Un punto e mes per due. Giuseppi paghi lei?

Giuseppi si preparò per la sua passeggiata domenicale. Si alzò e a piedi nudi, scalzo, si mise a cercare un calzino che aveva lanciato sotto il letto...

di Deborah A. Simoncini - mercoledì 9 dicembre 2020 - 1819 letture

Giuseppi si preparò per la sua passeggiata domenicale. Si alzò e a piedi nudi, scalzo, si mise a cercare un calzino che aveva lanciato sotto il letto, dove teneva rari esemplari di materiale pornografico. Viveva in un angusto e orribile appartamento che lui riteneva meraviglioso. Circondato dal silenzio passò in cucina. Era solo lì, dove il tempo e lo spazio gli appartenevano, che si sentiva veramente al sicuro.

Strinse la tazzina e soffiò piano per raffreddare il caffè. Dalla bocca gli uscì un filo di fumo, trasparente come l’aria. Per lui lì, dove porta e finestra potevano essere debitamente chiuse, si trattava di una vera e propria alcova, anche se nel frigo c’era un cartone di latte scaduto, le scorte non gli mancavano. Quando qualcosa finiva si preoccupava subito di rimpiazzarla. Si ricordò che da ragazzino era stato minuto e insignificante, adolescente dalla vita autentica e semplice, con i suoi smacchi e le sue delusioni, al campo estivo mangiava la pizza e i maccheroni con la salsa al formaggio e poi c’erano anche i ghiaccioli. Si grattava abitualmente l’interno delle narici, con l’indice infilato sempre più in su e solo quando si rendeva conto che qualcuno poteva guardarlo lo estraeva in tutta fretta e passava a strofinarlo velocemente sui jeans.

Silvio gli aveva dato appuntamento in un bar al Valentino per un drink “fatto di eleganza e fragranza”, garantito dalla chiusura di sicurezza. Le strade sospese tra la notte e il giorno erano ancora deserte.

Si infilò il giubbotto indossato dall’esercito americano nella guerra di Corea per proteggere dal freddo, diventato a suo tempo il simbolo della contestazione antiimperialistica. L’aveva comprato perché costava poco.

Silvio su whatsapp gli aveva scritto: “Ho trovato per tua fortuna un’idea geniale, meno male che ci sono io a pensare a queste cose.”

Giuseppi da Maestro Venerabile che aveva studiato legge e diretto uno degli studi legali più importanti della capitale, era di una pignoleria patologica e riteneva rare le occasioni in cui nelle contrattazioni si poteva fare a meno di lui. Gli piaceva scrivere e aspirava a un lavoro intellettuale, anche se non aveva un’idea chiara di cosa questo volesse dire. I temi economici e sociali lo appassionavano. Più di lui chi sapeva indagare con discrezione era Silvio che non era mai stato portato per lo studio e conosceva le persone giuste: non era stupido, ma non aveva passione, e poi con le lingue e la matematica non ci andava d’accordo per niente, non se la cavava. I numeri non lo interessavano, non gli sembravano reali quanto le parole. Il mestiere l’aveva imparato alla bottega da Mastro Vincenzo (detto “il mangano”) che con il rasoio e le forbici era un vero mago e gli aveva insegnato a fare i capelli con la sfumatura bassa. Nonostante tutto si era convinto che la vita non lo avrebbe deluso e che lui non avrebbe deluso il prossimo. Di sua spontanea volontà non si poneva mai domande e spesso scrollava le spalle e borbottava. Finito gli studi si era ritrovato con molti più soldi di quanto aveva preventivato e aveva deciso subito come investirli.

Si incontrarono al baretto del Valentino, alla Cantina del Giannone. “Che problema hai Giuseppi?”

Non si aspettava quella domanda e si sforzò di riflettere prima di rispondere. Scoppiò a piangere e Silvio lo dovette confortare.

“Considerami il tuo allenatore dell’anima e ricordati che la felicità è un eccesso. E’ una condizione impossibile da mantenere. Un concetto troppo difficile da esprimere. Giuseppi so cose che tu avresti voluto non sapere.” – gli disse con imbarazzo mettendogli un braccio intorno alla spalla. “Ma andrà tutto bene. Te lo prometto. So picchiettare nel punto giusto e così riesco a stabilire se un cocomero, una mela, o una zucca sono freschi. Non stare tanto a pensare a Matteo. L’amicizia è una sfida e troppo spesso, senza logica alcuna, premia gli eccentrici, i cattivi, le persone complicate che risultano poi essere guaste. Guarda me! Devi renderti conto delle tante cose che non sai.

E’ passato molto tempo da quando ho cominciato a darti una mano. Ma che cazzo vuoi dimostrare difendendo il tuo governo, che ce l’hai più lungo del mio? Mi credi così coglione?”

“Non offendermi con parolacce e pensieri osceni. Sono da dieci anni che tutti i giorni mi comunico.”

“Tu lo sai come me che dopo l’11 settembre e le guerre in Iran e Afghanistan l’idea della democrazia cosmopolita è andata in fumo. Il mondo è cambiato in modo definitivo e l’America non può più fare da cane poliziotto. Ma poi siamo sicuri che l’America sia quella terra di libertà ed emancipazione immaginata? I modelli statistico-matematici non mi hanno mai appassionato, né li ho mai compresi, sono costruiti ad arte per rispondere premeditatamente a domande inutili e hanno una applicazione limitata.”

“Insegnare all’Università è l’unica cosa che so veramente fare. E tieni conto che nel mondo accademico i docenti veramente bravi sono rari. Per molti il tempo dell’insegnamento è sottratto alla ricerca, alla stregua di un intermezzo che per quanto necessario risulta, tra un convegno e l’altro, non poco dispersivo. Si giustificano affermando che gli studenti sono diventati pigri e demotivati ed è ridicolo conferire loro il diritto di giudicare i professori.”

“Le coincidenze sono scritte negli astri. Ricordati che fu Palamede a inventare sia l’alfabeto che l’aritmetica. Ci sono mondi in cui i numeri si identificano indissolubilmente con le lettere. Hai mai sentito parlare di aritmomanzia? E’ l’arte di divinare il futuro delle persone dai numeri loro associati, si giunge così con i numeri e le lettere che si intrecciano tra loro alle radici alle origini del mondo. Ma tu con la scusa di “misurare l’aria” hai intrapreso ad architettare e proporre stratosferici programmi di sviluppo che dichiari dettagliati, quando non arditi e geniali. Come farai? Ho capito che con la squadra pensi di saper fare tutte le misurazioni necessarie per ottenere la quadratura del cerchio. Ricordati che hai a che fare con avventurieri e profittatori e accanto a te non mancano faccendieri e sicofanti. Risparmiaci la tua politica corrosiva fatta di ardimenti e genialità che risulta irriverente. Che ne sarà di te? I nottambuli, anche se mi attirano, ormai non li frequento più.

Per i ribelli al coprifuoco ci vogliono punizioni: il silenzio sia per me che per te è una necessità e una forma di protezione ci rende più misteriosi e interessanti.”

Giuseppi rimase sorpreso, ma si sentì sollevato.

“Io non tendo ad attaccare briga per primo, è la divinazione che mette in contatto i vivi e i morti. Il rito si propone di produrre un effetto e si avvale di pratiche finalizzate a catturare il pensiero. Ho lavorato per nascondere gli aspetti più spinosi e oscuri di me, ma in tutta sincerità non ho ingannato nessuno.

Se il destino di chi nasce è la morte è il futuro che preoccupa. Molti sono gli scopi e i metodi della magia, con caratteristiche comuni, perché la magia tenta di fare del bene o evitare eventi negativi. Per mantenere buone le relazioni sociali è molto importante esaminare le cause delle cose.

Ogni volta che gli veniva in mente Matteo, il ricordo arrivava a torcergli le budella e la collera lo travolgeva.

“Ti ho detto ciò che dovevo. Andiamoci a fare un punto e mes, allora. E non diventiamo tristi”.



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