Un buon Soldato

Il 17 aprile si aprirà il processo in contumacia contro Mario Lozano, il caporale dei marines accusato dell’omicidio del capo dipartimento del Sismi Nicola Calipari e del tentato omicidio di Giuliana Sgrena e del maggiore Andrea Carpani...
Il 17 aprile si aprirà il processo in contumacia contro Mario Lozano, il caporale dei marines accusato dell’omicidio del capo dipartimento del Sismi Nicola Calipari e del tentato omicidio di Giuliana Sgrena e del maggiore Andrea Carpani. Il 4 marzo 2005, dopo il rilascio della giornalista, i tre percorrevano la Irish Road, la strada che dal centro di Bagdad conduce all’aeroporto quando si sono trovati sotto il fuoco del check-point 541.
Lozano svolgeva il compito di mitragliere del veicolo di blocco, al suo nome la Procura della Repubblica di Roma è pervenuta grazie a un esperto di informatica di Bologna che riuscì a decriptare gli omissis del rapporto della Commissione d’inchiesta statunitense. Oggi il soldato, nelle sue dichiarazione alla stampa conferma la versione di quel rapporto: il pieno rispetto delle regole d’ingaggio, l’eccessiva velocità dell’auto su cui si trovava Calipari. "Ho fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi soldato nella mia situazione" dice "solo due giorni prima due buoni soltati erano morti sulla stessa strada nello stesso modo".
Per il Dipartimento della Difesa americano questo è un caso chiuso e non ha permesso l’estradizione di Lozano, ma il resoconto sull’accaduto dell’ambasciatore Regaglini e del generale Campregher, i rappresentati italiani nella Commissione d’inchiesta, smentisce le dichiarazioni del Pentagono: il posto di blocco americano - istituito per il transito dell’ambasciatore Usa in Iraq John Negroponte che era già avvenuto molti minuti prima dell’incidente - era «irregolare» e «celato» dietro una curva a gomito, i soldati hanno fatto fuoco «per stress e inesperienza con reazione istintiva e poco controllata» senza dare tempo agli agenti di fermarsi e farsi individuare ignorando le regole d’ingaggio, non c’è stato alcun segnale al posto di blocco. Sulla Toyota Corolla sono state scaricate tre raffiche di colpi provenienti da un’unica mitraglietta automatica M240 calibro 7.62, in dotazione all’esercito Usa, secondo gli esperti balistici "da una distanza così ravvicinata che è da giudicare indubbiamente condotta idonea e diretta a cagionare la morte degli occupanti".
La procura ha quindi formalizzato nel giugno scorso la richiesta di rinvio a giudizio sulla base dell’articolo 8 del Codice penale che consente di procedere contro chi abbia arrecato offesa a interessi politici dello Stato. La morte di Calipari è quindi, per la magistratura, un delitto politico.
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