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Trump ​Gaza Number One

Un video che potrebbe assomigliare a tanti altri quando vengono pubblicizzate situazioni di turismo e tempo libero. In questo caso dettato dall’intenzione di un progetto politico, ideologico.

di Silvia Zambrini - mercoledì 5 marzo 2025 - 490 letture

Durante un telegiornale lo scorso 25 febbraio ’25 lo speaker mostra il video Trump Gaza Number One ma qualcosa non funziona e il filmato scorre muto, senza il suo accompagnamento tipico di spot pubblicitari e videoclip, secondo quella stessa ostinazione ritmica e orecchiabilità melodica di “Ymca”: la canzone scelta come inno di vittoria per l’elezione di Donald Trump.

Lo speaker poi si scusa per l’inconveniente e spiega che la musica avrebbe evidenziato la frivolezza di ciò cui si era appena assistito assieme all’entusiasmo di un testo in cui il neoeletto Presidente garantisce libertà, pace, splendore di una Gaza nuova, invitando tutti a ballare per festeggiare un’azione che ritiene ormai compiuta.

In realtà, anche senza l’accompagnamento musicale le immagini di strade dilaniate, percorse da persone disperate, in pochi istanti trasformate in una metropoli di lusso, fanno il loro effetto. Tante volte assistiamo alla descrizione visiva e sonora di luoghi di vacanza, navi da crociera e villaggi termali per promuovere situazioni esistenti o in via di realizzazione. Ma ciò che colpisce di questo video è l’intenzione di strategia politica ancor prima che commerciale: il messaggio è quello di una nuova Dubai che nascerà dalle macerie di una città dove ancora si contano i morti, attraverso l’annullamento totale di uno Stato dove la gente, pur soffrendo, abita da anni e tuttora cerca di sopravvivere. Ed è inquietante che questi cortometraggi, virali a livello globale, siano ora oggetto di strategie politiche mirate, accostando alla tragedia il luccichio dorato di un turismo prospero quando ancora si è in guerra e la prospettiva di un accordo tra Israele e Palestina al momento è utopia.

É l’artificiale che si impone sul reale attraverso stimoli di falso ottimismo e fede nella possibilità di un mondo visibilmente più bello: oggi secondo un progetto di "pace" tra popolazioni da sempre in conflitto. Domani secondo quello di distruggere spontaneamente un territorio per poi trasformarlo in una meta per villeggianti e investitori. Di ripulirlo dalla presenza di persone con menomazioni fisiche e mentali; liberarlo da famiglie e situazioni di coppia che non rispecchiano i modelli tradizionali: sempre attraverso filmini ridenti, sonori, danzanti, ricavati in pochi istanti dai programmi di AI. Diffusi dai massimi esponenti dei poteri decisionali. Il tutto in una società non ancora abituata a distinguere ciò che è vero da ciò che è fake, …. persino quando il cattivo gusto non conosce limiti.


Questo articolo è diffuso anche da Fana.one.



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