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Verso la ‘Rete dello Stretto Sostenibile’

Verso la ‘Rete dello Stretto Sostenibile’: nascono le prime comunità di patrimonio. Un articolo di Venera Leto (Pressenza).

di Redazione - domenica 22 giugno 2025 - 344 letture

Messina – La “comunità di patrimonio” è un concetto chiave previsto dalla Convenzione di Faro, uno strumento giuridico quadro del Consiglio d’Europa sul valore d’uso del patrimonio culturale per la società, firmata nella località portoghese nel 2005 e ratificata in Italia nel 2020.

La Convenzione di Faro all’art. 2, lettera b, recita quanto segue: “Comunità di patrimonio indica un insieme di persone che attribuiscono valore a determinati aspetti del patrimonio culturale e che desiderano sostenerli, preservarli e trasmetterli alle generazioni future nell’ambito di un progetto pubblico”. Si tratta di un’idea che sposta il focus dal bene culturale in sé alle persone che lo vivono, lo riconoscono come significativo e se ne prendono cura.

La comunità di patrimonio, dunque, è costituita da persone (non necessariamente enti istituzionali) che si riconoscono in uno o più elementi del patrimonio culturale ed ha una relazione attiva con quel patrimonio: lo si autovalorizza come uso sociale, ne diffonde la conoscenza, ne trasmette la memoria alle generazioni future, agisce in modo partecipativo e spesso dal basso (bottom-up) promuovendo la democratizzazione della cultura ed è partecipe di un progetto collettivo orientato al bene comune.

La prima comunità di patrimonio dello Stretto nasce a Reggio nel settembre 2022 ed è formata da un gruppo di cittadini volontari che dal marzo 2021 si sono riconosciuti nella cura ambientale e culturale della scalinata monumentale di via Giudecca e delle aree limitrofe e che si sono costituiti in Associazione APS “Scalinata monumentale di via Giudecca”. La comunità si occupa della manutenzione e pulizia mensile della scalinata e del verde lungo via Giudecca, di educazione ambientale, coinvolgendo scuole e studenti, della valorizzazione del territorio attraverso eventi culturali, passeggiate e laboratori e di celebrazioni stagionali e iniziative speciali per tutta la cittadinanza.

Sulla sponda messinese la prima comunità di Patrimonio a nascere è “Paesaggio Oltre Forte”, un’iniziativa territoriale nata nell’ambito del progetto nazionale Minore. Un ‘Faro’ sul patrimonio culturale, promosso da Italia Nostra. La comunità è stata ufficialmente presentata alla cittadinanza l’8 giugno ed ha come obiettivo la valorizzazione del Forte San Jachiddu e del parco circostante coinvolgendo diverse realtà locali: Italia Nostra Messina, Associazione Parco Ecologico San Jachiddu, Cooperativa Lunaria, il Cantiere dell’Incanto , Legambiente Messina e la Libreria Colapesce. Lo scopo è quello di trasformare un luogo che nasce per scopi bellici in un Osservatorio sul Paesaggio e in un luogo di pace, condivisione e diffusione di buone pratiche. Le attività comprendono: la creazione di una biblioteca sul Paesaggio, eventi pubblici e comunitari, visite guidate, laboratori e mostre, coinvolgimento attivo delle scuole, laboratori di lettura per adulti e bambini. La comunità entra anche nella rete dei forti dello stretto promossa dal centro studi MedFort.

Grazie ad un dialogo molto intenso e proficuo e alle diverse assemblee tenutesi tra le due sponde, solo dopo qualche mese compaiono sulla Piattaforma Ufficiale Faro Platform anche le comunità di Patrimonio “Di qua del faro” e “gli Amici di Mortelle” con lo scopo di valorizzare il paesaggio della Zona nord e il patrimonio razionalista dell’Architettura Balneare di Mortelle.

La Comunità di Patrimonio “Di qua dal Faro” prende il nome da un libro di Vincenzo Consolo e nasce dall’Associazione “Messina. La città dello Stretto”, espressione dell’impegno civico profuso in questi anni dal Comitato popolare No Ponte Capo Peloro, in difesa dei beni ambientali e culturali dell’area dello Stretto e viene ufficialmente presentata alla cittadinanza il 14 giugno. La Comunità si riconosce nella tutela e valorizzazione del carattere “marinaro” delle aree urbane costiere, dal litorale tirrenico a quello ionico, da Capo Peloro al porto falcato di San Raineri. Vuole far riscoprire il waterfront storico e la stretta relazione che da millenni lega lo sviluppo urbano con le necessità marittime: il traghettamento, i collegamenti mediterranei, le attività di pesca. Per far questo, la Comunità intende rendere evidenti i segni ancora esistenti di questa stretta connessione tra la Città ed il suo Stretto: sia i beni monumentali, sia quelli immateriali. . La Comunità ha avviato una serie di passeggiate “alla scoperta degli antichi approdi di Messina”, in sinergia con le scuole, con le altre associazioni, Comunità di Patrimonio e con gli enti locali.

A tale scopo La Comunità di Patrimonio “Gli amici di Mortelle” nasce dall’omonima associazione di cittadini residenti in questa località di balneazione, posta nella periferia di Messina, lungo il litorale tirrenico che si sviluppa a partire da Capo Peloro. Essa intende proteggere e far conoscere i valori ambientali e culturali del sito di Mortelle, promuovendo la consapevolezza degli abitanti e dei numerosi fruitori estivi riguardo le peculiarità di questo territorio e la sua relazione con la geografia e la storia dello Stretto.

Questa forza centrifuga non si arresta ed anche grazie al supporto dell’Associazione dei Territorialisti, che da anni lavora in questa direzione, coinvolge sempre più realtà e La Rete dello stretto sostenibile viene ufficialmente presentata all’Università di Reggio Calabria il 15 aprile 2025. Le reti , sempre secondo la Convenzione di Faro, sono forme di coordinamento fra più comunità di patrimonio e in questo caso gli obiettivi comuni sono quelli di: valorizzare l’uso e salvaguardare il patrimonio culturale, naturale e paesaggistico dello Stretto; promuovere la partecipazione attiva e la tutela democratica del territorio secondo la Convenzione di Faro; favorire la fruizione sostenibile dello Stretto attraverso la collaborazione tra associazioni e comuni.

Al momento vi aderiscono informalmente oltre 60 soggetti, tra associazioni, enti e gruppi, attivi in settori quali turismo sostenibile, agricoltura ecologica, mobilità dolce, energie rinnovabili e recupero dei borghi con lo scopo di lavorare sinergicamente e trasformarsi presto in comunità di patrimonio: giorno 30 giugno a Torre Faro si terrà un’assemblea pubblica per chiunque volesse aderire al progetto.

Gli obiettivi futuri della rete oltre all’attivazione di nuove comunità di patrimonio per creare una mappa di nodi sempre più fitta prevedono:

 attivazione di gruppi di lavoro tecnico (UNESCO, parco nazionale, turismo sostenibile)

 eventi locali e laboratori partecipativi

 coordinamento tra le sponde per progetti integrati su ecologia, cultura e sviluppo

Si tratta di un modello innovativo di governance territoriale, dove la tutela del patrimonio nasce dal basso. Mette insieme competenze e identità diverse (agricoltura, ambiente, cultura, turismo) in un progetto unitario e sostenibile. Si pone come avanguardia civica per il futuro del territorio dello Stretto: dallo sviluppo economico responsabile al rafforzamento della coesione sociale e culturale. Questo processo in atto rende evidente un patrimonio culturale vivace ed una comunità attenta alle esigenze del proprio territorio di cui desidera prendersene cura, un Sud che sa autodeterminarsi e ci dimostra una narrazione completamente differente rispetto a quella che asseconda la logica coloniale delle grandi opere.


L’articolo di Venera Leo è stato diffuso da Pressenza.



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