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Troppe parole attorno al federalismo

Il tema del federalismo sembra diventato nel corso degli anni la panacea di tutti i mali che attanagliano il nostro paese. Sarà così?

di Emanuele G. - mercoledì 6 ottobre 2010 - 1983 letture

Ho già dedicato un articolo sul federalismo qualche mese fa (leggi). Ritorno sull’argomento in quanto avverto un’eccessiva verbosità che rischia di banalizzare una riforma di assoluta preminenza per l’avvenire del nostro paese.

L’articolo che state per leggere non ha una struttura ben precisa poiché la lettura dell’argomento “federalismo” pone molti problemi di differente natura. Problemi che spesso entrano in conflitto fra di loro. Proprio queste discrasie vanno evidenziate in modo da evitare un processo attuativo poco omogeneo e pericoloso per gli assetti complessi dell’Italia.

I. Un primo step riguarda la terminologia della riforma. Perché si preferisce parlare di federalismo fiscale e non di federalismo tout court? Ciò fa balenare il sospetto che l’obiettivo ultimo sia la destinazione delle risorse pubbliche e non un processo di riequilibrio fra poteri e fra centro e periferia. Che senso ha volere il federalismo fiscale se non si pongono sul tappeto questioni attinenti alla forma di stato, di governo e di relazioni territoriali? Ne converrete che si tratta di una visione molto parziale del problema.

II. Attualmente è in corso una guerra fra lo Stato Italiano e la Regione Siciliana sui soldi che noi cittadini paghiamo per la revisione delle nostre automobili. Infatti, la Regione ha deciso in modo autonomo di incamerare i proventi derivati dalle revisione dell’anno scorso. Al che lo Stato si è opposto denunciando la Regione agli organi competenti. Nel mezzo, more solito, noi cittadini in quanto rischiamo di dover pagare una multa per il semplice motivo che il tagliando della revisione riporta la dicitura Regione Siciliana! Sarà questo il federalismo prossimo venturo? Una guerra fra poveri visto che l’erario pubblico non abbonda certo in quantità?

III. Una delle cause del quasi disastro aereo di Palermo dei giorni scorsi sembra dovuto al fatto che il Comune di Isola delle Femmine non abbia ancora rilasciato l’autorizzazione per installare l’antenna “wind shear”. E’ un caso lampante di come si è decentrato con fin troppo leggerezza il momento decisionale. Nel senso che si imputa a Enti sicuramente non provvisti di sufficiente competenza decisioni tecniche di un certo rimarco. Anche di questo il federalismo dovrà fare i conti. Le funzioni dovranno essere imputate a organi che abbiano competenze, strutture e risorse finanziarie adeguate per assolverle.

IV. Altro caso paradigmatico. Come sapete l’aeroporto di Comiso non è ancora aperto. Ciò è dovuto a problemi di competenza fra il Comune di Comiso, la società di gestione, la Provincia di Ragusa, la Regione Siciliana e lo Stato. Competenza riguardante il finanziamento dell’attività dello scalo aeroportuale. Tremonti, molto opportunamente, ha ricordato che con il federalismo la gestione finanziaria di una struttura non è più di sola pertinenza dello Stato. E’ ora che anche gli altri enti facciano la loro parte smettendola di lamentarsi perché i soldi non arrivano. Il concetto si può riassumere così. Comune x o provincia y volete costruire un’infrastruttura pubblica? Nessun problema. A patto che voi troviate le risorse necessarie e non bussiate più alle porte dello Stato.

V. Di recente si è stabilito che il 25% del gettito dell’Iva rimanga nella regione che l’ha prodotto. L’idea è senza dubbio apprezzabile, ma da origine a una querelle senza fine. Un’infinita contrattazione fra lo Stato e le Regioni i cui contorni non sono definiti e potrebbero portare a una sostanziale empasse finanziaria dello Stato. Il punto centrale, in ogni stato federale che si rispetti, è quello di indicare il tetto di imponibile consentito. Negli Stati Uniti è, ad esempio, fissato al 33%. Significa che su 100 Dollari di reddito al massimo 33 devono essere trasformati in tasse. Il punto, quindi, non è la contrattazione fra gli enti che devono incassare, ma assicurare precise modalità operative.

VI. Che ruolo avrà la Corte dei Conti? In uno stato federale essa non ha motivo di essere. Anche perché, in uno stato federale, gli enti territoriali non avendo l’obbligo di pareggio possono fallire come qualsiasi impresa privata. Cosa fare? La migliore soluzione è trasferire alle regioni la funzione di sorveglianza sulla qualità della spesa pubblica e, pertanto, eliminare la Corte dei Conti come organismo dello Stato Centrale. Solo operando in questo modo ha senso la presenza di un organismo che sa tanto di centralismo statale.

VII. Si è detto che la spesa da storica si trasformerà in standard. Qui siamo alla pazzia. Ma non ci si rende conto che si tratta di una disposizione statalista che contribuisce a creare un nuovo sistema di calmieramento per l’acquisto di beni e servizi. Un servizio x a Catania o Udine non potrà mai avere un costo standard uguale. Un servizio ha caratteristiche precipue differenti per molteplici ragioni. Il che determina un costo di acquisto per un ente differente. Semmai sarebbe necessario eliminare meccanismi come il ribasso d’asta, lo sconto d’asta e certi meccanismi farraginosi che impediscono una celere conclusione dell’asta medesima e un’immediata fruizione di quel bene o servizio alla collettività. Tutto questo comporta una rigorosa pianificazione economico-finanziaria da parte dell’ente Comune x in riferimento all’acquisto di beni o servizi.

VIII. Vi ricordate della vicenda della scuola di Adro piena zeppa di simbologia noridico-leghista? Il Sindaco di quel paese ha finalmente acconsentito di "pulire" la scuola, ma ha chiesto soldi allo Stato! Come tutti a parlare di federalismo e responsabilità dei pubblici amministrari? Quando ci sono problemi, ecco il sempieterno richiamo al maledetto Stato centralista romano per riparare i cocci di propri atti e comportamenti irresponsabili. Il vero federalismo impone a chi ha sperperato soldi, è il caso di Adro, di provvedere in modo proprio a risanare la situazione senza chiedere aiuto altrui. Il Sindaco di Adro tagli risorse per spese di piazza o di rappresentanza o di finanziamento per pseudo attività culturali o ginniche. Credo che troverà le risorse...

Fino ad ora ci è stato presentato - mi riferisco a noi cittadini - un progetto coeso e omogeneo di federalismo? Non mi pare. Il termine federalismo è servito solo per alimentare un fiume di parole, spesso senza significato, atto a coprire le lacune pericolose di una politica che non decide e rimanda di continuazione alle classiche calende greche la risoluzione dei drammatici problemi presenti nel paese. Il federalismo sembra tutto fumo e niente arrosto. Vorremmo vedere finalmente l’arrosto.


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