Una famiglia di resistenti
Leggere dei fratelli Cervi e della loro famiglia mi desta sempre una certa emozione. Appartengono alla storia dell’antifascismo e della Resistenza italiana. Un mito nel dopoguerra il cui ricordo negli anni si va inesorabilmente affievolendo, ma la loro storia va mantenuta viva...
Si chiamavano Gelindo (nato il 7 agosto 1901), Antenore (30 marzo 1904), Aldo – detto Gino - (9 febbraio 1909), Ferdinando (19 aprile 1911), Agostino (11 gennaio 1916), Ovidio (13 marzo 1918) ed Ettore (2 giugno 1921) furono fucilati al poligono di tiro di Reggio Emilia all’alba di martedì 28 dicembre 1943: sono i fratelli Cervi, figli di Alcide Cervi (1875-1970) e Genoeffa Cocconi (1876-1944). Leggere dei fratelli Cervi e della loro famiglia mi desta sempre una certa emozione. Appartengono alla storia dell’antifascismo e della Resistenza italiana. Un mito nel dopoguerra il cui ricordo negli anni si va inesorabilmente affievolendo, ma la loro storia va mantenuta viva nel pensare e riflettere, per intenderne al meglio l’esempio, il vissuto da continuare a testimoniare.
Chi erano i fratelli Cervi? Cosa ha rappresentato e rappresenta la storia della famiglia Cervi?
- Cervi - la famiglia - 01
I fratelli e la famiglia Cervi incarnano i valori del lavoro del mondo contadino e della democrazia intesa come dialogo ed essenza di partecipazione condivisa, di cui si nutre la società civile. Conoscere, pensare e riflettere sulla vicenda drammatica dei Cervi è fondamentale per trasmettere i valori su cui deve reggersi l’umanità, senza retorica. Nella storia dei Cervi si toccano in concreto concetti “puri e assoluti” che ispirano sentimenti solenni volti a rafforzare i legami ideali che li rendono più durevoli. Tra il 1945 e il 1954 Alcide Cervi si muoverà per l’Italia chiamato a presenziare convegni ed eventi sulla Resistenza (più di 500). La “consacrazione” nazionale del mito si ebbe il 1954 e il 1955, anno in cui fu pubblicato a cura del giornalista dell’Unità Renato Nicolai, I miei sette figli. Per parlare della vicenda dei fratelli Cervi e saperla leggere bisogna raccogliersi in silenzio, in atteggiamento riflessivo e cercare le parole appropriate e giuste da dire, nel pensare a sette fratelli che cadono nel medesimo istante e per la stessa causa. Lo sterminio familiare riporta alla memoria altri fantasmi di natura biblica od omerica: i figli di Niobe, i sette Maccabei, i sette fratelli di Andromaca. C’è chi ha paura di rievocare i fratelli Cervi perché ha paura persino della loro ombra e parlare dei fratelli Cervi porta a rievocare gli orrori della guerra civile.
- Cervi - la famiglia - 02
La storia arriva a spiegare e livellare tutto, con la pacificazione del non parliamone più, del perdoniamo, col perdono che richiede sempre l’umiltà del pentimento e rischia di portare facilmente all’oblio. Importante della loro storia conoscere quanto più possibile e avere un quadro più completo degli eventi che li hanno visti protagonisti. La vicenda della famiglia e dei fratelli Cervi è una storia significativa da difendere e riportare di generazione in generazione, in una continuità di riferimenti poltico-culturali che si collegano tra di loro, per evitare che di loro nel passare degli anni si conosca e sappia sempre meno e il ricordo degli eventi passati diventi sempre più sfocato. A casa Cervi, chiamati i “Rubàn”, coloro che vengono da Rubiera, contadini, figli e nipoti di contadini che lavorano duramente in campagna, abituati alla fatica, nel fare le cose bene, fino in fondo e con coerenza, rimarranno Alcide, le donne e undici bambini. Dalla storia della famiglia e dei fratelli Cervi: un massacro drammatico con esecuzioni sommarie si ha molto da imparare. Tra l’essere liberi o servi, i privilegi e la giustizia, l’umanità e la ferocia i fratelli Cervi - una famiglia povera che in dieci anni aveva trasformato un podere malandato preso in affitto ai Campi Rossi di Gattico - fecero la loro scelta di vita e di vera e propria Resistenza. I Cervi, nel diventare una famiglia all’avanguardia nei metodi di lavoro e nell’uso degli strumenti adatti, tra i primi ad acquistare un trattore “Balilla” per lavorare i campi, capaci di innovare l’agricoltura con tecniche moderne: livellarono i campi, regolarono l’irrigazione, ingrassarono i pascoli e arrivarono dagli otto iniziali capi bestiame a cinquantasei. Esempio di apertura mentale e curiosità intellettuale.
- Cervi - la fiaccolata in ricordo dell’eccidio - 03
Lavorano per assicurarsi una vita sempre migliore, nel saper produrre con diligenza, passione e pazienza, così da aumentare il benessere generale. Una comunità familiare dai saldi principi dove ognuno aveva la sua specificità. Negli affari importanti deliberavano tutti insieme, integri e affidabili: sapevano sempre come comportarsi e nel modo giusto, col padre chiamato a detenere il potere esecutivo. Ispirati dal credere in un nuovo ordine sociale e in una nuova umanità la lotta di resistenza contro il fascismo li ha portati alla morte. Quale il lascito dei fratelli Cervi e come viene presentato? Cosa si deve dire e pensare di loro? Perché ricordare i fratelli Cervi? Nel dissenso all’intolleranza e al totalitarismo fascista espresso dai fratelli Cervi ritroviamo tutta la capacità di saper prendere decisioni autonome e l’importanza vitale dell’esprimere esigenze e problemi nuovi che rendono necessaria la partecipazione attiva, contro le varie forme di ingiustizia. E’ importante riportare alla memoria i fatti accaduti, nell’esplorare l’oscurità del dolore che carica di responsabilità e mette di fronte a sfide complesse, alla ricerca della verità da conoscere e onorare in tutta la sua complessità. Un capitolo di storia da ricordare con saggezza, per evitare che venga rimosso o trascurato il dovere, in primo luogo di cittadini di sostenere la memoria civile. Dare voce ai fratelli Cervi significa rendere giustizia alle vittime e alla loro sofferenza. I crimini di rappresaglia richiedono una comprensione più profonda e ancor più una riflessione collettiva. Bisogna interrogarsi sulle cause che li generano e il contesto storico-sociale che li rende possibili, la responsabilità di chi li commette e il rispetto della memoria delle vittime, le dinamiche di potere che portano a tale ostilità; senza dimenticare il contesto che alimenta e perpetra la violenza. Soprattutto perché si tratta di episodi di violenza e sopraffazione straordinaria che lasciano segni profondi nella memoria collettiva e nelle comunità coinvolte.
- Cervi - la fiaccolata del 2023 - Campagine, Reggio Emilia - 04
Per saperne di più
L. Artioli, Con gli occhi di una bambina, Viella Libreria Editrice, Roma 2020.
M. Cerri, La pastasciutta dei Cervi, Viella Libreria Editrice, Roma 2023.
A. Cervi, Io che conosco il tuo nome, Piemme, Milano 2014.
A. Cervi-R. Nicolai, (introduzione di L. Casali), I miei sette figli, Einaudi, Torino 2013.
D. Fertilio, L’ultima notte dei fratelli Cervi, Marsilio, Venezia 2012.
T. Rovatti-A.Santagata-G.Vecchio, Fratelli Cervi, Viella Libreria Editrice, Roma 2024.
- Cervi - Adelmo Cervi, figlio di Aldo detto Gino - 05
Sitografia
Youtube/Google, Maria Cervi racconta la sua casa
Youtube, Ultima intervista a Maria Cervi.
- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -