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Un pianeta piccolo piccolo

Un pianeta piccolo piccolo : Storie di culture intrecciate / a cura di Alessandra Calanchi ; postfazione di Ben Pastor. - Scapezzano : Ventura Edizioni, 2022. - 168 p. - (Parole madri). - ISBN 979-12-80517-53-1

di Valerio Malimpensa - giovedì 1 settembre 2022 - 2158 letture

Un pianeta piccolo piccolo. Storie di culture intrecciate (Ventura Edizioni 2022) è un libricino minuscolo per pagine e dimensioni che mi ha toccato nel profondo come raramente accade, o come accade di fronte a capolavori d’altra caratura. Inaspettata grandezza per una confezione così piccola, a confermare il principio che non sono necessariamente quantità e dimensioni a fare di qualcosa, qualcosa di grande.

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Copertina di: Un pianeta piccolo piccolo, a cura di Alessandra Calanchi

È stata una idea vincente (in questo caso anche sinonimo di geniale) aver voluto pubblicare un siffatto lavoro legando insieme i punti di vista di chi ha sperimentato la condizione di colui che, in un modo o nell’altro, (ri)veste i panni dell’immigrato. 

C’è questa cosa chiamata realtà, dove ognuno vorrebbe vivere una vita felice, serena, almeno un po’ spensierata, che mostra facce diverse a seconda di chi sei e dove sconti la tua esistenza. Pur essendo tutti, alla fin fine, semplicemente uomini e donne. La realtà di un luogo specifico, dei valori, delle regole, condivisa da chi l’ha vissuta da sempre per il fatto del tutto casuale di esserci nato e da chi la vuol vivere invece per scelta; chi la esperisce da “nativo” e chi da immigrato.

Leggendo, ho preso coscienza della differente capacità di analisi di chi vive la normalità del posto in cui è nato e non ha mai lasciato - che spesso è sinonimo del semplice lasciarsi vivere, trasportato dal flusso della corrente che sospinge quell’esistenza - e di chi ci arriva da fuori. E poi è subentrata una consapevolezza amara, più profonda di ogni idea che mi ero fatto al proposito, di quanto troppo spesso sia difficile, per la persona straniera, riuscire ad integrarsi, venir accettato, cercare una propria dimensione. Disarmante la testimonianza della lotta impari contro il sistema che si dichiara pubblicamente aperto ma che nella concretezza mette i bastoni tra le ruote.

Meriterebbe sorte benevola questo libro, una diffusione di più ampio respiro che la sola distribuzione tra i soliti, una vera dimensione letteraria propria. E’ bello e ispira riflessioni.

Andrea Malaguti (italiano nel Massachusetts) è stata una rivelazione, Yafang Chang (taiwanese in Italia) una conferma piacevole, Ben Soltane (tunisina in Italia) una sferzata amara di realismo. Poi ci sono gli altri e le altre, esperienze personali di italiani all’estero come nel caso di Giada Trebeschi (italiana in Germania), che mi conferma che una bella imprecazione nella lingua madre dà soddisfazioni che altrimenti non si “gustano” - anche quando hai cinque lingue tra cui scegliere -, e i racconti di Anita Virga (italiana in Sud Africa) e Sada Ranis (italiana in California), la canzone di Devon Eban (nigeriano in Italia).

Le diverse forme espressive sembrano fatte per cucirsi addosso a ogni lettore secondo le proprie preferenze, l’insieme fa riflettere.

La prefazione (di Alessandra Calanchi, docente all’Università di Urbino) e la postfazione (di Ben Pastor, nota scrittrice italoamericana di crime fiction) hanno amplificano e contribuiscono a rendere chiaro il senso e il valore di quest’opera, confezionando a tutto tondo un volumetto che racconta le volontà e le difficoltà sull’esprimere se stessi in un luogo che non è quello dove si è nati, ma che, in fondo, è sempre un qualche posto su un pianeta piccolo piccolo.

Ultima chicca: i diritti d’autore saranno devoluti a Medici senza frontiere.


"Impegnati come siamo a erigere muri, dimentichiamo che sono le porte e le finestre a salvarci la vita, che sono i ponti che ci aiutano ad attraversare fiumi e strade, che sono le aperture che ci permettono di r/esistere. [...] La nostra storia è intessuta di scambi che da sempre superano i muri. [...] Le testimonianze qui raccolte narrano piccole storie di incroci linguistici e culturali, di ibridazioni e progetti che passano, a un certo punto, per l’Italia: un paese piccolissimo se guardiamo il mappamondo, un punto invisibile se guardiamo la Terra dallo Spazio". Dalla Postfazione di Ben Pastor.



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