Venti mesi di duro lavoro

Liquidazioni milionarie e pakistani multati

di Adriano Todaro - mercoledì 1 gennaio 2020 - 1740 letture



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IL FATTO

L’accordo con Cioli prevede, oltre alle ordinarie spettanze di fine rapporto, la corresponsione di un importo pari 1.850.000 euro lordi (95% a titolo di incentivo all’esodo e 5% residuo a titolo transattivo) e il versamento di 100.000 euro lordi quale Mbo forfettizzato per l’anno 2019, e la maturazione di un terzo delle Stock Grant assegnate con rinunzia delle restanti. (16 dicembre 2019, Huffingtonpost).

Con riferimento alla risoluzione del rapporto tra Cioli e Gedi, il Consiglio di Amministrazione della Società ha deliberato di addivenire a un accordo di risoluzione consensuale che comporta, oltre alle ordinarie spettanze di fine rapporto: la corresponsione di 1.850.000 euro lordi (95% a titolo di incentivo all’esodo e 5% residuo a titolo transattivo); il versamento di 100mila euro lordi quale MBO forfettizzato per l’anno 2019; la maturazione di 1/3 delle Units assegnate, con rinunzia alle restanti. (17 dicembre 2019, Dailyonline).

Prova ne è l’assegno che Gedi spa, editrice di La Repubblica e La Stampa, ha deciso di pagare all’ amministratore delegato uscente, Laura Cioli: 1,85 milioni, di cui “il 95% a titolo di incentivo all’esodo e 5% residuo a titolo transattivo” come spiega una nota dell’editrice, appena passata sotto il totale controllo della Exor degli Agnelli. (18 dicembre 2019, Il Fatto Quotidiano).

Laura Cioli – si legge nella nota - attualmente amministratore delegato e direttore generale del gruppo, lascia il ruolo di dg e conserva l’incarico di ad fino all’esecuzione dell’operazione di cessione della partecipazione detenuta da Cir in Gedi a Exor (secondo l’operazione annunciata il 2 dicembre 2019 da Cir ed Exor). (16 dicembre 2019, Il Secolo XIX).

IL COMMENTO

Poi dicono che in Italia c’è la crisi e non si sta bene! Balle. In quale Paese del mondo una lavoratrice dopo 20 mesi di duro lavoro se ne va a casa con 1,85 milioni di euro più 100 mila euro legati agli obiettivi, oltre naturalmente e giustamente al Trf? Solo da noi. Laura Cioli è una gentile e simpatica signora di 56 anni, ingegnere con incorporato master alla Bocconi che ultimamente, di mestiere, faceva l’amministratore delegato e direttore generale della Gedi, l’editrice di Stampa e Repubblica e non solo. Se leggete il suo curriculum (in terza persona), molto ampio e pieno di scritte di incarichi in inglese, vi colpirà una parola che appare spesso: “ha servito”.

Ad esempio in qualità di top manager esecutivo ha servito diverse aziende globali leader nei settori telecomunicazioni, media, energia, financial services, management consulting. “Ha anche servito come non-executive director vari Board di società quotate tra cui Telecom Italia, Salini-Impregilo, World Duty Free Group, Cofide”. Mica cazzi!

Per avergli dato quella liquidazione, certo avrà servito bene il suo padrone Gedi. Quando è arrivata, infatti, il titolo Gedi valeva 44 centesimi. Poi è sceso a 28 centesimi. Un bel servizio non c’è che dire. Quando è andata a dirigere la Rcs (Corriere) a fine ottobre 2015 ha dato un bel colpetto anche lì: le azioni valevano 73 centesimi, poi sono scese a 42. Un altro bel servizio. Poi è arrivato Cairo e Cioli ha fatto le valigie. Ma non si è dimenticata di passare dalla cassa e si è portata a casa 3,75 milioni di euro. Un altro bel servizio. E tutto questo mentre c’è una crisi spaventosa in campo editoriale con chiusure di giornali, prepensionamenti, precari pagati a 5 euro ad articolo e anche meno, edicole che chiudono ogni giorno per non più riaprire.

Sono tutti soldi legittimamente guadagnati, quelli della signora ingegnere Cioli, non si discute. Poi però leggo che a Prato, 21 lavoratori, quasi tutti pakistani, si sono beccati una multa di 4 mila euro per uno, per aver scioperato ed effettuato un blocco stradale. Multe a seguito del decreto Sicurezza 2018 del nostro amato Salvini. Questi pakistani non recepiscono la retribuzione da sette mesi ed ora, come regalo, una bella multa. Loro non hanno servito e non servono. Loro sono solo degli sfruttati e multati. E poi ‘sti pakistani non sanno neppure cosa sia il management consulting.


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