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Tra diarrea e maldidenti

Il 9 gennaio 2017 è morto Zygmunt Bauman, il "filosofo della società liquida".

di Sergej - mercoledì 11 gennaio 2017 - 8708 letture

Che ci sia qualcosina che nel nostro contemporaneo non va, l’oggi che stiamo vivendo, è vezzo millenario. D’altra parte, se stessimo bene qui e ora, nessuno di noi si muoverebbe - il disagio e l’inadeguatezza del presente è il maggiore stimolo che ci fa andare avanti. I sistemi sociali sono nati proprio per governare questo stato, direzionare il disagio dei singoli e farlo diventare progetto collettivo, direzione “verso cui” andare. Non c’è nulla di peggio di una società che non sa più quale direzione prendere. L’interesse che abbiamo nei confronti di Zygmunt Bauman è stato soprattutto questo: un filosofo che ha parlato a tutti noi, in maniera non specialistica e non rivolto alla nicchia dei potenti, ma a "grandi e piccini". E che ci ha parlato “dei nostri tempi” usando categorie che erano facilmente comprensibili, anche a delle “capre” come siamo diventati.

Bauman era, nello show business dello spettacolo, personaggio “noto”, citato anche a casaccio e senza averne mai letto una sola pagina. Per farsi ascoltare e, nell’immediato, ricordare, occorre passare attraverso lo spettacolo: si pensi a un filosofo come Manlio Sgalambro. Con il rischio che, subito dopo la morte, nessuno lo legga più. Ed è la cosa peggiore che possa accadere a chi fa attività intellettuale, scrive, cerca di comprendere la realtà e fornire bandoli di interpretazione. Sgalambro è stato il filosofo del maldidenti, tenacemente intento a rosicare il suo osso - un osso che aveva le fondamenta delle origini, che è intimamente legato a ciò che ci costituisce, i “nostri” fondamenti, le “nostre ossa”.

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Bauman era un intellettuale di frontiera che era diventato, nel tempo, “grande vecchio” della filosofia europea. Un “grande vecchio” capace di dire cose importanti e che colpivano ancora, centravano il bersaglio, anche in tarda età. Lo leggevamo sempre con attenzione, lo incontravamo anche in Italia, per esempio al Festival della filosofia di Modena e ogni volta era seguitissimo, con i ragazzi che si affollavano per sentirlo e dimostrargli anche in questo modo la simpatia che suscitava. Polacco, si era occupato di marxismo virando quasi immediatamente su influenza di Gramsci; si era occupato di olocausto: insomma i due grandi “problemi” del Novecento. E poi era diventato famoso per una definizione della contemporaneità post-crollo del muro di Berlino. La definizione di “società liquida” è una gran bella metafora, facilmente comprensibile da tutti e che rende bene una delle caratteristiche che ha la contemporaneità: la nostra contemporaneità, ma tutte le contemporaneità che ognuno vive in ogni tempo. Sulle caratteristiche di “questa” contemporaneità, e che ci interessa perché è la nostra, Bauman elegantemente si è limitato a usare la parola generica: “liquida”, ma più precisamente di “diarrea” si tratta. Perché il malessere odierno è tipico di una società malata, il cui prodotto intellettuale e morale è l’elaborazione andata a male di prodotti ingeriti troppo in fretta e malamente assimilate. Di qui gli spruzzi, i coaguli, i rimbalzi e i rimpalli d’inedita traiettoria, l’incerta coerenza tra solido e liquido, la permanenza del cattivo odore. Napoleone e Stalin hanno agito da tappo della storia: spurgata la condotta, la storia ha ricominciato il suo verso (a questo alludeva Leopardi) e anche stavolta, dopo il congresso di Vienna, tutte le carte si sono rimescolate. L’aria è malsana e il puzzo viene proprio da noi.

Il flusso, finanziario e dell’informazione (= della disinformazione), digitale e informatico, è proprio questa liquidità. E su questo si pretende di costruire l’economia - che ha a che fare con i corpi e le vite delle persone -, e l’intera società. Su quanto tutto questo possa essere friabile, cedevole, pronto a trasformarsi in paludi e sabbie mobili, è il grande avvertimento che i “grandi vecchi” del pensiero ci hanno lasciato e che noi non sempre siamo capaci di ascoltare.


Su Bauman leggi, per le più immediate informazioni, la pagina di Wikipedia.



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