Vincenzo De Luca: “Scopriremo in un secondo momento quante notizie false ci stanno raccontando in questi giorni"
De Luca ancora una volta fuori dagli schemi per dire la verità sull’attacco criminale all’Iran e le sue pericolosissime conseguenze (I. Smirnova per Faro di Roma)
“Scopriremo in un secondo momento quante notizie false ci stanno raccontando in questi giorni. Come con la provetta di Powell, che giustificò l’invasione dell’Iraq. Le armi non c’entrava niente, lo sterminio lo fecero gli americani”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, commentando all’Università di Salerno ciò che sta accadendo in Medioriente, con l’attacco israeliano all’Iran. “Quella guerra generò maggiore insicurezza nell’Occidente. E dopo Gaza e l’Iran saranno i nostri figli a pagare, perché i figli di chi è stato ucciso avranno come unico obiettivo la vendetta”.
Queste recenti dichiarazioni di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, rilasciate all’Università di Salerno a proposito del conflitto in Medio Oriente, hanno generato un dibattito acceso. De Luca ha paragonato la narrativa attuale sugli eventi in corso alla famosa “provetta di Powell” che, a suo dire, giustificò un’invasione dell’Iraq basata su premesse false. Un parallelo forte, che invita a una riflessione critica sull’informazione e sulle conseguenze a lungo termine dei conflitti.
Il riferimento alla “provetta di Powell” non è casuale. Nel 2003, l’allora Segretario di Stato americano Colin Powell presentò alle Nazioni Unite una provetta che, a suo dire, conteneva antrace, come prova dell’esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Un’affermazione che si rivelò poi infondata, ma che contribuì a legittimare l’intervento militare. De Luca suggerisce che anche oggi potremmo essere di fronte a una manipolazione dell’informazione, volta a sostenere determinate agende politiche. Questa critica all’affidabilità delle notizie è un tema ricorrente nel dibattito pubblico, soprattutto in contesti di alta tensione internazionale, dove la propaganda può giocare un ruolo determinante.
Ma il presidente campano va oltre la semplice critica alla disinformazione, addentrandosi in una cupa profezia sulle conseguenze future. “Dopo Gaza e l’Iran saranno i nostri figli a pagare, perché i figli di chi è stato ucciso avranno come unico obiettivo la vendetta”, ha affermato De Luca. Questa visione sottolinea la ciclicità della violenza e il rischio che il rancore e il desiderio di vendetta si tramandino di generazione in generazione, alimentando un’instabilità senza fine. Non è una novità che i conflitti creino ferite profonde e durature, ma l’avvertimento di De Luca richiama l’attenzione sulla responsabilità di oggi nel forgiare il futuro.
Le sue parole, pronunciate in un contesto accademico, hanno il merito di stimolare una riflessione più ampia. Al di là della condivisibilità o meno delle singole affermazioni, De Luca ci spinge a interrogarci su diversi aspetti cruciali: quanto sono affidabili le informazioni che ci arrivano? Quali sono le reali motivazioni dietro determinate azioni geopolitiche? E, soprattutto, stiamo agendo in modo da spezzare il ciclo di violenza o lo stiamo alimentando, lasciando un’eredità pesante alle future generazioni?
In un momento in cui le tensioni in Medio Oriente sono altissime, le parole di De Luca risuonano come un monito. Un invito a non accettare passivamente la narrazione dominante, a cercare la verità oltre le apparenze e a considerare le implicazioni a lungo termine di ogni scelta. La storia, spesso, ci ha insegnato che la verità emerge solo dopo molto tempo, e a caro prezzo. De Luca ci invita a non aspettare.
L’articolo di Irina Smirnova è stato diffuso da Faro di Roma.
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