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Troppo non è mai abbastanza

L’autrice è Ulli Lust e per più di quattrocento pagine di tavole a fumetti, dal fine tratto artistico - e che gli hanno fatto ottenere due importanti riconoscimenti internazionali

di Silvestro Livolsi - sabato 9 marzo 2013 - 4583 letture

Una ragazzina punk austriaca, appena diciassettenne, scappa di casa nel 1984 e inizia un viaggio in Italia che ha per meta Verona, Roma, Napoli e poi la Sicilia. E’ un viaggio - pieno di incontri e avventure dolci ma anche di esperienze crude, violente e pericolose, soprattutto nella sua ultima parte - del quale la giovanissima punk, diventata col tempo bravissima disegnatrice, racconta in un fumetto pubblicato in Germania nel 2009 e adesso tradotto ed edito in Italia da Coconino Press col titolo di Troppo non è mai abbastanza.

L’autrice è Ulli Lust e per più di quattrocento pagine di tavole a fumetti, dal fine tratto artistico - e che gli hanno fatto ottenere due importanti riconoscimenti internazionali, il Prix Revelation e il Prix Artemisia - narra la sua vicenda autobiografica di punk ribelle in fuga per l’Italia, in compagnia di una coetanea di nome Edi. Da Verona a Roma, Ulli ed Edi, danno vita e concretezza al loro sogno di libertà, vivendo le normali e prevedibili difficoltà della loro scelta ribelle, in una girandola di situazione, anche strane e particolari, ma mai del tutto insuperabili o eccessivamente deludenti.

A Napoli, altra città del loro viaggio che ha per meta la Sicilia, Ulli ed Edi, che sta con ragazzo, Andreas, per una serie di combinazioni, sono però costrette a dividersi e non si incontrano al loro appuntamento alla stazione della città partenopea, dalla quale vogliono andare via in direzione della Sicilia. Così Ulli, decisa comunque ad andare in Sicilia, convince un ragazzo tedesco, anche lui alla ricerca di una dimensione alternativa di vita, a farle compagnia. La sua condizione di donna vagabonda, senza soldi e senza punti di riferimento, cominciare a diventare tragica e già al suo arrivo in treno a Messina Ulli comincia a sentirsi addosso gli sguardi insistenti e vogliosi dei maschi di ogni età.

E già nella città dello Stretto, il primo invito di due ragazzi, a trascorrere la notte in una loro casa di campagna, si trasforma in un tentativo di violenza sessuale da parte di uno dei due messinesi verso Ulli, che scampata la tentata aggressione, si vede costretta a rifiutare con ionsistenza le avance del suo compagno di viaggio che la stessa notte ci prova pesantemente con lei. Lasciato così l’amico, da poco conosciuto, dopo una travagliata notte messinese, Ulli parte per Catania, dove ritrova, camminando sola per le strade della città etnea, gli stessi sguardi invadenti e ammiccanti di ragazzi e adulti che le rivolgono con modi espliciti e anche volgari inviti ad andare con loro e le fanno ritornare in mente le parole che a lei e alla sua amica Kiki aveva detto l’amico Andreas: ‘in Sicilia siete selvaggina’.

Sola e delusa dalla città, Ulli parte per Palermo e diventa subito ‘preda’ di due ragazzi: condivide la loro compagnia e le loro dolcezze, subisce la loro violenza in un alternarsi del suo stato d’animo che va dalla pace interiore alla paura, dall’abbandono alla diffidenza, cominciando a conoscere un ambiente, quello della grande città capoluogo, che è accogliente e generoso (tutti i ristoratori le danno da mangiare gratis) ma anche degradato e mafioso. Dopo diversi e terrificanti incontri con uomini del luogo, che esprimono il lato peggiore, maschilista e impregnata di un deviato senso dell’onore, della città e che la vedono semplicemente come una ragazza facile di cui approfittare senza ritegno, Ulli riesce a ritrovare la sua amica Edi grazie ad un pittore tedesco che ha conosciuto, vedendolo all’opera in una piazza, intento a disegnare per terra un ritratto di santa Rosalia.

Il ritrovarsi di nuovo assieme sarà per le due ragazze l’inizio di una discesa agli inferi: Ulli, a Palermo, aggirandosi tra i quartieri periferici, desolati e cupi, scoprirà la vita violenta dei ragazzi di strada, da loro capirà cos’è e come agisce la mafia; di questa conoscerà piccoli e grandi esponenti, cogliendo i vantaggi dell’essere sotto la protezione di qualcuno di loro; dormirà nelle case in costruzione dei cantieri che stanno ridisegnando, sotto il segno dell’abusivismo e della cementificazione selvaggia, la città; si farà, per la sua prima volta, d’eroina, verrà usata sessualmente, si prostituirà per soldi e per bisogno, ritornerà a mendicare, abbandonata dai presunti amici e dai sedicenti ricchi ragazzi che ha incontrato, che le hanno promesso amore e aiuto, finendo però per essere sempre la loro vittima e il loro oggetto del desiderio, e finirà pure in carcere (dove peraltro, constaterà l’effetto delle rivelazioni dei primi pentiti, vedendo sfilare dalla sua cella numerose persone arrestate).

Verrà quindi obbligata, dalla polizia, a prendere un treno per un forzato ritorno a casa, nella sua Austria. Di tutte le sue disavventure a Palermo, in larga parte racconta il fumetto, drammatico ma avvincente nello svolgersi delle chine e bello nei toni e nelle linee create dalla matita della Lust, che per far capire da quali profonde e incontenibili pulsioni partisse il suo bisogno di fuggire dalla convenzioni borghesi e dalla mediocrità del suo ambiente di vita austriaco, all’inizio del volume riproduce una pagina del suo diario, di quando era appena tredicenne e scriveva: ‘Ogni volta che penso al passato mi illudo di ritrovare ricordi semplici e ingenui, come quelli che dovrebbero avere tutti i bambini. Ma non ne trovo. Quando avevo 9 anni, per esempio, pensavo di essere già così grande, così giudiziosa e stranamente lo penso ancora oggi. E’ proprio strano. Che tipo di persona sono veramente? E sono davvero una persona? Non riesco mai a darmi una risposta, una volta sono malinconica, un’altra volta mi comporto proprio da cretina, da pazza, e poi sento montare quest’energia come se stessi per esplodere. Proprio come adesso. Mi prude tutto il corpo. E’ uno schifo’.


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