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Ucraina. Ortenzi: ‘La soppressione della Chiesa ortodossa porterà ulteriori divisioni’

di Redazione - sabato 24 agosto 2024 - 478 letture

Filippo Ortenzi, arcivescovo metropolita della Chiesa Ortodossa italiana, è intervenuto sulla decisione del parlamento ucraino di sopprimere la Chiesa Ortodossa Ucraina: “La Chiesa Ortodossa Italiana ha appreso con dolore la delibera della Duma ucraina di mettere fuorilegge la Chiesa Ortodossa Ucraina, nonostante questa abbia rotto formalmente il legame che la univa al Patriarcato di Mosca, le cui origine sono comuni e risalgono al 980 quando il principe della Rus’ di Kiev (di origine variaga) Vladimir I il Santo, dopo aver ricevuto il battesimo a Cherson (in Crimea) e preso il nome cristiano di Basilio, tornato a Kiev promosse il battesimo di massa degli abitanti nelle acque del Dnepr.

Quella tra Russia e Ucraina è una guerra fratricida tra popoli ortodossi, come ha affermato il metropolita ortodosso ucraino Onufrij. I popoli russo e ucraino provengono dalla fonte battesimale del Dnepr e una guerra tra loro è una ripetizione del peccato di Caino, che uccise il suo stesso fratello. Una tale guerra non può essere giustificata né da Dio né dal popolo. Non si può cancellare la storia con un colpo di spugna oppure con una legge. Questo provvedimento, sebbene possa essere visto come una mossa strategica da parte del governo di Kiev, porterà inevitabilmente ancora più rabbia e divisioni in quei territori già provati dalla guerra. La fede e la spiritualità non sono aspetti che possono essere facilmente rimossi o regolamentati. Esse fanno parte dell’anima di un popolo e rappresentano un legame profondo con la propria storia e cultura. La soppressione di una Chiesa, che neppure Stalin pur perseguitandola aspramente non si azzardò mai a sopprimere nonostante ben 50mila ucraini avessero militato nelle SS naziste e oltre 250mila in altre formazioni militari e gruppi anticomunisti; nel 2014 rappresentava il 64,6% della popolazione ucraina, con 34 diocesi (eparchie) e oltre 6mila tra parrocchie e monasteri: la cosa non può che suscitare lo sdegno di tutti coloro che reputano la libertà religiosa come uno dei diritti fondamentali dell’uomo.

Non si può cancellare per legge una parte significativa della storia e dell’identità spirituale di milioni di fedeli, con la conseguenza di accendere ulteriormente le micce in un’area già duramente colpita dal conflitto. La nostra Chiesa chiede al governo italiano di intervenire presso le autorità ucraine in difesa della libertà religiosa del popolo ucraino, ricordando che l’Ucraina il 28 febbraio 2022 ha fatto domanda di adesione all’Unione Europea e dal 14 dicembre 2023 ha iniziato le trattative per entrare a farne parte.

Si ricorda che per aderire all’Unione occorre riconoscersi nella Carta dei diritti fondamentali della stessa che all’articolo 10 riconosce a tutti il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto comprende la libertà di professare o anche di cambiare religione o credo, nel culto, nell’insegnamento, nella pratica e nell’osservanza. Tale diritto alla libertà di culto è un principio fondamentale che non dovrebbe mai essere compromesso, neanche in tempi di crisi. La nostra Chiesa, pur comprendendo le ragioni di sicurezza nazionale e di sovranità che possono spingere a misure drastiche, ritiene che la pace e la riconciliazione debbano sempre essere ricercate attraverso il dialogo e il rispetto reciproco, e tale decisione non farà che rafforzare ulteriormente le divisioni, alimentando sentimenti di ingiustizia e persecuzione tra i fedeli”.

Fonte: Notizie Geopolitiche.


Ucraina. Il Parlamento chiude la Chiesa Ortodossa che si rifà a Mosca: legale solo quella “politica” ucraina / di Enrico Oliari

Dopo aver messo fuori legge le opposizioni e aver chiuso i media non allineati e gli 11 partiti contrari a Volodymyr Zelensky, il parlamento ucraino ha calato la scure sulla Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca, che ha come metropolita Orest Berezovsky.

Con lo “Scisma del 2018” la Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Kiev e la Chiesa Ortodossa autocefala ucraina si sono unificate per disconoscere su spinta politica la giurisdizione della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca, scegliendo per metropolita Epifanio I, al secolo Serij Dokumenko, il quale è stato nominato vescovo a soli 30 anni, nel 2009.

Per i 265 parlamentari che hanno votato a favore del provvedimento lo scopo è stato quello di recidere i legami della Chiesa ucraina con quella di Mosca, per quanto la Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca abbia ancora oggi più parrocchie (circa 9mila) di quelle della Chiesa “politica”, che ha assunto il nome di “Chiesa Ortodossa dell’Ucraina”, le cui fila si sono rimpolpate a seguito dell’invasione russa.

La Tass ha riportato la condanna di Mosca e le dichiarazioni della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova secondo cui “L’intenzione è stata quella di distruggere alla radice la vera ortodossia creando una falsa chiesa sostitutiva”.

La legge, che comunque dovrà passare dal tribunalee che per essere applicata richiederà tempo, ha visto 29 contrari e 4 astenuti. Il patriarca di tutte le Russie Kirill, che oggi ha visitato il monastero di Solovetsky, non è intervenuto sull’argomento.

Intanto il presidente russo Volodymyr Zelensky, il cui mandato è scaduto lo scorso 20 maggio ma poi prorogato a causa della guerra, ha annunciato in pieno spirito nazionalistico la creazione del ministero dell’Unità ucraina con lo scopo di ucraini o i discendenti di ucraini all’estero con la madrepatria, ma anche per, ha spiegato, “contrastare l’influenza russa sugli ucraini residenti all’estero”.

Fonte: 20 agosto 2024, Notizie Geopolitiche.



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