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Un anno dopo

Rivisitazione parziale dei principali avvenimenti di un anno fa, non tralasciando l’argomento sanità.

di Piero Buscemi - mercoledì 28 ottobre 2020 - 2095 letture

Questa settimana vogliamo divertirci, si fa per dire, a rivisitare quegli avvenimenti che occupavano le principali pagine dei quotidiani nazionali ed aprivano i telegiornali in modo quasi univoco, del resto come accade anche adesso, esattamente un anno fa.

Non è buona abitudine degli italiani andarsi a rivedere le notizie su quanto è accaduto nel recente passato. Non rientra tra i passatempi preferiti degli internauti che dedicano molto tempo della giornata allo schermo del proprio telefonino o del personal computer. Alcuni social sopperiscono a volte a questa lacuna, riproponendo cenni su notizie, immagini, discussioni che si ha avuto voglia di condividere o commentare ad una data ricorrente degli anni precedenti. Solo in quel momento si spreca qualche minuto a cercare di ricordarsi i dettagli di quello stralcio che ci si ritrova sotto gli occhi.

Nessuno escluso da questa sufficienza nell’approfondire un percorso storico di eventi che, provando a collegarli con una certa logica e capacità di analisi, potrebbero portare a comprendere meglio quello che si sta vivendo in un periodo successivo della propria vita. Noi di Girodivite abbiamo scelto il 28 ottobre, coincidente con l’uscita settimanale del nostro giornale, per rinfrescarci la memoria su quanto era oggetto di discussione esattamente un anno fa, ripassando le prime pagine dei quotidiani.

Un anno fa una delle principali notizie che si commentavano su più fronti fu la schiacciante vittoria della Lega di Salvini alle regionali dell’Umbria. L’avanzata dei leghisti e la detronizzazione dopo 50 anni di una delle roccaforti "rosse" da parte di un partito di destra, supportato poi anche da un riscontro inaspettato del partito della Meloni, lanciò dei segnali che tutto quanto accaduto poi nei mesi successivi ci ha impedito forse di interpretare nella sua completezza.

Mettendo da parte la politica e spingendosi oltre confine la nostra curiosità si è soffermata su un avvenimento che molti crediamo abbiano dimenticato. Fece davvero scalpore la notizia della morte del califfo Abu Bakr Al Baghdadi, considerato il capo dell’Isis, suicida con i suoi tre figli in Siria. Un racconto sulla vicenda fu direttamente dettagliato dal presidente americano Trump. In questi dodici mesi qualche notizia attinente al problema internazionale che ci ricollega al terrorismo è stato centellinato con brevi trafiletti che si sono infiltrati nelle scalette giornalistiche informandoci ad esempio su Alice Brignoli, la donna italiana che aderì all’Isis o ai più recenti episodi eclatanti, tra tutti quello recente di Lione. La parola "terrorismo" ultimamente è stata affiancata a "mediatico", quando si è provato a dare una spiegazione diversa all’emergenza sanitaria di questi mesi.

Un’altra notizia che destò molta preoccupazione fu la scoperta dell’attacco hacker nei confronti dell’Unicredit con il quale fu stimata la violazione dei dati personali di almeno tre milioni di correntisti. Un’ammissione degli stessi vertici della banca che subito dopo si prodigarono a tranquillizzare i cittadini coinvolti sulle loro giacenze in conto corrente.

A proposito di soldi, un anno fa le pagine dei quotidiani commentarono in modo quasi univoco l’operato di Mario Draghi a conclusione del suo mandato alla guida della Bce (Banca centrale europea) evidenziando i risultati ottenuti per salvaguardare l’euro nella lontana ipotesi di un ritorno alla lira, con tanto di plausi del presidente Mattarella.

Chiudiamo ricollegandoci in parte con le questioni di dominio pubblico di questi giorni e legate alla salute. Un anno fa un’inchiesta che fece scalpore e che allarmò i cittadini, specialmente quelli residenti in Toscana, fu quella sul batterio killer che provocò diversi morti nella regione, ripresa su vari articoli pubblicati su Il Fatto Quotidiano e che di seguito riassumiamo. La motivazione di questo numero incontrollato di decessi (su 75 ricoverati per patologie gravi, si registrarò il 40% di mortalità) emersa già un decennio prima, era imputabile ad un enzima, NDM-1 (Metallo-beta-lattamasi di New Delhi) capace di rendere i batteri resistenti ad alcuni antibiotici. Un problema che fu considerato dalle Nazioni Unite di un livello di pericolosità paragonabile all’Hiv. Secondo il mondo scientifico per cercare di contrastare il problema già allora si parlò di sorveglianza clinico epidemiologica, identificazione e isolamento rapido dei pazienti portatori dei batteri, disinfezione, sanificazione e permanente controllo delle attrezzature ospedaliere e degli ambienti chirurgici e clinici, adesione del personale alle procedure igieniche generali e soprattutto al lavaggio delle mani negli ospedali. Fu precisato anche che elemento da non sottovalutare fosse l’impegno politico a predisporre l’utilizzo di risorse umane e finanziarie. Tutto questo ci ricorda qualcosa, ma la vera domanda è: che sviluppi ha avuto la vicenda e cosa ne sappiamo in più oggi, ad un anno di distanza?


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