Verso un’isola diversa, liberata
L’arresto del super latitante Provenzano ha dato una spinta per rinascita della Sicilia. E’ stata festa nell’isola, ma adesso vogliamo il nuovo tassello: l’elezione di Rita Borsellino governatrice di Sicilia.
L’arresto del super latitante Provenzano, l’uomo che è riuscito a battere tutti i record di invisibilità umana, è un segnale forte che proviene da quella parte della Sicilia che non ha mai cessato di lottare contro la mafia. Magistrati, forze dell’ordine, investigatori che, nonostante il drammatico ridimensionamento delle risorse finanziare a loro disposizione, si sono rimboccati le maniche e sono arrivati a questo attesissimo risultato.
Il boss indiscusso era inafferrabile. Per catturarlo, gli uomini delle forze dell’ordine non si sono potuti avvalere dell’alta tecnologia: era inafferrabile perché non aveva più un volto, era inafferrabile perché nessun pentito ha mai dato una mano, era inafferrabile perché il governo uscente aveva tagliato mezzi e uomini al dipartimento investigativo antimafia.
Provenzano non era un devoto delle tecnologie, usava per comunicare una vecchia macchina da scrivere dove batteva i suoi pizzini che poi consegnava ai suoi uomini per gestire cosa nostra, da un casolare in mezzo alla campagna a 2 Km da Corleone. Niente telefono, niente computer, niente conti bancari. Tracce che, di solito, gli investigatori privilegiano per smascherare i latitanti, se n’é dovuto fare a meno. È servita un’operazione di polizia vecchia maniera, con tanto di appostamenti, pedinamenti, telecamere in mezzo alla vegetazione. Alla ricerca di una traccia, uno spiraglio, un segnale che facesse capire, agli agenti, che l’uomo che stavano tenendo sott’occhio era proprio lui: Bernando Provenzano.
La traccia alla fine è arrivata, incredibilmente sono stati i suoi vestiti, appena lavati dalla moglie a Corleone, a portare gli inquirenti alla masseria dove il boss risiedeva, il bliz è scattato a mezzogiorno quando la ricotta e la cicoria erano pronte per essere consumate da "zu Bennu". E cosi, grazie ad un pacco contenente i vestiti puliti del boss, che la Sicilia si è liberata di questo macellaio, dopo 43 anni di latitanza.
Sono state tante le reazioni all’arresto, provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, ma a noi, qui in Sicilia, queste reazioni non interessano più di tanto. Quello che ci fa più piacere è la fine della presunta inataccabilità di cosa nostra, del mito dell’invisibile superlatitante, che ci attirava diverse pernacchie da tutto il mondo. Quello che ci preme dire é che la Sicilia si è liberata da un cancro che era diffuso e incurabile da 43 anni.
Le reazioni, quelle veramente significative, sono quelle dei poliziotti che festeggianti hanno portato Provenzano in Questura. Quelle delle tante semplici persone che, all’arrivo delle volanti, hanno esultato e gridato la loro indignazione al boss. È stata festa in Sicilia, si è scesi in tante piazze per festeggiare l’avvenuta liberazione da un incubo durato quasi mezzo secolo, una festa attesa da troppo tempo. Ma ora si deve ricominciare, si deve rimettere in moto quel meccanismo che dalle stragi del ’92 in poi ha fatto risvegliare le coscienze del popolo di Sicilia.
Serve lo spirito dei giorni dei lenzuoli bianchi, delle scritte sui muri, dei volantinaggi contro la mafia. Dal basso, si deve lavorare dal basso, perché la distanza tra la politica e i cittadini, qui in Sicilia, è più marcata che altrove.
Un’aria nuova già si respira da qualche tempo, ci sono altri modi di essere siciliani. Le associazioni antiracket, i ragazzi di Addio Pizzo, i giornali indipendenti, il sindaco di Gela. Realtà che già sono attivamente impegnate per costruire la coscienza civile per la rinascita della Sicilia. Ma la smossa, lo scatto, deve venire dai cittadini, dalle loro idee e dalla loro volontà di opporsi attivamente alla mafia. L’arresto di Provenzano è stato significativo, un’input importante per dire che la strada è aperta, percorribile, e che si deve insistere in questa direzione.
Adesso lavoriamo per una Sicilia differente, e aspettiamo speranzosi un altro appuntamento vitale: le elezioni regionali. E si, perché il tassello in più adesso deve arrivare, finalmente, dalla politica.
Rita Borsellino è la speranza dei siciliani onesti, di quella fetta importante di popolazione che non ne può più della politica dei palazzi, degli inciuci con i mafiosi, della distanza dai problemi reali. Rita ha recepito i segnali di questa popolazione stanca dei politici di professione. La Borsellino si è buttata in mezzo alla gente, la sta ascoltando, sta costruendo il suo programma di governo assieme ai cittadini. Gira, sempre, incessantemente nelle città e nei paesini di questa terra, in tre mesi a toccato 390 località differenti, ha costruito i “cantieri per il programma” una metodo per costruire un azione di governo attraverso la partecipazione attiva degli elettori, che non ha precedenti nella storia della politica italiana.
Non parla di lotta alla mafia, non ce n’é bisogno, nella sua figura è implicita questa tematica, ma parla di problemi di tutti i giorni, come la mancanza dell’acqua corrente in buona parte della regione, parla di territorio, di legalità, delle strade statali da costruire, del futuro dei giovani che Rita vuole a tutti i costi riuscire a garantire in Sicilia senza bisogno di fare le valige.
Un futuro in Sicilia, in una terra bellissima ma stuprata, è ancora possibile, si stanno costruendo le basi per un futuro migliore. Per una Sicilia che a Provenzano come boss invisibile preferisca Rita Borsellino come presidente di una Sicilia nuova e liberata. Perché la fortuna e il futuro non sia più un fatto di geografia, ma di opportunità.
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Ma quando la smetterete di chiamarla "isola" ? Questo volgare termine ormai è in disuso. Regione del Sud e basta.
Congratulazioni per la cattura di quel bastardo !! Mafia decapitata !
"Isola" è una parola splendida, che dà alla Sicilia la sua identità.
Veramente splendida. Speriamo che finisca ventimila leghe sotto i mari. Ovviamente con i siciliani.
Anche tu ci sei cascato in seguito a quello che ti raccontano i giornali di regime e le tv.Nessuna mafia decapitata solo scoop elettorale.Credimi. Purtroppo la vera mafia ha i colletti bianchi e sa mimetizzarsi troppo bene.Bisogna cambiare la cultura dalla base ed aspettare anni ed anni prima che questa cancrena venga cancellata.
Bella questa dei vestiti! Ci sono voluti 43 anni per trovare uno nascosto dietro casa che si fa stirare i vestiti dalla moglie? Ma ci fai o ci sei? Ma sei sicuro che il vecchietto si chiama Provenzano? Ma sei sicuro che sia un capomafia? Ma non ti sembra strano che uno che dovrebbe essere straricco se ne sta chiuso una vita in un tugurio? E non ha neppure un "picciotto" a controllare i dintorni?
Non puoi capire, ti lascio alla lettura di questo pezzo di Biuso uno dei nostri collaboratori....
Provenzano, il virtuoso
Una nota antropologica di Alberto Giovanni Biuso, Data 12 aprile 2006 - 75 letture
Girodivite sta dedicando giustamente molto spazio all’arresto di Provenzano. Mi limiterò quindi a una nota assai sintetica.
Quest’uomo è stato catturato in una abitazione dove probabilmente ha vissuto per un periodo non breve. E possiamo pensare che anche le altre sedi della latitanza siano state simili. Perché i capimafia non si allontanano mai dal territorio che dà loro identità e potenza. Come i cani e altri animali che delimitano con l’urina lo spazio del proprio potere.
A due chilometri dal suo paese, la modesta casa di un pastore, con la ricotta appena preparata che doveva costituire il pasto del boss insieme a un poco di cicoria e di miele. Una casa arredata con mobili poveri e con l’ovile accanto. Eppure Provenzano è certamente ricchissimo. Ai mafiosi non interessano i soldi in quanto tali ma il potere esercitato per conto di una giustizia altra, in nome di una virtù radicata in una visione del mondo profonda, ancestrale.
Provenzano è un uomo totalmente dedito alla propria famiglia, moglie amatissima e figli; nei suoi messaggi si leggono spesso dei riferimenti religiosi, al momento della cattura aveva tre piccole croci addosso e in casa la Bibbia e una corona del rosario. Un uomo timorato di Dio, convinto della centralità dei legami familiari (e quindi certamente inorridito dai Pacs e dal divorzio), legato a una visione del mondo non corrotta dal sapere (non ha concluso la seconda elementare) ma genuina, spontanea, radicata negli antichi valori cristiani. Gli stessi che hanno indotto Cuffaro a consacrare la Sicilia alla Vergine Maria. Cuffaro del quale Provenzano aveva con sé i volantini elettorali.
Dovremmo cercare di entrare in qualche modo nella mentalità di queste persone e capire meglio che la continuità tra la mafia e la maggior parte del clero cattolico siciliano non ha a che fare solo con opportunismi, paure e interessi ma prima di tutto con una comune visione della società e dell’uomo. Nel mio paese c’è un prete che parla di Dell’Utri come di una persona dalla quale prendere esempio. Bernardo Provenzano è un uomo virtuoso. Anche per questo è meglio vivere al di là del bene e del male.
MA ALLORA, VISTO CHE NE CONOSCEVATE LE ABITUDINI, POTEVATE DIRGLIELO AGLI INVESTIGATORI, COSI’ L’AVREBBERO TROVATO UN PO’ PRIMA DI 43 ANNI.
più che l’arrestato fanno paura gli arrestatori........POVERA ITALIA!
Hai ragione. Ma ti dirò di più. Io che vivo in questa splendita terra rido al fatto che chiamino il capo della mafia quell’omino occhialuto. Ma chi si vuole prendere in giro con questa storia? Tutti sappiamo che questa è solo la cosiddetta mafia con la coppola mentre i veri mafiosi si occupano non di estorsioni bensì di grandi opere e ricchi appalti( vedi il ponte sullo stretto, autostrade, restauri ecc.Quelli non li disturbano mai...vedrete
Perchè non ti fai fare una statuina di madre Rita Borsellino, e te la metti sul comodino, e così te la guardi prima di farti il pisolino. Perchè invece di perdere il suo tempo per aiutare la Sicilia non se ne va ad aiutare i poveri in India, per esempio? E mò te lo dico io. Perchè in India non c’è da guadagnare.
Perche io vivo in Sicilia e mi concentro sui problemi della mia terra. Non sò di che parte sei tu, non sò perche ti stai accanedo tanto, ma se la Sicilia odiera a te sta bene, meglio per te. Vuol dire che non te la passi male. Ma tu cosa fai per migliorare la cose?
Io non ci guadagno nulla a scrivere, sono volontario come tutti i trecento collaboratori di girodivite sparsi per l’Italia, quindi prima di parlare informati su come vanno le cose qui in Sicilia, informati sulla situazione del giornalismo siciliano. Informati.
Senti...io sono siciliano e sono stato anche in India e conosco le due realtà molto bene. Se pensi che sarebbe meglio andare a rompere le palle fra gente che lotta per sopravvivere fallo pure ma se non riesci a migliorare le cose di terra nostra vuol dire che è solo una scusa per immergerti nell’esotico e godere del tuo protagonismo misero.Collabora a migliorare le cose che stanno a te vicine e poi tenta in altri posti.
La parola mafia sarà, come sempre, protagonista anche alle prossime elezioni regionali siciliane dove si scontrano il presidente uscente Cuffaro, indagato per mafia, e la sorella di uno dei magistrati simbolo dell’antimafia, Rita Borsellino. Secondo il Sen. Ayala, con queste elezioni, alla luce della cattura di Provenzano, per la prima volta ci sarà un vero e proprio referndum sulla mafia in Sicialia.
Cuffaro indagato per mafia come Tortora indagato e arrestato. Basta con indagini e arresti, possibile che in Italia non c’è altro su cui scrivere? Ma non l’hai capito che tutta l’Europa ride degli arresti e delle indagini italiane?
A proposito,
l’Italia non è stata liberata!
Questo voto farà sì che il cane si divorerà la coda e altro..
Presto staremo in surplace sulle elezioni, sul proscenio del mondo,
..chi dice che usciremo dall’euro (gli inglesi)
..e altri che l’Argentina è il prossimo modello per i saggi italiani..
C’è ancora qualcuno convinto che l’Italia possa essere solo una pizzeria?
Io non dico i decrepiti, ma chi lo ha votato, dovrebbe pentirsi amaramente,
non ci sarà un punto dove si fermerà!
Saremo TUTTI poverissimi.
Ma pensi che lo sbando dipende dal voto? Non l’hai capito che i politici sono tutti uguali? Ce ci fosse un partito dei froci, e dovesse diventare il più votato, gli altri si farebbero froci pure, pur de magnare. E magnando se magnano l’Italia.
Girodivite non è il muro di un pisciatoio, non c’è nessuno nella redazione che possa filtrare i messaggi che arrivano, togliendo almeno gli sproloqui e le offese? Per il resto, ormai non mi stupisco più di niente. In un mondo e soprattutto in un’Italia di gente narcotizzata dalla televisione dove il dibattito sulla e nella politica non è tanto diverso dal tifo calcistico, si va avanti per stereotipi e senza ragionare, senza la voglia di conoscere la verità per risolvere i problemi di tutti: dal qualunquismo che ci porta a dire "tanto sono tutti uguali, tutti rubano alla stessa maniera", al revisionismo storico. Certo che la vittoria di una donna onesta che non proviene dal mondo dei partiti, sarebbe una bella boccata d’aria, anche per me che non sono siciliana.
Mi piacerebbe avere informazioni su come stanno procedendo i cantieri per Rita Borsellino e poi vorrei sapere se qualcuno sta andando a fare campagna elettorale nei paesini, perchè è lì che si gioca la partita. Qualcuno ne sa qualcosa?
Per qualsiasi informazione sulla campagna elettorale di Rita Borsellino, vai su:
http://www.ritapresidente.it/
Ci trovi tutte le date degli incontri e puoi proporti per collaborare.
La mafia è la mentalità di un intero popolo. E’ veramente ridicolo che si pensi di cambiarla con le elezioni, con le leggi, con gli arresti. Ma si può mai arrestare una mentalità? E con le elezioni si ottiene solo il potere, e con il potere i soldi. E null’altro.