Urbino: Autonomia differenziata e Stato sociale
![](IMG/arton37076.jpg)
Un convegno a Urbino, il 26 novembre 2024, con Vincenzo Todi della Mura, Stefano Fassina, Roberta Calvano.
Le riforme non si fanno gli uni contro gli altri. Nessuno è più uguale dell’altro. Di queste parole dovremmo fare tesoro anche nelle nostre Terre quando rivendichiamo più autonomia per questo o quel comune. Ogni riferimento alla presunta diatriba tra Pesaro e Urbino, tra Urbino e Pesaro, è tutt’altro che casuale… Adelante pedro…con juicio (vai avanti pedro… con giudizio).
La proverbiale espressione la dobbiamo, come qualcuno ricorderà, ai Promessi Sposi. Quando, nel bel mezzo della rivolta del pane, Alessandro Manzoni racconta che Ferrer si porta via in carrozza il vicario addetto alle provvisioni che gli insorti vorrebbero scannare per averli messi alla fame e si rivolge nella sua lingua al cocchiere Pedro. E Adelante pedro… con juicio, ha in pratica detto nella sua decisione la Corte costituzionale rivolta alla politica italiana (in primo luogo, al Ministro Calderoli) che di giudizio in questa opaca vicenda dell’autonomia differenziata ne ha sin qui mostrata davvero poco.
La Corte lo ha detto certo nella sua lingua, ma il messaggio è inequivocabile. Come ci ricorda Vincenzo Todi della Mura, costituzionalista e componente della Commissione Cassese per i cosiddetti LEP (i famigerati livelli essenziali delle prestazioni) che martedì nella mattina del 26 novembre – dalle 9 alle 12 nell’aula Magna della Scuola di Giurisprudenza – sarà ospite dell’Università di Urbino per parlare, insieme a Stefano Fassina (già viceministro dell’economia) e a Roberta Calvano (autorevole costituzionalista dell’Università di Roma) di “Autonomia differenziata e Stato sociale“. Nella legislazione e giurisprudenza costituzionale. La nostra Carta fondamentale, insieme al ruolo fondamentale delle Regioni e alla possibilità che esse ottengano forme particolari di autonomia, esige innanzitutto che siano preservati i principi dell’unita della Repubblica, della solidarietà tra le Regioni, dell’eguaglianza e della garanzia dei diritti dei cittadini, dell’equilibrio di bilancio. E ha poi aggiunto, parole che dovrebbero restare scolpite nella pietra: "La distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra i diversi livelli territoriali di governo (deve) avvenire in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione".
Solidarietà, eguaglianza, garanzia dei diritti, bene comune: parole antiche, che la Consulta ci restituisce come nuovamente sperimentabili, come necessarie per riprendere un cammino comune. Le riforme non si fanno gli uni contro gli altri. Nessuno è più uguale dell’altro. Di queste parole dovremmo fare tesoro anche nelle nostre Terre quando rivendichiamo più autonomia per questo o quel comune. Ogni riferimento alla presunta diatriba tra Pesaro e Urbino, tra Urbino e Pesaro, è tutt’altro che casuale, è voluta. Anche qui vale il manzoniano monito: Adelante pedro…con juicio (vai avanti pedro …con giudizio).
L’auspicio è che tutti, a livello nazionale e a livello locale, al governo e all’opposizione, mettano finalmente un po’ di giudizio. Più autonomia autentica e meno falsa differenziazione. I divari territoriali, le differenze sociali, vanno messi in forma e governati, non vanno esasperati. Questo è – deve tornare ad essere – la politica. Questo esige la nostra Costituzione quando postula che "La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali".
Questo articolo di Antonio Cantaro, prof all’Università di Urbino, è stato pubblicato da Il Resto del Carlino cronache di Pesaro. Ringraziamo autore e testata.
- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -