Ultima possibilità per Assange
Morti di Firenze: per La Stampa sono clandestini – Renzi abbandona e Gedi continua a vendere: è il turno della Provincia Pavese – A PalermoToday giornalismo investigativo – La Nuova Sardegna: pubblicità occulta? – Scommessa sul cartaceo – Dopo Concita De Gregorio inchieste e servizi speciali – Smemoranda è salva
ASSANGE: ULTIMA POSSIBILITÀ – Ieri mattina, martedì 20 febbraio, è iniziata presso la High Court di Londra, l’udienza che riguarda Julian Assange, il giornalista australiano che attraverso WikiLeaks ha reso noto i 700 mila documenti segreti del governo Usa sulle guerre e sulle condizioni dei prigionieri nei campi Usa. Se la Corte di Londra confermerà l’estrazione, il giornalista rischia 175 anni di carcere duro. Se così sarà, ad Assange non resterà che appellarsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Considerati i tempi, c’è il rischio che il giornalista possa venire estradato negli Usa prima che la Corte europea deliberi.
LA STAMPA: CLANDESTINI? – Il 18 febbraio scorso, a seguito degli omicidi avvenuti in un cantiere, a Firenze, il quotidiano La Stampa (gruppo Gedi-Elkann) ha così titolato: «Crollo del supermercato, clandestini nel cantiere». Sommario: «Tra le vittime almeno un operaio senza permesso». Stranamente il quotidiano piemontese del gruppo Gedi ha dimenticato che “clandestino” è stato messo al bando dalla Carta di Roma, una delle tante Carte deontologiche dei giornalisti. La Carta suggerisce che invece di “clandestino” si dovrebbe scrivere “migrante irregolare”. La Carta di Roma, però, non fa parte integrante del Testo unico sui doveri dei giornalisti, quindi il comportamento della Stampa non è sanzionabile.
LA SAE SCOMMETTE SUL CARTACEO – Il Gruppo Sae di Alberto Leonardis (soci sono il costruttore livornese Maurizio Berrighi (Toscana Sviluppo), l’editore romano (Zona Franca) Giulio Fascetti, Simone Prete e Pietro Peligra di Portobello spa, sede a Pomezia (pubblicità e negozi) e poi Atlante srl, Almi srl, Atnext srl, Brio Consulting srl, M&S srl) continua ad acquistare giornali cartacei. Nel 2020 aveva acquistato, dalla Gedi di John Elkann, il Tirreno, la Nuova Ferrara, la Gazzetta di Reggio e la Gazzetta di Modena. Ora ha gettato le basi per l’acquisto della Nuova Sardegna sempre dal Gruppo Gedi. Inoltre ci sono trattative per acquistare anche il Corriere di Siena e il Corriere di Arezzo (oggi di proprietà del Gruppo Angelucci). Il Gruppo Sae si dice convinto «che l’editoria quotidiana di prossimità, cartacea e digitale, e il patrimonio professionale e umano che essa porta con sé, siano il fondamentale presupposto di un ‘ritorno al futuro’ per l’intero sistema dell’informazione del nostro Paese».
LA NUOVA SARDEGNA E LA PUBBLICITÀ ISTITUZIONALE – Il tutto inizia quando, Il 15 dicembre 2023 esce l’articolo del Fatto: «Il modello sardo, l’informazione on demand. La politica paga e il quotidiano promuove». Nella pratica si fa riferimento al fatto che i giornali cartacei hanno bisogno di pubblicità e, quindi, il quotidiano di Sassari ha un accordo con il Comune di Cagliari «per realizzare due inserti di 4 pagine a colori da pubblicare all’interno del quotidiano aventi a oggetto una narrazione della città di Cagliari come era, come è e le prospettive di crescita. L’amministrazione sarà coinvolta nell’identificazione dei contenuti che saranno realizzati dai giornalisti della Nuova Sardegna con il contributo di esperti economisti, architetti, ingegneri, storici». Il costo approvato, “chiavi in mano”, è di euro 14.640 iva compresa. Poi è la volta di Alghero così da «valorizzare la cultura, i valori identitari, le tradizioni, il patrimonio artistico, creativo, paesaggistico, naturalistico e archeologico della città; e ancora la sua economia, nonché i prodotti e le eccellenze agroalimentari della gastronomia e quelle dell’artigianato; il tutto ricorrendo ai più moderni ed efficaci linguaggi di comunicazione e utilizzando i più efficaci canali di diffusione». L’importo del contratto con la Nuova Sardegna è di 83.570 euro iva compresa. I pezzi sono scritti – senza alcun compenso aggiuntivo ̶ dai redattori del giornale, gli stessi poi chiamati a raccontare le vicende delle città. L’Ordine regionale dei giornalisti emette un comunicato in cui si sottolinea l’articolo 10 del Testo unico dei doveri del giornalista il quale dispone che «il giornalista assicura ai cittadini il diritto di ricevere un’informazione corretta, sempre distinta dal messaggio pubblicitario attraverso chiare indicazioni. Non presta il nome, la voce, l’immagine per iniziative pubblicitarie. Sono consentite, a titolo gratuito e previa comunicazione scritta all’Ordine di appartenenza, analoghe prestazioni per iniziative pubblicitarie volte a fini sociali, umanitari, culturali, religiosi, artistici, sindacali».
RENZI ABBANDONA – Matteo Renzi, senatore, era il direttore editoriale del Riformista (da non confondere con il direttore responsabile) dal maggio del 2023 di proprietà dell’immobiliarista Alfredo Romeo proprietario anche de L’Unità diretta da Piero Sansonetti. Ora si avvicinano le elezioni europee e Renzi correrà, così come scrive l’ufficio stampa del suo partito «per dedicarsi a tempo pieno alla campagna elettorale per le elezioni europee, che lo vedranno candidato in tutte le circoscrizioni». Al suo posto Alessandro Barbano, condirettore del Corriere dello Sport, già nel passato collaboratore del Riformista e, attualmente, anche conduttore della rassegna stampa mattutina di Radio Radicale. Barbano, 65 anni, leccese, ha lavorato al Quotidiano di Lecce, alla Gazzetta del Mezzogiorno, è stato vicedirettore del Messaggero di Francesco Gaetano Caltagirone dal 2008 al 2012 e poi diventa direttore del Mattino (stessa proprietà) dal 2012 al 2018.
PROVINCIA PAVESE VENDUTA. A CHI? – Il 14 febbraio scorso il quotidiano La Provincia Pavese (Gedi-Elkann) non è uscita nelle edicole a causa di uno sciopero indetto dai giornalisti a seguito delle notizie apprese che poi hanno pubblicato sul quotidiano: «La Provincia Pavese è in vendita. Un imprenditore (una società con interessi in provincia di Pavia, ci dice Gedi, il nostro attuale editore) la vuole comprare, ma non vuole che si conosca la sua identità. Non si tratta di imprenditori agricoli locali, come si vociferava in città da tempo. Lunedì 12, su richiesta dei giornalisti, Gedi ha dato una succinta informativa al comitato di redazione». Il quotidiano, nato nel il 4 giugno 1879 come trisettimanale, definendosi «patriottico e progressista, libera voce di Pavia», ha sempre rappresentato un riferimento ben preciso. Chiuso nel periodo fascista è rinato dopo la Liberazione. Negli anni ’80 è stato acquisito dal Gruppo Espresso. Oggi copre un territorio di 185 Comuni. È dal 2020 che il gruppo Gedi vende le testate. Oggi, dopo la vendita di 12 quotidiani locali, il settimanale L’Espresso, il bimestrale Micromega, sono restate agli Elkann la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, La Provincia Pavese, la Sentinella del Canavese, Radio Capital, Huffington Post e Limes.
GIORNALISMO INVESTIGATIVO A PALERMOTODAY ̶ Il Gruppo Citynews (notizie in continuazione da 53 città italiane) amplia la propria copertura di giornalismo d’inchiesta e investigativo anche da Palermo, con PalermoToday. Si chiamerà "Dossier" e oltre a raccontare la politica, lo sport, l’attualità intende svelare tutte «le contraddizioni, i crimini, gli sprechi e le inefficienze del capoluogo siciliano». Dopo i primi tempi, l’accesso sarà a pagamento. Secondo il direttore delle testate siciliane e calabresi di Citynews, Andrea Perniciaro, «L’ambizioso obiettivo di Dossier è quello di spiegare in modo approfondito quel che accade in città. Vogliamo scavare a fondo, indagare su quello che c’è dietro i problemi, a volte atavici, di Palermo. Provando a intercettarne gli scandali, le storture, gli sprechi e i malfunzionamenti. Puntiamo così a offrire ai palermitani un’informazione aggiuntiva rispetto a quella attuale: più approfondimenti, storie, inchieste e reportage. Un plus di informazione che i nostri lettori sono anche pronti a pagare, come ci hanno spiegato e dimostrato in un sondaggio che abbiamo realizzato di recente».
CONCITA DE GREGORIO LASCIA – Concita De Gregorio direttrice di The Hollywood Reporter Roma aveva lasciato, tempo addietro, ed era stata sostituita da Boris Sollazzo. Poi un attacco hacker aveva bloccato il portale. Ora è stato tutto ripristinato e l’editore Gian Marco Sandri fa un bilancio e dichiara che The Hollywood Reporter «non solo internazionalizzerà il mercato dell’informazione italiana sull’audiovisivo, ma si addentrerà anche in segmenti quali inchieste e servizi speciali, offrendo ai consumatori una visione chiara e trasparente del backstage di un settore industriale cruciale per il nostro Paese che ancora non è stato completamente svelato».
SMEMORANDA SI SALVA – Smemoranda, il famoso diario-icona di tante generazioni di studenti è salva. È stata acquisita dall’editore internazionale, Lucio Santoro – che tra l’altro produce gli articoli scolastici marchiati Gorjuss – con un altro imprenditore italiano, Valerio Benini. Una nota Ansa spiega che Santoro «intende garantire continuità al progetto editoriale, a tutti quei valori e contenuti che da sempre hanno caratterizzato il fenomeno (culturale) Smemoranda e che hanno trasformato il diario/agenda da un oggetto di consumo, a un vivace soggetto di cultura e design e poi di culto».
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