Ubriachi di cioccolata

Ci siamo fatti volentieri in 4 per assaggiare le golosità al cioccolato modicane. E non solo.

di Piero Buscemi - giovedì 16 marzo 2006 - 6085 letture

Grande successo di visitatori e ottima organizzazione all’Eurochocolate di Modica. Basterebbero solo queste due affermazioni, per sostenere un esempio da imitare da parte delle altre province siciliane.

Che Ragusa e la sua provincia rappresentino, per l’intera Sicilia, l’unica esperienza in contro tendenza con le statistiche riportate dal Sole 24ore, è abbastanza risaputo. Questo almeno, per quanto riguarda la percentuale media di ricchezza prodotta nell’isola.

Le motivazioni principali sono riconducibili alla politica di sfruttamento delle risorse agricole, condotta nella provincia ragusana, da qualche anno. Il 18% del reddito prodotto dal settore primario (fonte Unioncamere), spiega in parte, una scelta azzeccata che, associata all’intensificarsi degli investimenti nel settore turistico, identifica la zona come laboratorio sperimentale di rilancio economico siciliano.

Ovviamente: “Non tutto ciò che profuma, è cioccolato!” Osiamo dire, storpiando un più famoso proverbio. Gli investimenti previsti nella provincia ragusana per l’incremento del turismo e delle strutture ricettive, l’accordo siglato a novembre con la Sotogrande Sa, società spagnola leader nel resort golfistico, per la realizzazione di un complesso golfistico-alberghiero a Ragusa. I problemi e le gestioni dei finanziamenti di un tale accordo (e di quelli che seguiranno), possono boicottare lo sviluppo.

Problemi intuibili, se si considerano le “infiltrazioni” che caratterizzano il mercato ortofrutticolo di Vittoria, sito principale del commercio dei prodotti agricoli ragusani. Dove si stabiliscono prezzi e modalità. Infiltrazioni che costringono il blocco di qualsiasi attività, in certi periodi dell’anno, per motivi “antieconomici”, la cui vera natura, può dar spazio a qualsiasi interpretazione.

Se consideriamo, poi, le esperienze negative di alcuni titolari di piccole aziende agricole che avevano visto nell’allargamento al mercato europeo, la possibilità di sopravvivere alla concorrenza determinata dalle disposizione della stessa Comunità, si rischia di fare un salto nel buio dalle conseguenze prevedibili.

In questo contesto, Modica rappresenta la capitale ad honorem. Modica e il suo barocco. Modica e Salvatore Quasimodo. Modica e il cioccolato. Specialmente.

Per Salvatore Quasimodo, a parte la parentesi anagrafica che lo ha registrato nel Comune di Modica il 20 agosto 1901, il paese di Roccalumera nel messinese, ne rivendica le origini. Riguardo la cioccolata, nessuno può contestare la tradizione di questa forma dolciaria, ormai conosciuta in tutto il mondo.

Una tradizione che ci riporta alla dominazione spagnola e che, studi recenti, fanno risalire all’antico sistema di confezionamento utilizzato dagli Aztechi. Un salto nel tempo fino al XVI secolo, quando l’antica civiltà di Montezuma incrociò quella europea, nello specifico, le ambizioni espansionistiche della Spagna, condotte da Cortez.

Le “infiltrazioni”, stavolta solo gastronomiche nella nostra Sicilia, sono stati gli effetti consequenziali della dominazione spagnola e a Modica, hanno trovato l’ambiente giusto ed accogliente, per trascinare questa dolce tradizione ai nostri giorni.

L’edizione dell’Eurochocolate di quest’anno a Modica, scaturita da una selezione tra altre cinque località che avevano avanzato la candidatura, ha messo in risalto la fantasia e la macchina organizzativa dei modicani che, dal 4 al 12 marzo, hanno deliziato i visitatori con degustazioni intriganti e appuntamenti culturali.

Ottima ed efficace la disposizione di accesso al centro storico di Modica bassa, tramite un perfetto via vai di autobus-navette che, con cadenza di dieci minuti, hanno liberato i palati lussuriosi negli stand allestiti in Corso Umberto. Si è potuto assaggiare le varianti creative all’utilizzo tipico della cioccolata modicana. A parte le classiche tavolette a quattro pezzi, alla cannella, alla vaniglia, agli agrumi, al peperoncino, al caffè o più semplicemente, al cacao nero, gli espositori provenienti da Perugia, da Napoli, da Vibo Valentia o della Lucania, hanno arricchito un programma già soddisfacente.

Si sono potuti ammirare antichi testi sul cioccolato e sul suo utilizzo, al Palazzo della Cultura, dove primordiali testi sull’alimentazione, sulla botanica applicata al mangiare sano, ma addirittura, ricettari manoscritti del XVI, XVII e XVIII sec.

Interessanti i dibattiti sullo sfruttamento del “prodotto” cacao e della possibilità di rilancio economico degli otto principali paesi produttori. Il così detto C8 composto da nazioni famosi per le loro condizioni economiche, a dir poco, preoccupanti. La Costa d’Avorio, il Ghana, la Nigeria, l’Indonesia, l’Ecuador o il Brasile che, dei milioni di euro garantiti dalla vendita del cacao, raccolgono le briciole.

Problemi evidenziati anche nell’edizione 2005 dell’Eurochocolate World a Perugia, durante il quale, Sona Ebai, Segretario generale del COPAL (Cocoa Producers Alliance) cercò di attirare l’attenzione del mondo sull’assurda gestione dei mercati del cacao, la sua importazione e il prezzo, stabiliti a New York o a Londra, due realtà ben lontane dai problemi e dai costi sostenuti dai produttori.

Ci rimane la consolazione che, averne ancora parlato durante l’edizione modicana, possa focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale, sul problema. Per il resto, auspichiamo che, gli amministratori del settore turistico siciliano sappiano trarre i consigli giusti dall’esperienza modicana e che possa essere trampolino di lancio per l’economia della Sicilia.

In altre realtà, come San Vito lo Capo, nel trapanese, con il suo Cous Cous Festival che a settembre organizzerà la nona edizione, è emersa l’esigenza di guardare con più attenzione alle risorse che una regione come la Sicilia, ha avuto dalla Natura: il mare e la terra.

Ma di questo, ve ne parleremo un’altra volta...


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MACCHE’ CIOCCOLATA
16 aprile 2006, di : cacao amaro

Ma a chi vorreste far credere che nell’ultima provincia, dell’ultima regione, dell’ultima nazione d’Europa, sanno fare una cioccolata che in tutto il resto del mondo nessuno sa fare. Non è forse che la fanno solo a Modica perchè negli altri posti la sanno fare meglio? A me sembra semplicemente che i pasticcioni modicani non siano riusciti a fare sciogliere lo zucchero. Questa sarebbe la specialita? O forse il prezzo è la specialità? Questo sì, infatti è la più cara d’Europa.
    MACCHE’ CIOCCOLATA
    26 aprile 2006

    mi sa che prima di parla ci si deve informare
    IGNORANTIA LEGIS NON EXUSAT
    12 gennaio 2007, di : Vanessa

    Ossia, per chi non è un latinista: LA LEGGE NON AMMETTE IGNORANZA! E credo che sia la massima più giusta da citare per chi, come l’utore del messaggio sopraesposto, elargisce commenti carichi di evidenti strafalcioni grammaticali, sulla pregiata cioccolata modicana, senza essersi adeguatamente informato e oserei dire, istruito su di essa! Quella che l’autore del commento definisce, ingiustamente, l’ultima provincia dell’Unione Europea, è risultata negli ultimi anni, la provincia più produttiva d’Italia con un PIL che ha superato anche le più rosee aspettative!...E poi il cioccolato, originale, si produce solo nella città di Modica...quindi credo che sia inutile oltrechè dispendioso citare in causa l’intera provincia di Ragusa! Sarebbe saggio, inoltre, documentarsi sull’antico metodo di lavorazione della materia prima, ereditato dal popolo azteco che prevede una lavorazione a freddo anzichè a caldo, consentendo di mantenere intatto lo zucchero e inalterate le proprietà nutritive del cioccolato...Non oserei definire questo metodo come mancanza di professionalità pasticcera ma come eccesso di zelo e di competenza da parte di quelli che possono essere definiti, artisti pasticceri modicani! Credo che non sia proficuo continuare ulteriormente nella trattazione pro ciocolato se il mio attuale interlocutore rimane arroccatto sulle sue maldestre posizioni.
    MACCHE’ CIOCCOLATA
    15 febbraio 2007, di : Ernesto Gigli

    il signor "Cioccolato Amaro" evidentemente non ha mai provato una barretta di cioccolato modicano.... peggio per lui.

    Ernesto da Grosseto

CIOCCOLATO ATZECO wow!
15 febbraio 2007, di : Lilli Amato

Viva il cioccolato ancestrale di Modica! Pensavo di aver provato tutto il cioccolato esistente, ma ancora non avevo provato il vero cioccolato!

e pensare che non ci volevo andare!!

W Modica

Lilli