li cercano, in un bisogno spasmodico che è il vero problema da risolvere. "Voglia di mafia" è il titolo dell?ultimo libro-inchiesta dei giornalisti di "Repubblica" Enrico Bellavia e Salvo Palazzolo, edito da Carocci, con la prefazione di Gian Carlo Caselli.
Le stragi Falcone e Borsellino del ?92 sembrano essere state metabolizzate in fretta.
Bernardo Provenzano, la primula rossa di Cosa nostra, ha riportato l?organizzazione criminale all?antica funzione di sempre, la mediazione. Così la mafia è tornata ad essere inserita perfettamente nella Sicilia e nell?Italia del nuovo millennio, una strisciante voglia di mafia pervade la società, l?economia e la politica. Lo rivelano alcuni documenti eccezionali, le lettere di Bernardo Provenzano e le ultime indagini della magistratura, che il libro ripercorre, documentando e approfondendo.
"Voglia di mafia" racconta le storie dei commercianti e degli imprenditori che hanno preferito rivolgersi ai mafiosi, piuttosto che allo Stato, per chiedere più sicurezza. Protagonisti sono anche i politici siciliani che hanno bussato alla porta dei padrini bramando voti e consigli per sempre migliori alleanze. E poi uno stuolo di professionisti in cerca di raccomandazioni e scorciatoie.
Dalle storie degli insospettabili che si sono rivolti ai mafiosi emerge l?ultimo ritratto di Bernardo Provenzano: ha fatto tanti di quei favori che conserva una montagna di segreti. Sono la sua unica forza. Lui non ha un esercito né armamenti, come aveva Salvatore Riina. Possiede i suoi segreti, quelli del passato e del presente. E con questi ricatta, progetta, impone.
La voglia di mafia ha inevitabilmente un prezzo: è questo il tema della seconda parte del libro di Bellavia e Palazzolo. Cosa chiedono in cambio i mafiosi per i servizi resi? Il popolo delle carceri scalpita, Provenzano, indossati ormai i panni del "negoziatore", continua a tessere la sua trattativa sotto traccia, per cercare di demolire ? a colpi di riforme di comodo ? l?ergastolo, il carcere duro, e la legislazione sui collaboratori di giustizia.
Il fermento di questa fase di transizione si è riflesso in un fenomeno nuovo: dalle lettere dal carcere sottoscritte da stelle di prima grandezza del firmamento criminale, fino al tanto discusso proclama di Bagarella sui politici che hanno tradito gli interessi dell?organizzazione. La mafia, dunque, ha rinunciato ufficialmente a negare se stessa e si è fatta avanti con proposte riconoscibili, pronte a gettare le basi per un dialogo con lo Stato o con pezzi di esso.
Questo ha fatto pensare ad un alcuni analisti ad una difficoltà oggettiva di Cosa nostra e, in definitiva, al suo declino. A sostegno di questa tesi si citano le altre mafie e il ruolo egemone che sono state capaci di conseguire nella gestione dei traffici illeciti a livello internazionale, sul mercato della droga ad esempio, soppiantando Cosa nostra. Le indagini della magistratura raccontano invece di nuovi manager del riciclaggio formatisi alla scuola dei grandi traffici di droga degli anni Ottanta, riparati all?estero e da lì pronti a garantire la propria competenza al servizio delle cosche che hanno investito sui loro master di aggiornamento. Il libro si muove con il piglio dell?inchiesta giornalistica per delineare gli identikit dei nuovi manager di Bernardo Provenzano.
""Voglia di mafia" non è il segno della sconfitta ? dicono Bellavia e Palazzolo ? per fortuna, sino ad oggi, l?imprendibile capo di Cosa nostra non è del tutto riuscito nel suo intento di smantellare l?antimafia. Ma in molti continuano a offrirgli una mano d?aiuto. Di questo bisogna prenderne coscienza per continuare nel difficile percorso di riscatto da Cosa nostra. Forse, basterebbe far diventare argomento centrale del dibattito civile e politico la questione morale in tutti i campi della società siciliana".
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