Un errore di fondo "made in Sicily"
Palermo, 10 Luglio 2006, una data che l’onorevole Giovanni Mercadante, deputato regionale di Forza Italia, difficilmente potrà dimenticare perché esattamente il 10 luglio scorso l’onorevole Mercadante noto medico radiologo, è stato arrestato con l’accusa di associazione mafiosa.
A meno di due mesi dalle elezioni regionali "la maschera" della maggioranza inizia a sgretolarsi in modo inquietante.
Palermo, 10 Luglio 2006, una data che l’onorevole Giovanni Mercadante, deputato regionale di Forza Italia, difficilmente potrà dimenticare perché esattamente il 10 luglio scorso l’onorevole Mercadante noto medico radiologo, è stato arrestato con l’accusa di associazione mafiosa.
Giovanni Mercadante è accusato di essere uno dei "supporter" che hanno aiutato la latitanza di Bernardo Provenzano diventando "un punto di riferimento per la cura degli interessi del boss mafioso" attraverso il mantenimento di rapporti con altri capimafia...accusato di aver aiutato personalmente o attraverso particolari strutture sanitarie, gli "associati", redigendo anche certificati di favore.
Questo "impegno" sarebbe stato ripagato con l’appoggio elettorale di Cosa Nostra; la sua confermata elezione risale a neppure due mesi fa, il 28 maggio 2006, mentre il capo di imputazione è il risultato di un’indagine che parte da tempi molto più lontani per arrivare ad oggi.
Nelle ultime elezioni regionali siciliane nella sostanza si sono contrapposti due particolari schieramenti, quello di Totò Cuffaro presidente uscente della regione per la CDL, l’altro guidato da Rita Borsellino che ha coagulato attorno a sé le forze della sinistra.
Molte persone hanno ritenuto più affidabile Cuffaro che infatti ha vinto, spesso penalizzando la Borsellino per la sua mancanza di esperienza ai vertici della politica siciliana, in questo modo i siciliani hanno perduto l’occasione di affrontare con tutti gli strumenti della politica il loro grande nemico, la mafia.
Il programma dell’onorevole Cuffaro è sembrato forse più "concreto" visto che Rita Borsellino non è voluta scendere nei dettagli del "suo" perché come più volte ha detto << si fa presto a scrivere un bel programma a tavolino >>, quello della Borsellino era ed è uno solo, sconfiggere la mafia, base imprescindibile di tutto il resto, dell’economia, dello sviluppo, del lavoro, della cultura..
Cuffaro nel suo di programmi non parla mai di mafia, parla di mafia "nell’introduzione", che è un’altra cosa, Cuffaro e i suoi spendono qualche parola dura nei confronti della mafia solo nell’introduzione al discorso programmatico e non ne fanno dunque l’asse portante del loro impegno politico; nelle paginette, poche, uniscono l’argomento mafia a quello della sussidarietà e del bene comune, una triade dove due soggetti rivestono valenze positive.
Dieci capitoli "senza senso": la Sicilia dell’autonomia, delle istituzioni e della sicurezza, dell’impresa e del lavoro, dello sviluppo e dell’ambiente, dei settori e dei sistemi produttivi, dell’identità e della cultura, della solidarietà, della salute, della mobilità, del mare, dell’Europa e del Mediterraneo...è emergenza? La Mafia di più.
Senza lo sradicamento della mafia dal territorio le cento pagine del programma di Cuffaro sono aria fritta, nel bene e nel male, perché ogni cosa detta verrà realizzata secondo i dettami di chi in Sicilia fa la legge: i mafiosi, i capimafia quelli che danno gli ordini di intimidire, di uccidere, di saccheggiare chi lavora, di derubare chi vive.
I guanti bianchi immacolati di chi non vuole vedere, di chi non vuole sentire, di chi non vuole parlare nascondono in realtà sottilissimi rivoli di sangue sulle loro mani, ogni volta che si fa finta di niente si "aiuta" la mafia e allora ci sporchiamo di sangue perché i mafiosi sono assassini.
Un arresto sia pure con tutte le dovute presunzioni di innocenza, l’arresto di un personaggio importante da molti anni militante nelle file della politica siciliana, onorevole della nuova legislatura "Cuffaro", ci induce a riflettere sul ruolo della media borghesia siciliana in questo contesto storico politico.
Una classe sociale "affascinata" dallo pseudo modernismo della destra, incapace di resistere al canto di usignoli a batteria, che finita la carica si trasformano in avvoltoi e che fanno paragonare la Sicilia ad un bel paio di scarpe dalla suola rotta e senza una buona suola si va poco lontano, attraverso quei buchi opera la mafia e nessun percorso, nessuna strada può essere fatta se non ricuciamo quei buchi, se non li chiudiamo per sempre.
L’errore di fondo fatto dai siciliani il 28 maggio scorso è proprio questo, non aver appoggiato l’unico vero programma vitale per la Sicilia, quello che al di sopra di ogni altra cosa si impegnava a sradicare il sistema mafioso padrone dell’isola, un impegno arduo per un futuro sociale autenticamente democratico.
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Le ho raccontato una volta che mi trovavo dal meccanico e per caso in molti ci siamo messi a parlare di politica..
Ma le assicuro che è difficile per gli analfabeti o quasi, riuscire a capire da che parte sta il nemico..
Beati quelli che si accontentano..
Per esempio ci accontentiamo che la cosa si occupi solo dei commercianti..
Infatti, la gente consuma tanti soldi per comprare moltissime cose..
Se poi si dovesse pagare il pizzo sulla bolletta del telefono o del gas, allora sarebbe proprio grossa!
Per questo la gente non cambia!
E poi come si fa a cambiare? votando Don Chisciotte? lei sa bene che per fermare un mulino a vento serve poco la lancia di un cavalire..
Allora, cosa serve al sud? quanti morti abbiamo avuto per le guerre altrui!
Non serve chiedere la messa a regime..
Servirebbe levare alla mala la manovalanza, tramite l’offerta del lavoro e del benessere..
Allora di chi è la patata bollente?
Ma io le racconterei volentieri di quanta energia giovanile è stata distratta alla Sicilia per le patate bollenti altrui!
Ora noi non saimo più degni di combattere per la libertà.. siamo ben accontentati e convinti di scendere solo un centimetro al giorno, quasi a non accorgerci che si entra in tomba..
Gli intelligenti? le pare questa l’epoca?
no no, l’intelligenza è in soffitta, oggi vale il fiuto dell’affare, e altri escamotage per un discorso sempre più personale.
Nemmeno il nord, ha quell’armonia sociale tanto decantata! molti discorsi personali! ma creeranno solo un discorso privo di una logica sociale, portandola verso dei sentimenti criminali, gente ignorante aizzata contro gente sfruttata!
E’ anche un modo per abolire quella bio-diversità (perche in pratica solo di questo si tratta), quella finestra aperta che porta aria nuova, e che alla lunga finirà per portare la rovina nella casa del recluso).
In Sicilia nasce chi è più ricco.. ..di un bene sconoscito ad altri..
Solo chi ci viene lo può capire che il suo cuore gioisce!
Molti saluti
Sal
Credo che il poroblema della mafia sia un problema infinito. Se dovessi indicare il sinonimo di questa parola direi PREPOTENZA. Quando qualcuno ci passa davanti mentre facciamo una fila solo perché è più "grosso" è un prepotente; quando qualcuno chiama un amico per farsi fare un piacere e scavalca chi, più meritevole, gli sta davanti è un prepotente; quando qualcuno sfrutta la propria posizione per il proprio tornaconto è un prepotente; quando qualcuno chiede il pizzo ad un commerciante è un prepotente. Naturalmente il mafioso, come ogni altro prepotente, sfrutta la paura di chi gli sta davanti, ma se quel qualcuno potesse contare sull’appoggio di chi decide di non voltare la faccia dall’altro lato, avrebbe ancora paura? Sono convinto che la mafia sia uno stato mentale, legato indissolubilmente alla nostra cultura. Oggi debellare questa piaga è impossibile, soprattutto perché non abbiamo le basi per farlo. Nelle scuole non si affronta il probblema se non in maniera superficiale e questo non contribuisce di certo a rendere le cose migliori; inoltre, guardandomi attorno, mi accorgo che in parecchi casi il lavoro di quei pochi insegnanti che veramente provano ad educare i bambini viene reso vano da genitori che insegnano ai propri figli ad essere furbi più che giusti, svegli più che corretti. Ovviamente bisogna ricordare anche la grande assenza dello Stato o, se per qualcuno è più congeniale, la sua presenza discreta. Per poterci veramente buttare la mafia alle spalle dobbiamo volerlo veramente ed essere disposti a sacrificarci. Non serve andare alle manifestazioni contro la mafia e poi tacere come conigli davanti a qualche prepotente, né, e questo lo dico soprattutto per chi riveste posizioni di potere, serve fare proclami per la lotta alla mafia e poi scendere a bassi compromessi. Credo che sia giunto il momento di dire basta. Preferisco lottare contro mille mulini a vento piuttosto che mettere la testa sotto la sabbia. Siamo un popolo orgoglioso e fiero ed è ora di dimostrarlo al mondo intero.
L’argomento mafia (siciliana) mi fa pensare di più alla demagogia politica.
Si parla di tale argomento come un luogo comune, (per es. non esistono più le mezze stagioni, ecc.)
Calza bene ai siciliani perchè sono poco scolarizzati e molto ingenui.
Lo sanno tutti che ci sono state vittime a milioni, per altri motivi assai meno declamati, ma molto più pianificati.
Nelle società povere, vale il principio dittatoriale, perchè la democrazia è un bene di lusso..
Perciò, solo gli ingenui pensano di vivere in una vera democrazia..
§§§
Ogni giorno dopo il pranzo sento dei motori di moto sulle strade vicine che rombano ad almeno 140 decibel..
Pensate che sia un caso?
No, siamo in un periodo di poca democrazia (quindi di povertà)
Far rispettare la legge costa, e il male più grande è quello già individuato e lasciato libero..
Questa è la radice di tutte le mafie: il malcostume, che si diffonde in tutti gli strati sociali.
Mentre la mafia è nata guarda caso per garantire i diritti dei più deboli!
Oggi, per i motivi di cui sopra, la mafia è ovunque, al nord e al sud, e in tutti i posti del mondo.. Denominatore comune, non è certo il trionfo della giustizia, ma la presenza di soldi, o altre risorse (donne, bambini, immigrati, droga, ecc)..
Per esempio a Milano, ci sono dei ricchi che vorrebbero cambiare le "fiche del gioco dello sviluppo", proprio con il sud Italia (vorrebbero andare all’ONU!).
Vi sembra una cosa fatta da gente perbene? mi pare che quel gioco si chiama "guerra economica", e di solito la si fa contro chi sta oltre i confini di Stato!
Oltre che le guerre si fanno di solito con la clausola di dichiararle prima. Di avvisare chi di dovere che si sta comportando in modo riprovevole..
Invece, oggi si dice sud = mafia..
oppure "terroni"..
oppure poveri!
Ma sono cose ragionevoli?
Comunque, oggi non ci sono persone disposte ad entrare nel pollaio del vicino per rubargli le uova..
Prossimamente, il benessere dovrebbe portare ad una economia ben più lungimirante, tranne che questo non sia di disturbo a qualcuno..
Il nord non è così ricco! se no avrebbe già contagiato anche il sud con tale virtù..
Questo è il motivo.. E poi, a chi fa comodo che il sud abbia il suo sviluppo industriale?
Veramente pensate che il sud possa aiutare il nord facendogli la concorrenza proprio nelle sue attività vocazionali?
Certi interventi producono leciti dubbi, si usa dire infatti che "la patologia chiama la patologia" genericamente, in ambito psichiatrico.
Ora rileggendolo il mio articolo mi sembra "normale", dove per stabilire la criminalità di un’ associazione non si fa la conta dei morti ma si valuta anche e soprattutto la qualità della vita di chi è costretto a subire senza potersi difendere e gli interessi globali di un territorio, in questo caso la Sicilia, il tutto pensato e detto senza alcuna supponenza da nordista.
Ci sono programmi politici che in realtà sono specchietti per allodole e veramente contano sull’ingenuità della gente. La mafia è un cancro che va estirpato, è un luogo comune? No è semplicemente una necessità di vita.
A pensarci bene però, nel suo caso, forse, è solo una questione di decibel, provi a cambiare abitazione, hai visto mai?
En passant un leggero "appunto", quelle che si usano per giocare sono le fiches, le "fiche" sono un’altra cosa, a meno che non sia stato un lapsus e ...
"A pensarci bene però, nel suo caso, forse, è solo una questione di decibel, provi a cambiare abitazione, hai visto mai?" ...
...cambiare casa, ...abbandonare il territorio, la cultura mafiosa (subita ed esercita) è molto più radicata di quanto si pensi, non si eradica andando via per protesta, si rimane a protestare. Cambiar aria non mi pare un buon modo per esercitare i propri diritti e la propria libertà. Qual’è il prezzo della propria libertà e quello delle libertà future? Vale l’estremo sacrificio? La libertà e la dignità NON devono entrare in un programma politico di qualcuno, sono, e tali DEVONO rimanere, ad appannaggio del popolo tutto, quindi nè destra nè sinistra.
da come ha posto l’argomento mi sembra una persona addentrata nei sistemi..
Io le faccio una domanda: comprerebbe la raccolta completa di tutte le opere di J.S.Bach ?
E se poi fosse costretta a non potersene disfare per qualche ciscostanza eccezionale, poi le verrebbe voglia di ascoltarle tutte?
Oppure, il suo gusto, senza alcuna spiegazione sarebbe attratto da altre opere meno antidiluviane?
Perchè allora tanta mutevolezza nella natura umana?
Perchè in realtà (credo) che l’umano è solo mutabile, la verità si deve cercare ogni giorno, e non è cedibile ad altri. La mafia, è solo una questione di soldi, ma lei ne vuol fare una questione di arte definitiva.
A proposito, io faccio il musicista, e suono anche il jazz, ma le potrei fare molti esempi di mostri dell’arte mondiale che vivono dalle mie parti, però, siccome lei ha dimostrato di essere razzista, dovrebbe assolutamente attenersi alla "guerra economica conterranea" di cui mi pare lei sia portabandiera..
Conosce qualcuno dalle sue parti che suoni la chitarra come per esempio Irio De Paola? oppure bravo come Chalie Cristian, oppure come A.C.Jobim o Nat King Cole, o Erbie Hanckok..
Eppure questi signori non sono nordici, ma per lei certamente non è un argomento..
Eppure, si deve parlare di cose intelligenti tra prersone intelligenti.
Secondo lei allora, in cosa consiste l’abilità?
E penso che tale argomento se non è foriero di rivoluzioni, è veramente segno che le mafie hanno fatto già un ottimo lavoro.
L’abilità ci porta a creare, qualunque cosa.. se poi non ci sono i mezzi, le sembra una corsa corretta, questa?
Non è forse mafia?
Ho dovuto rileggere quello che Lei ha scritto. Forse ho esagerato, ma le assicuro che i siciliani non hanno nei cromosomi la mafia..
Tale argomento, è senza dubbio la retrospettiva di un popolo. Ma le posso assicurare che la mancanza di cultura, la mancanza di mezzi e risorse anche ambientali, possono fare la molta differenza..
Le chiedo scusa.
Non è questione di cromosomi. Sono siciliano, lo dico prima. Il problema nasce perchè la Sicilia è penalizzata geograficamente (isolata, e male per giunta; nessun ponte sullo stretto può ovviare. La Sardegna è isola, si, ma più a contatto con una realtà continentale) e soprattutto culturalmente (leggasi, il borbonismo qui non è mai morto). L’isolamento produce povertà, incentivata da mancanza di risorse intrinseche, e la povertà l’arte di "arrangiarsi", con conseguente tendenza a "risolvere le cose" in maniera clientelare. L’amico aiuta l’amico, e se non ce l’hai sei fuori.
Tutto qua. Tanto semplice quanto "banale"; ed appunto perchè "banale" si cercano spiegazioni più complesse.
A nessuno ha mai importato di risolvere la cosa: e in fondo non la si può risolvere, se non - forse - essendone coscienti. Perchè non si può risolvere un problema dovuto a fattori di fondo insormontabili come l’isolamento geografico. Potreste rigirare la Sicilia come un calzino, dotandola di infrastrutture e quanto di meglio all’avanguardia, ma non cambierà la cosa. Il problema si chiama "ignoranza endemica", dovuta all’isolamento, che ha creato una subcultura tale che la mafia è "a pro della gente", lo stato è "sfruttatore e non gliene frega nulla di noi".
...la mancanza di cultura, di mezzi e risorse...,per questi motivi è ancora più grave quando persone come Giovanni Mercadante vengono arrestate con l’accusa di fare parte di Cosa Nostra.
Mercadante ha cultura, mezzi..eppure...è o era, un politico affermato, "un mezzo" per legiferare, un uomo completamente cosciente e un politico appartenente allo schieramento di Totò Cuffaro, che è quello che attualmente "governa" la Sicilia.
Secondo i giudici, Giovanni Mercadante ha messo la sua disponibilità e competenze a servizio della mafia, organizzazione alla quale apparterrebbe come importante "raccordista" tra i vari capimafia.
Il gap storico anche siciliano va sempre più assottigliandosi, nessuno potrà più nascondersi dietro un dito, chi è mafioso lo è perché ha interesse ad esserlo, chi non è mafioso, invece, ha scelto la via della legalità rifiutando i soprusi dell’avidità e della prepotenza base e intreccio con il potere politico regionale e nazionale.
Approvo incondizionatamente quello che lei sostiene,signora Guidi.Troppo comodo nascondersi dietro il fatto dell’isolamento geografico ( anche la Gran Bretagna è un’isola) e culturale di cui parla il signore o meglio " l’innominato"che,forse per pura dimenticanza o per semplice convenienza, ha dimenticato di dirci il suo nome.La mafia non è un fatto endemico, eterno ed irreversibile,non è il castigo mandato da Dio,un Dio empio ed ingiusto,ai poveri TERRONI, condannati ab aeterno alle fiamme dell’inferno ed all’ignoranza.La mafia non è il nostro destino immutabile.Di Siciliani onesti ed acculturati ce ne siamo tanti e dobbiamo imparare a ribellarci alle prepotenze dei più furbi, dei più forti e dei più arroganti!! Un famoso scrittore francese, di cui mi sfugge il nome in questo momento, ha detto "CI SEMBRATE COSI’ ALTI, PERCHE’ NOI SIAMO IN GINOCCHIO; ORSU’ DUNQUE ALZIAMOCI". E’ ora di farla finita con i soliti luoghi comuni sul Sud e su i suoi vari "cuffari" che in dialetto siciliano sono gli ingordi o coloro che mangiano a crepapelle;il nome cuffaro deriva dall’arabo "coffa",grosso recipiente di paglia dove ci si ficca di tutto.ENZA