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Una questione di verità

La mia mamma mi disconoscerebbe ma spero sia evidente che sto retoricamente cercando quale logica guerrafondaia si nasconda agli occhi dei più. Stiamo vivendo il cambiamento d’epoca ma, per come sembrano mettersi le vicende...

di Evaristo Lodi - mercoledì 16 ottobre 2024 - 572 letture

Ipocriti! L’aspetto della terra e del cielo sapete discernerlo; come mai però questo tempo non sapete discernerlo? E perché non giudicate da voi stessi quel che è giusto?” Luca, 12 (56-57)


Poveri israeliani, sono stati minacciati per più di settant’anni nel loro sacrosanto diritto all’autodeterminazione e ora che si stanno giustamente ribellando noi li condanniamo? Siamo i soliti, non vediamo al di là del nostro naso, non riusciamo a capire quali sono state le atrocità che hanno dovuto subire dal 1948 ad oggi.

Ho visto con i miei occhi la celebrazione fotografica di Ben Gurion, il padre della patria, per le strade di Gerusalemme, che salvò dall’estinzione lo stato d’Israele, quando i palestinesi si volevano opporre al volere dell’O.N.U., tutto schierato dalla parte della stirpe di Abramo.

Le Nazioni Unite erano state appena create e si pensò che volessero porre fine alle atrocità della seconda guerra mondiale. Ora invece i caschi blu vengono attaccati da quei poveri israeliani che non vogliono altro che estirpare il male dalla faccia della terra. Qualche becero buontempone vuole sottolineare gli accordi fra gli arabi palestinesi e i nazisti per far cacciare gli inglesi che, anche loro e in queste terre, hanno considerato gli abitanti come rozzi, ignoranti e inferiori.

I politici nostrani (non membri del governo, ovviamente) che siedono sugli scranni del Parlamento e fanno il tifo per coloro che vogliono annientare l’efferato strapotere islamico, sottolineano con veemenza la bontà del loro sostegno ai giudei, rivendicando le atrocità che hanno dovuto subire il 7 ottobre di un anno fa: più di 1.200 morti e più di duecento ostaggi, di cui più di 100 ancora nelle mani di quei terroristi di Hamas. Questi sono la feccia dell’umanità, il male assoluto, spalleggiati da quei maledetti di Hezbollah e dall’unica dittatura teocratica, sulla faccia della terra, che si è stabilita nei territori da cui nacque l’impero persiano e che, ancora oggi, minaccia l’esistenza stessa di Israele e dell’Occidente.

Per capire l’importanza delle sanzioni economiche che gli Stati Uniti dispensano a piene mani dalla seconda guerra mondiale in poi, è bene ricordare che, quando il potere in Iran divenne preda dell’Ayatollah Komeyni (1979), queste sanzioni, che hanno colpito soprattutto il popolo iraniano, non hanno sortito l’effetto sperato, anzi hanno privilegiato e solo ritardato la proliferazione nucleare degli eredi dello Shah.

Ho udito alcune frasi deliranti di questo tipo, in difesa di Israele da parte di politici italiani e di giornalisti simpatizzanti, non importa che fossero schierati dalla parte del governo o dell’opposizione (in Italia le opposizioni sono tante e affette da un buonismo assolutamente inconcludente e sempre prono al volere di sua santità gli Stati Uniti). Ho sentito frasi raccapriccianti che vogliono cancellare tutta la storia del XX° secolo, pur di dimostrare che stanno dalla parte della ragione.

Analizziamo un attimo i dati con cui, in prossimità dell’anniversario, sono stato quotidianamente subissato: i puristi, vorranno sorvolare sulle mie imprecisioni numeriche perché non hanno assolutamente valore scientifico. I morti del 7 ottobre sono più di 1.200 e oltre duecento ostaggi che, se diamo per buoni i proclami di Benjamin Netanyahu, secondo i quali Hamas è stato distrutto, dovrebbero essere morti anche loro. Forse gli ultimi bombardamenti sulla striscia di Gaza, sono forse fatti per scongiurare che alcune sacche di Hamas possano richiedere una tregua, in cui rilasciare gli ultimi ostaggi sopravvissuti? Diciamo, per approssimazione, che i morti israeliani sono 1.400, sgozzati, stuprati e torturati sul territorio israeliano e nelle viscere della striscia.

Invece a Gaza i morti sono circa 42.000, senza contare quelli in Libano e in Cisgiordania o West Bank, che dir si voglia. Facendo una superficiale divisione il rapporto fra la quantità di morti è di uno a trenta. Vorrebbe dire che il ricordo dell’eccidio delle Fosse Ardeatine viene oggi offuscato miseramente (33 soldati uccisi contro 335 civili e militari italiani trucidati, rapporto uno a dieci).

Non sono antisemita, me ne guarderei bene, come odio il revisionismo storico sulla Shoah. Quest’ultima è un fatto storico acclarato su cui non si può discutere. È doveroso solamente conoscerla.

Certo, quando il governo d’Israele si macchia di tali atrocità e di genocidi su vasta scala (non dimentichiamo che la guerra si sta minacciosamente espandendo), divento fortemente antisionista che è ben diverso dall’antisemitismo anche se sono in pochissimi a ricordarlo. Il riconoscimento dello stato d’Israele, voluto dall’O.N.U. nel 1947 sotto la spinta degli Stati Uniti e senza l’opposizione di alcuno, voleva due stati e due popoli in un unico territorio ed è curioso che qualcuno lo rivendichi ancora, dopo 77 anni, quasi fosse abbagliato dal fascino delle gambe delle donne o dai diavoli.

Sempre gli Stati Uniti hanno reso invincibili le forze israeliane, senza contare il fatto che anche loro detengono un arsenale nucleare ben fornito e molto meglio rifornito degli stati canaglia.

Ma sbaglio o anche l’Italia fornisce armi a Israele?

Ricordo un passo di un discorso di Kamala Harris (nonsense parlare di Biden) dove si rilanciava la validità del Green New Deal, (per fortuna, sulla spinta della nostra beneamata Ursula, l’abbiamo fatto nostro togliendo il New che avrebbe stonato con il riferimento al New Deal a stelle e strisce). Peccato che la stessa Kamala abbia voluto risparmiare il fracking , che tradotto sarebbe fratturazione idraulica dall’ondata ambientalista che serpeggia anche nel paese dello zio Tom e che in Europa possiede l’imprinting di una odiatissima adolescente. Userò dei termini non scientifici e i puristi vorranno continuare a essere clementi ma, per chi non lo sapesse, il fracking è il metodo per far emergere dal sottosuolo gli idrocarburi presenti nelle rocce attraverso l’acqua, letteralmente sparata ad altissime pressioni, tali appunto da frantumarle. È il metodo più invasivo per distruggere l’ambiente e anche noi, romantici italiani, lo pratichiamo ma non sul nostro suolo natio, bensì in alcuni territori africani, lontani da occhi indiscreti e in barba al piano Mattei che mi fa tanto rimpiangere l’epoca della Democrazia Cristiana anche se non era certo meglio della nostra.

Cosa sto dicendo? La mia mamma mi disconoscerebbe ma spero sia evidente che sto retoricamente cercando quale logica guerrafondaia si nasconda agli occhi dei più. Stiamo vivendo il cambiamento d’epoca ma, per come sembrano mettersi le vicende, non sembra esserci spazio per una qualsiasi soluzione pacifica. Altro che difesa dell’ambiente ed energie rinnovabili. Tutte le proteste globali per la difesa del creato (come ci ha avvertito Papa Francesco, ormai da più di dieci anni) hanno irritato i guerrafondai e coloro che avevano prosperato sull’utilizzo dei combustibili fossili. Ma chi ha prosperato? Tutti i potenti in tutti i paesi del mondo, Russia compresa, che viene accusata di non rispettare i diritti umani e che, appena ha compreso come il suo potere energetico fosse in bilico, ha scatenato la guerra in Ucraina. Per fortuna, l’Italia ha il PIL più alto d’Europa: se non fosse per l’aumento delle spese militari e dei finanziamenti all’industria delle armi, avremmo davvero questo indice economico più alto d’Europa?

Il quadro ipocrita che si viene delineando e che ci conduce all’esasperazione, ci farà sperare che le guerre, a prescindere dai genocidi, continuino all’infinito, altrimenti le grandi democrazie occidentali perderanno quelle spinte vitali ed economiche che le hanno distinte dal dilagare ormai diffuso del male assoluto camuffato nelle pieghe del terrorismo.


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